Fine-vita, I tre NO dell’Udc. Obiettivo sbarrare la strada alle Dat

Il servizio sanitario nazionale non può decretare la morte del malato privandolo dei sostegni fondamentali.

E’ netto e senza riserve il mio giudizio sul biotestamento.

Nel corso di una tavola rotonda dal titolo “Luci e ombre sul fine-vita”, l’Udc ha espresso in maniera chiara e netta la sua posizione sul provvedimento.

Tre i “NO” del partito dello Scudo crociato nel merito del ddl sulle Dat (Dichiarazioni anticipate di trattamento):

NO allo stop della nutrizione e dell’idratazione, prevista dall’art. 3 del testo in discussione alla Camera (“sarebbe una contraddizione: tra l’art. 1 comma 1 in cui si dice che l’obiettivo della legge è la tutela della vita e della salute dell’individuo, da una parte, e l’art. 3 che, invece, consente appunto l’interruzione di un sostegno vitale”),

NO al medico come mero esecutore della volontà del paziente (“il medico non può abdicare al proprio ruolo di medico”), non si può negare il valore dell’alleanza tra medico e paziente”);

NO all’applicazione indiscriminata delle Dat che, secondo l’UDC, devono applicarsi solo in caso di persistente incapacità di intendere e di volere.

Siamo pronti a votare contro, in Aula, alla Camera se il testo non cambierà radicalmente in questi tre punti.

Tra le criticita’ da affrontare c’e’ la questione della sospensione di idratazione e nutrizione artificiali, soprattutto quando non sono affatto una forma di accanimento terapeutico ma semplicemente un trattamento fondamentale necessario per la vita di tutti noi.

L’altro nodo, e’ quello che vincola il medico a un’esecuzione della volonta’ del paziente senza esplicitare in maniera chiara e netta una serie di vincoli forti: per esempio che il medico non si prestera’ mai a forme di suicidio assistito o addirittura di omicidio del consenziente. Il medico non puo’ prestarsi ne’ a forme di eutanasia passiva ne’ tantomeno a forme di eutanasia attiva.

Ecco le mie slide sulla posizione dell’Udc sul Biotestamento. Scarica il Pdf qui.