Stamane a Carmignano di Brenta ho preso parte al convegno promosso dal sindaco Alessandro Bolis “Dal Rei al reddito di cittadinanza: gli obiettivi della pianificazione regionale e locale”.
Oltre 877.000 persone, in Veneto, vivono in una situazione di disagio sociale che è stata aggravata dalla crisi degli ultimi anni.
Il Piano regionale 2018-2020 va nella giusta direzione: i punti di forza sono da un lato la mappatura locale dei bisogni, i quali sono cambiati negli ultimi anni, e dall’altro lato la messa in rete di tutti i vari attori – istituzioni, enti, operatori del Sociale e terzo settore. Il problema non è affrontabile se non facendo “rete”‘.
Un plauso va al Comune, al sindaco Alessandro Bolis che ha promosso questo importante momento di confronto e si è fatto capofila di questo importante progetto.
E, altrettanto, esprimo il mio plauso per il lavoro della Regione che è andata avanti nella creazione e nel sostegno di questa ‘rete’.
A proposito del reddito di cittadinanza approvato dal Governo, c’è una profonda incertezza sui tempi per attuare questo strumento.
Si naviga a vista. La legge ci dice che entro 30 giorni, da quando il soggetto riceve il beneficio economico a casa, dovrebbe essere firmato il Patto per il lavoro presso i Centri per l’impiego o presso gli sportelli dei Servizi sociali comunali.
Tuttavia, la piattaforma informatica necessaria, ad oggi, non esiste. Quindi, i Comuni restano in attesa.
Il rischio è che il reddito di cittadinanza sia un reddito senza lavoro dove, cioè, manca un disegno strategico sulle Politiche attive per il lavoro, un aspetto importante per contrastare la povertà e il disagio
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