Confronto tra candidati promosso dalla Cia Agricoltori Italiani

Questa mattina ho partecipato al confronto tra candidati promosso dalla Cia – Agricoltori Italiani a Padova.

Un’occasione importante di confronto con il mondo dell’agricoltura.

Il consumo del suolo e la riqualificazione edilizia.
Noi siamo contrari al consumo di suolo e siamo favorevoli alla riqualificazione dei quartieri attraverso un piano di rigenerazione urbana.
Il problema del consumo di suolo è importante per il Veneto.
Il Veneto è la seconda regione d’Italia per suolo consumato.
A Padova c’è stato un aumento, nell’ultimo anno, di 160 ettari di consumo di suolo: praticamente come 160 campi da calcio. L’obiettivo dell’UE è azzerare il consumo di suolo entro il 2050.
Il problema esiste. Basti pensare al problema nella Bassa padovana, come il nuovo ipermercato di Due Carrare. C’è una legge regionale contro il consumo di suolo.
Bisogna da subito bloccare il consumo di suolo. Il problema sono i piani territoriali: si continua a edificare in presenza di aree dismesse.
Fermare la cementificazione significa tutelare il paesaggio.
Tutelare il paesaggio vuol dire assicurare la tenuta idrogeologica del terreno e, di riflesso, permettere all’agricoltura di crescere e di garantire una sana alimentazione per tutti noi.
E’ “la filiera della vita”: tutela del nostro ambiente e del territorio, agricoltura di qualità, buona alimentazione.
Tutelare l’ambiente vuol dire sicurezza del territorio.
Quando parliamo di sicurezza del territorio, parliamo di investimenti relativi a un Piano idrogeologico del territorio.

La fauna selvatica (cinghiali, nutrie e lupi) e la sua eccessiva presenza pone insopportabili problemi alle aziende agricole, passare dalla politica della protezione a quella della gestione.
Il 90% dell’acqua in Veneto viene buttata via. Solo il 15% dell’acqua piovana viene utilizzata. C’è l’esigenza di trattenere più acqua attraverso la costruzione di invasi (quindi Piano sicurezza idrogeologica).

L’inquinamento Pfas è un allarme sociale importante. Bisogna fare chiarezza- Non si conosce bene, ad esempio, quali siano i rischi reali per la salute dell’uomo. L’azienda Miteni inquina, mentre agricoltori e cittadini “pagano” perché ovviamente sia a livello ambientale che sanitario fare i controlli ha un costo per l’intera collettività.
Prima il monitoraggio sugli acquedotti a uso idrico, poi è partito il monitoraggio su pozzi privati utilizzati in agricoltura e allevamenti nei 21 comuni dell’area contaminata (Padova-Vicenza-Verona).
Le responsabilità vanno individuate e chi ha sbagliato deve pagare.
Su OGM c’è una posizione di apertura rispetto alla scienza.
Applichiamo il principio precauzionale a tutela della salute dei cittadini.
Laddove è possibile, noi dobbiamo sforzarci di difendere la biodiversità che è qualità dei nostri prodotti. L’agricoltura è locale per antonomasia.

Scuola
L’agricoltura deve diventare materia di studio per educare le nuove generazioni a un’alimentazione sana e corretta, alla tutela dell’ambiente e all’importanza del settore agricolo. Le fattorie didattiche hanno svolto un ruolo importante.

CETA
Siamo favorevoli al libero scambio e ai trattati commerciali con i Paesi esteri che aprono la possibilità di creare nuovi mercati per le nostre aziende ma chiediamo, dall’altra parte, di tutelare la qualità e la tipicità dei nostri prodotti. Non vogliamo chiuderci ma dobbiamo riconoscere i Dop e Igp esistenti.

Aviaria
Dei 20 milioni di euro previsti dalla legge di bilancio a sostegno del settore avicolo, il fondo effettivamente disponibile è di 10 milioni di euro, da ripartire. Confagricoltura ha ribadito la necessità di destinare le risorse indirizzandole direttamente agli allevatori e non alle strutture sanitarie regionali. Secondo CIA servono norme più rigorose a tutela della salute.

Reddito degli agricoltori. L’esempio del prezzo del latte.
Difendere il reddito degli agricoltori vuol dire anche partire da fattori come questi. Pochi mesi fa il latte veniva pagato a 0,35 euro al litro. I costi di produzione si aggirano intorno ai 0,42 centesimi. In provincia di Padova sono 700 le aziende produttrici di latte. In tutto il Veneto hanno chiuso 250 stalle. Il problema è nel braccio di ferro tra i piccoli agricoltori e chi compra il latte (grandi gruppi industriali che preferiscono il latte del Nord Europa a un prezzo inferiore a quello del mercato italiano).

Emergenza siccità.
La questione non può più essere trattata come emergenza ma attraverso misure strutturali che necessitano di progetti a lungo termine e nuove risorse e rispetto per ambiente e stop al consumo di suolo.

Autonomia
Non ha senso parlare di autonomia se non ci sono le risorse.
Noi chiediamo i 9/10 del gettito fiscale.
La partita dell’autonomia è vitale per tutti, dunque anche per il mondo dlel’agricoltura. L’autonomia è l’unico modo per il Veneto di competere con due regioni a statuto speciale come Trentino e Friuli. Perché in queste due regioni “speciali” le aziende agricole lavorano a condizioni migliori e quindi c’è una sorta di disparità o gap da colmare per essere competitivi e vincenti.

LA SEMPLIFICAZIONE DELLA BUROCRAZIA.
Il carico burocratico per le imprese agricole è un costo per le nostre aziende. Serve una Pubblica amministrazione in formato 4.0. Non possiamo escludere il comparto della PA dalla rivoluzione digitale.
Serve l’integrazione reale dei sistemi informativi delle Pubbliche amministrazioni (citare infrastrutture informatiche e dematerializzazione Senato). C’è un problema di frammentazione delle informazioni, spesso gestite da uffici diversi, anche nell’ambito della stessa Amministrazione, con software diversi e con procedure diverse che faticano, dunque, a dialogare tra di loro (es. Avepa-Inps per i pagamenti in agricoltura).

Ecco alcuni “NODI” DA RISOLVERE.

Esenzione IMU ad agricoltori pensionati.
Un problema che so che vi sta molto a cuore è quello dell’esenzione IMU per i terreni agricoli. Va emendata la normativa (articolo 1 comma 13 della Legge di stabilità) che esclude al momento dall’esenzione IMU i pensionati agricoli. E’ un problema di interpretazione della norma.
La legislazione prevede infatti che l’esenzione scatta per i terreni posseduti e condotti allo stesso tempo da un imprenditore agricolo o coltivatore diretto.
C’è una sentenza della Corte di Cassazione di maggio 2017 che sancisce che il coltivatore in pensione è tenuto a pagare l’IMU.

Esenzione IMU al padre che dà in affitto al figlio il terreno.
Un padre dà in affitto al figlio il terreno. Il padre se ne va in pensione, il figlio invece coltiva il terreno. Cosa succede? La norma prevede che si debba pagare l’IMU perché chi possiede il terreno “non lo conduce”.
Questo è un problema perché è un ostacolo concreto al ricambio generazionale in agricoltura.

Pac e certificati antimafia.
La legge 161/2017 prevede l’acquisizione della documentazione antimafia per i terreni agricoli che usufruiscono dei fondi europei. E’ stato posto un limite a 5.000 euro ma si chiede di innalzarlo almeno fino a 25.000 euro in maniera definitiva. Ad oggi la richiesta di certificazione antimafia per circa 1 mln di agricoltori beneficiari dei fondi PAC. In pratica si è verificata una paralisi del sistema Agea.

La questione dei voucher.
Le imprese agricole non vivono di voucher ma di manodopera qualificata e specializzata. In agricoltura, tra l’altro, sono stati in pochi ad averlo utilizzato e lo hanno utilizzato per lo più giovani studenti o pensionati per lavori occasionali. L’agricoltura si è vista portare via questi strumenti che comunque rappresentavano uno strumento di flessibilità.

Caporalato.
La Legge sul Caporalato contiene dei principi condivisibili ma rischia di colpire le normali aziende agricole anziché i caporali. Nella legge il rischio è che a pagare siano quegli agricoltori che, sebbene non sfruttino, magari hanno violato degli obblighi solo meramente formali. Non si può mettere sullo stesso piano penale chi recluta e sfrutta la manodopera e chi commette un’infrazione amministrativa.

LE PROSPETTIVE DELLA PAC AGRICOLA
C’è il problema dei tagli alla PAC (Politica agricola comune) a causa della Brexit. L’Italia rischia di subire un taglio dei fondi agricoli UE tra il 15 e il 30% di budget. Questi tagli post-Brexit verranno discussi nei primi mesi di quest’anno. Sono tagli che riguardano direttamente il mondo agricolo. E quindi è importante che ci sia un raccordo tra Europa Governo e Regione affinché si possa risolvere il problema dei tagli al mondo agricolo.

 

Il mio intervento