.Nel giorno della celebrazione del primo maggio, voglio ricordare che il lavoro è legato alla sicurezza. Cosi il Senatore Questore UDC Antonio De Poli, nel commemorare questa giornata commenta i dati diffusi dal CISl Veneto su un fenomeno, che continua a fare troppe vittime. Oggi, in un Paese civile, non si può morire di lavoro. La battaglia per la sicurezza nei luoghi di lavoro è un gesto di civiltà: è inaccettabile che si continui a morire in un Paese moderno e avanzato. In Veneto sono state registrate 22 morti nei primi 3 mesi del 2018. Sono la precarietà, l’improvvisazione, l’omissione delle misure di sicurezza, la carenza di adeguati controlli, rispetto alla dimensione delle situazioni di rischio, nonché un’insufficiente cultura della prevenzione, le cause più diffuse della frequenza e della gravità degli incidenti sul lavoro. Questo quadro è confermato anche dai dati diffusi dalla CISL regionale secondo cui il 38% degli Infortuni mortali avviene nei campi al secondo posto c’è il settore delle costruzioni e infine la metalmeccanica. Secondo i dati diffusi nel dossier, nei 7 anni presi in esame la maglia nera aspetta Vicenza con 63 infortuni mortali seguita da Verona e Treviso con 59. L’incidenza dei casi avvenuti in agricoltura e parti coralmente rilevante nel veronese con 30 casi registrati. Per fermare il fenomeno bisogna intervenire anche sulla lotta al lavoro sommerso e irregolare. Occorre intensificare i controlli e prevedere misure premiali per le imprese virtuose, che investono in sicurezza. Per non dimenticare il sacrificio pagato in termini di vite umane e promuovere la cultura sul tema – ha concluso De Poli – ho presentato una proposta di legge per istituire la giornata nazionale della sicurezza sul lavoro.”