Antonio De Poli

79esima Assemblea annuale di Ance Padova

Cari amici,

oggi pomeriggio su invito della presidente Monica Grosselle ho partecipato all’assemblea dell’ANCE Padova.

La giornata di oggi ha un titolo coraggioso ed emblematico: “Costruzioni: tra sostenibile e (In)sostenibile”. È un titolo che pone nella giusta evidenza luci e ombre, gli aspetti positivi e le criticità che vive il sistema.

Come sappiamo, nell’ambito della Missione Net Zero Cities, la Commissione europea ha incluso Padova, unica città veneta e del nord est, tra le 100 città in Europa e le 9 in Italia che tenteranno la sfida della neutralità climatica entro il 2030.

E’ un progetto che intende accelerare la transizione ecologica e sicuramente sarà un’occasione importante per Padova che potrà cogliere questa sfida per elaborare best practices ed essere quindi, per il resto d’Italia, città modello per la transizione ecologica.

La transizione ecologica è un processo che riguarda tutti e che coinvolge pienamente il settore delle costruzioni.

E’ un lavoro di squadra, perché passa innanzitutto da decisioni politiche, percorsi condivisi con i rappresentanti delle imprese, oltre che con i rappresentanti degli Enti locali.

Parto da una premessa. Dobbiamo cambiare paradigma:

Lo Stato deve essere un alleato di chi come voi …produce ricchezza, di chi crea posti di lavoro, e non un nemico.  Questa è la premessa da cui partire.

Detto questo, se è vero che la sfida della sostenibilità è ambiziosa, possiamo vincerla facendo squadra.

La sostenibilità va intesa a 360 gradi, dal punto di vista ambientale, economico e sociale. Guai se ci fermiamo soltanto a uno di questi aspetti.

Dobbiamo sfatare un altro mito.

La transizione energetica non è a costo zero.

A mio avviso, serve uno sforzo collettivo e un sostegno finanziario a favore delle imprese, introducendo magari fattori premianti e incentivi per chi intraprende percorsi di sostenibilità.

Ma soprattutto dobbiamo – e lo dico da veneto – dobbiamo dare valore alla professionalità e alla serietà.

Come sapete, abbiamo approvato in Parlamento l’autonomia.

E’ un percorso che è partito, su cui certamente c’è ancora molta strada da fare.

Si tratta di una riforma che a me piace sintetizzare in due parole: meno burocrazia e più efficienza. È ciò di cui hanno bisogno i nostri territori, i cittadini e, a maggior ragione, le imprese.

L’autonomia è deve essere colta come un’opportunità per sburocratizzare.

Dobbiamo, come dicevo, impegnarci per dare valore alle imprese qualificate del nostro territorio, dare valore alla professionalità e alla serietà delle nostre aziende e di chi, come Voi, ogni giorno si impegna per creare valore aggiunto e si contraddistingue per la qualità del lavoro nel nostro territorio.

Ecco perché dico che bisogna cambiare paradigma.

Tuttavia, non può esserci sostenibilità, se non c’è e non ci sarà nel prossimo futuro un terreno fertile.

Cosa voglio dire? La sostenibilità è come un frutto che nasce, cresce e si sviluppa se riusciamo a creare un ecosistema a lei favorevole.

Ecco perché, ad esempio, sono importanti le infrastrutture.

All’inizio del mio intervento accennavo alla Missione Net Zero Cities, in cui Padova è e sarà protagonista.
Bene, le smart cities possono erogare servizi se ci sono infrastrutture.
Oggi le infrastrutture sono non solo più quelle materiali ma anche e soprattutto quelle digitali.

Sono centrali gli investimenti sulla connettività a banda ultra larga. Ci sono dei ritardi nella realizzazione delle infrastrutture di rete, è inutile negarlo.  Come Governo abbiamo ereditato una situazione davvero critica.

Il Governo, sostenuto dalla maggioranza in Parlamento, non a caso, investirà proprio su questo capitolo oltre 2,8 miliardi di euro sulla  Strategia Nazionale per la Banda Ultra Larga.

Come recita il vostro titolo, il settore delle costruzioni si muove tra il sostenibile e l’insostenibile.

Se, da un lato, è vero che il comparto dell’edilizia ha colto appieno la sfida della sostenibilità, – e voi oggi con questa iniziativa ce lo state dimostrando -; è altrettanto vero però che non mancano delle criticità da affrontare come la carenza di manodopera qualificata e le scadenze da rispettare per mettere a terra le opere del PNRR entro il 2026.

Proprio su quest’ultimo punto mi sono speso personalmente, accogliendo fra l’altro le preoccupazioni espresse da molti sindaci.

Non è possibile che le amministrazioni che stanno completando progetti già approvati non abbiano ancora ricevuto parti rilevanti del finanziamento previsto dal Pnrr. Ho posto la questione sul tavolo del Ministro Giorgetti.

Il decreto Omnibus che abbiamo approvato in Parlamento stabilisce che è necessario garantire i pagamenti entro 30 giorni. Ora aspettiamo che venga redatto e poi approvato il decreto ministeriale. In attesa cosa facciamo? I Comuni e le imprese (perché ricordo che dietro un cantiere c’è sempre un’impresa che lavora!) necessitano di certezze.

La mia proposta è di applicare condizioni di vantaggio, senza ulteriori oneri a carico dei Comuni stessi, per eventuali prestiti necessari a garantire la continuità delle opere del PNRR.

E’ un’iniziativa che è in sintonia con il cambio di paradigma di cui il nostro Paese ha fortemente bisogno.

Per far crescere il settore dell’edilizia che, da sempre, rappresenta un comparto che traina l’economia della nostra Italia, della nostra regione e della nostra provincia di Padova!

Antonio