A Gallio per la Summer School di Motore Sanità “Programmare il futuro coniugando l’innovazione”

Questa mattina a Gallio per partecipare alla Summer School di Motore Sanità ,che ormai è diventato un appuntamento consueto ed importante, con interlocutori di altissimo livello.

Quest’anno si parla di innovazione, nuovi farmaci, nuove tecnologie.
“Programmare il futuro coniugando l’innovazione” è il titolo dell’edizione 2019.

Credo che queste occasioni di confronto siano molto stimolanti in quanto c’è bisogno, oggi, per affrontare le nuove sfide che la POLITICA si metta anche in ascolto di chi AMMINISTRA LA SANITA’ .

Serve fare più che mai gioco di squadra, per affrontare alcuni nodi importanti, a partire dalla CARENZA DEI MEDICI (che è un problema nazionale, da qui al 2028 mancheranno più di 80.000 medici in Italia, 12.000 medici ospedalieri solo nei prossimi 8 anni).

Sono tante e anche complesse le questioni che riguardano la SANITA’ ITALIANA.

Nel corso del mio intervento, ho cercato di focalizzare l’attenzione su alcuni temi, partendoo dal rapporto Gimbe, pubblicato qualche giorno fa.

In 10 anni, dal 2010 al 2019, il Servizio sanitario nazionale ha subito un taglio complessivo pari a 37 miliardi, di cui 25 miliardi di tagli delle diverse manovre finanziarie e altri 12 miliardi di definanziamento, nel senso che al Servizio sanitario nazionale sono andate meno risorse rispetto a quelle programmate.

A confermare questo trend c’è un altro dato: secondo il report della Gimbe, il rapporto tra spesa sanitaria e Pil Prodotto interno lordo scenderà, nei prossimi tre anni, anzi continuerà a scendere e  passerà dal 6,7% del 2017 al 6,4% nel 2022.

In Europa siamo fanalino di coda: Svizzera, Germania, Francia, Svezia, Austria, Danimarca, Belgio, Norvegia, Olanda, Regno Unito, Finlandia, Portogallo e Spagna destinano alla sanità una percentuale del PIL superiore alla nostra.

L’Italia al contrario si avvicina ai Paesi dell’Europa orientale (Ungheria, Polonia, Repubblica Slovacca, Lituana, Estonia) che invece stanno aumentando le risorse per la sanità.

Il Servizio sanitario nazionale, lo scorso anno, ha compiuto 40 anni dalla sua istituzione. Ricordo che Motore Sanità ha dedicato un’iniziativa importante, proprio a Roma.

Io ritengo che il SSN sia l’opera pubblica – L’INFRASTRUTTURA PUBBLICA PIU’ IMPORTANTE MAI REALIZZATA.

Tante volte parliamo di opere e infrastrutture.

Bene, non possiamo dimenticarci a mio avviso di quello che oggi rappresenta il SSN.

Oggi sicuramente ci sono nuove sfide da affrontare rispetto a 40 anni fa: in primis l’aumento delle malattie croniche, l’aumento della popolazione anziana che, con più patologie, diventa un target importante.

Vi cito solo un dato: i pazienti multicronici – ovvero con almeno 3 malattie croniche – aumenteranno: 13 mln nel 2024; 14 mln nel 2034, pari al 20-22% della popolazione.

A questo target bisogna rivolgersi con attenzione visto che, purtroppo, le famiglie non hanno più la capacità di sopperire alle carenze del sistema sanitario. C’è un aumento della popolazione non autosufficiente.

Apro una parentesi.

Al Nord le persone non autosufficienti ospitate in strutture residenziali sono 25 su 1000 abitanti. Al Sud sapete quante sono? 9 su 1000.
Stando al rapporto Censis, il 33% delle famiglie, al Sud, si è dovuto rivolgere a un infermiere privato per chiedere assistenza pagando di tasca propria. Al Nord il dato è dimezzato.

Dati simili si riscontrano per gli anziani. Non è un caso che proprio le regioni come Veneto Lombardia ed Emilia Romagna che investono di più sulla sanità hanno un’aspettativa di vita che è di 1,5 anni in più rispetto al resto d’Italia.

In generale, dunque, i bisogni sono cambiati. Il nostro sistema sanitario va rinnovato.

Serve Piano Marshall per adattarlo a nuovi bisogni della popolazione, integrando ospedali e territorio.

Serve un intervento strategico, sia sulla rete ospedaliera che sulla rete territoriale sociosanitaria.

Il nuovo Piano sanitario nazionale deve tenere conto di ciò: trasformiamo le Aziende sanitarie in Aziende per i servizi alla persona con l’obiettivo di una presa in carico della persona a 360 gradi. Serve maggiore attenzione alla medicina territoriale e, come dicevo, un’integrazione reale tra sociale e sanitario.

C’è la necessità a mio avviso di POTENZIARE LA MEDICINA TERRITORIALE per rispondere sempre meglio ai bisogni dei cittadini e delle famiglie,
RAFFORZARE IL RUOLO DELLA PREVENZIONE con strumenti come quelli già esistenti (screening tumorali) e con nuovi strumenti come il PIANO NAZIONALE SULLA CRONICITA’ che, finora, è rimasto sulla carta.

Ma soprattutto bisogna INVESTIRE RISORSE PER UNA SANITA’ che ha bisogno di stare al passo con i tempi e che, pertanto, ha bisogno di ‘ossigeno’.

Le risorse, come sappiamo, sono insufficienti.

La sanità, oggi, ha bisogno di risorse appunto, perché oggi la NOSTRA SANITA’ è cresciuta in termini di nuove tecnologie, ricerca e farmaci innovativi ma – dall’altra parte – questa crescita non è pari alla crescita che, invece, è mancata in termini risorse.
C’è un DISALLINEAMENTO.

Bisogna rimettere in asse i due elementi!

Servono risorse. Bisogna farlo anche  e soprattutto per RIMUOVERE LE DISEGUAGLIANZE che, oggi, purtroppo, esistono da Nord a Sud e per promuovere quello che – lo ricordo – è un diritto SANCITO DALLA NOSTRA COSTITUZIONE. IL DIRITTO A CURARSI. Non possiamo accettare che, in questo Paese, ci sia chi oggi può curarsi e chi invece, per motivi economici, non può farlo.

Sono battaglie – e qui concludo – che credo non abbiano COLORI POLITICI.
Sono battaglie per il sistema-Paese. E penso che, proprio per questo, ‘fare squadra’ più che mai sia indispensabile!

Sono certo che la Summer School di Motore Sanità che è stata aperta ieri e che si chiuderà oggi a Gallio sarà ricca di stimoli e di input importanti per il legislatore.

Antonio

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