L’Italia al centro del dibattito europeo

Il mio intervento in Aula in vista del Consiglio Europeo del 23 e 24 ottobre

Sono intervenuto in Aula a Palazzo Madama, in dichiarazione di voto sulle comunicazioni rese dal Presidente del Consiglio Giorgia Meloni in vista del prossimo Consiglio Europeo del 23 e 24 ottobre, che affronterà temi di importanza cruciale per il nostro Paese: Ucraina, Medio Oriente, difesa europea, competitività, diritto alla casa e migrazione.

Temi che rappresentano le sfide decisive per il futuro dell’Europa e dell’Italia, e che richiedono, da parte di tutti, un atteggiamento di serietà, responsabilità e unità.


L’immagine dell’Italia non si divide

Consentitemi una riflessione preliminare.
In questi giorni abbiamo assistito a polemiche strumentali da parte di alcune forze politiche di opposizione, polemiche che rischiano di minare la credibilità internazionale dell’Italia.

La mia cultura politica è sempre stata improntata alla tutela dell’immagine del Paese, soprattutto sui tavoli internazionali. È sbagliato — e pericoloso — cercare consenso interno indebolendo l’azione del Governo impegnato in contesti diplomatici delicatissimi, come la conferenza di pace in Egitto.

Di fronte alle crisi globali serve unità, non propaganda. Il dibattito parlamentare può essere acceso, ma deve sempre restare nel solco della responsabilità. Ce lo hanno insegnato i padri Costituenti, ce lo ha insegnato De Gasperi.


Medio Oriente: la via fragile della pace

La crisi in Medio Oriente resta un nodo centrale.
L’iniziativa promossa dagli Stati Uniti, sostenuta dal Governo italiano e dalla maggioranza, ha aperto uno spiraglio di pace fragile, che va difeso e sostenuto.

La tregua deve essere rispettata da entrambe le parti e vanno garantiti corridoi umanitari per proteggere i civili di Gaza.
Il Governo italiano si è distinto per azioni concrete di solidarietà, consentendo l’evacuazione di civili e bambini feriti e l’arrivo in Italia di studenti universitari gazawi.

È questa la solidarietà vera, non quella esibita.

Allo stesso tempo, è inaccettabile ogni soluzione che non preveda il disarmo di Hamas, condizione indispensabile per la stabilizzazione dell’area.
L’Europa deve assumere un ruolo attivo nel processo di pace: accelerare gli aiuti, sostenere la ricostruzione e rafforzare l’Autorità Nazionale Palestinese.


Ucraina: pace giusta, non equidistanza

La notte scorsa un altro terribile attacco ha colpito la regione di Kyiv, uccidendo due bambini, e a Karkiv è stato bombardato un asilo.
L’Italia, insieme all’Europa, deve mantenere un ruolo di equilibrio e fermezza, per arrivare a una pace giusta e duratura.

La pace non nasce dall’equidistanza, ma dal rispetto del diritto internazionale.
Il dialogo deve coinvolgere entrambe le parti, Russia e Ucraina, ma sotto una guida europea salda, in coordinamento con gli Stati Uniti e i partner del G7.

Sosterremo ogni misura di aiuto a Kiev, ma con serietà e prudenza nell’affrontare il tema dell’utilizzo dei beni russi congelati.
La solidarietà non deve mai tradursi in instabilità economica: l’Europa deve agire unita, non divisa.


Difesa comune: un’Europa più forte e autonoma

Il Governo italiano ha avuto un ruolo di primo piano nel riaffermare, già a Copenaghen, la necessità di un approccio complessivo alla sicurezza europea, che guardi non solo a Est ma anche al Mediterraneo e al Sud.

L’Europa non può più permettersi ambiguità. Serve una capacità di difesa autonoma, integrata nella NATO ma capace di proteggere i nostri confini e contrastare le minacce ibride e cibernetiche.

Da europeista convinto, credo che rafforzare la difesa comune europea significhi rafforzare la nostra sovranità e la sicurezza dei cittadini.


Clima e competitività: una transizione giusta

La nostra posizione sul clima e sulla transizione green è di equilibrio e responsabilità.
La sostenibilità deve coniugare ambiente, economia e coesione sociale.

Non possiamo accettare una transizione ecologica che diventi una penalizzazione per imprese, agricoltura e famiglie.
È necessario un Green Deal realistico, non ideologico: obiettivi chiari, ma accompagnati da investimenti e tutela del tessuto produttivo.

L’Italia deve difendere il proprio modello di piccole e medie imprese, senza il quale non c’è né crescita né vera sostenibilità.


Diritto alla casa: un pilastro di giustizia sociale

La crisi abitativa è una delle emergenze del nostro tempo.
L’Europa deve avviare una nuova stagione di politiche sull’housing, sostenendo i territori e le famiglie.

Per questo condividiamo e sosteniamo la proposta del Partito Popolare Europeo di escludere dal patto di stabilità le spese per le politiche abitative.
Investire nel diritto alla casa significa rafforzare la coesione sociale e la competitività dei nostri territori.


Migrazione: responsabilità e umanità

Il Patto sulla migrazione e l’asilo deve essere attuato in modo efficace e coerente, garantendo percorsi sicuri e legali e la protezione dei minori, come richiesto anche da organizzazioni come l’Unicef.

Come ha ricordato il Presidente Sergio Mattarella, l’Europa vive una fase storica: non può permettersi cedimenti.
L’Italia sarà protagonista nel costruire una nuova Unione europea più forte e più solidale, capace di affrontare con chiarezza politica il quadro geopolitico attuale.


L’Europa che vogliamo

Noi, europeisti convinti, sosteniamo con convinzione la linea del Governo, nella consapevolezza che un’Europa con un’Italia forte è un’Europa più influente.
Per questo, abbiamo votato favorevolmente alla risoluzione di maggioranza sulle comunicazioni del Governo in vista del prossimo Consiglio Europeo.

Un voto che guarda al futuro, con senso di responsabilità, unità e visione europea.

Antonio

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