Adozione gay in Veneto: De Poli (Udc), no a sentenze creative, riformare legge 184/1983

“L’interesse del minore viene prima di tutto. La Convenzione di New York sui diritti del fanciullo ci ricorda il diritto dei bambini ad avere una famiglia.- E secondo la nostra Costituzione la famiglia è composto da un uomo e una donna. Diciamo quindi NO a sentenze creative: la decisione in Veneto dei giudici del Tribunale per i minorenni di Venezia, favorevole ad un’adozione gay, rischia di lasciare ai giudici un compito che è solo ed esclusivamente del legislatore”. Lo afferma il senatore UDC Antonio De Poli commentando il caso della prima adozione gay in Veneto con una sentenza del Tribunale dei minorenni di Venezia, favorevole all’adozione di una bimba da parte di due mamme. “Sulle adozioni va compiuto un percorso di riforma che deve essere assolutamente sganciato dal tema della genitorialità gay che è stata vietata con il provvedimento sulle unioni civili”, chiarisce De Poli secondo cui “le regole una volta scritte vanno applicate. Con il provvedimento sulle unioni civili abbiamo stoppato chi voleva introdurre nel nostro ordinamento le adozioni gay. E’ assolutamente inaccettabile. E’ chiaro che c’è la necessità di una riforma delle adozioni, con una revisione della legge 184/1983 sulle adozioni in casi particolari. Il diritto del minore ad avere una famiglia vale di più del desiderio dei singoli di diventare genitori”, conclude De Poli.

Articolo del Corriere del Veneto