Assemblea Ance a Padova: rivedere il codice degli appalti

Venerdì scorso ho partecipato all’Assemblea ANCE di Padova. Credo che la politica debba porsi in ascolto delle categorie economiche: più che mai, in questo momento, serve un patto tra le categorie economiche e la politica per affrontare i nodi della crisi. E’ vero, i momenti più difficili, forse, li abbiamo lasciati alle nostre spalle ma la ripresa è ancora un obiettivo da raggiungere.

L’argomento che l’Assemblea ha inteso affrontare è estremamente importante: rigenerazione urbana e quindi anche lotta contro il degrado nelle periferie, da una parte, e messa in sicurezza dei territori, dall’altra sono i due binari che, a mio avviso, bisogna seguire e su cui bisogna insistere, nei prossimi anni, per garantire sviluppo e crescita al settore dell’edilizia che è un comparto chiave dell’economia della nostra regione.

Nelle casse delle regioni sono in arrivo ulteriori consistenti risorse da destinare alla messa in sicurezza della scuola. Le risorse arrivano dal maxi fondo di 46 miliardi gestito dalla Presidenza del Consiglio (istituito dalla Legge di Bilancio del 2016). Lo schema di decreto è pronto, ha ricevuto l’ok da parte della Conferenza unificata delle regioni. Dalla ripartizione di 1 miliardo alle regioni: (sono interventi riservati per espressa indicazione alla prevenzione del rischio sismico nelle scuole) emerge che al Veneto vanno quasi 65 milioni di euro.

Il parere sullo schema di decreto sulla programmazione 2018-2020 sull’edilizia scolastica (in totale 1,7 miliardi) è stato rinviato in Conferenza unificata perché c’è una resistenza da parte delle Province (critico il presidente dell’UPI Achille Variati) . Le Province chiedono infatti un riequilibrio nella programmazione a loro favore, visto che le Province si occupano, per la loro parte, di sicurezza nelle scuole per gli istituti superiori.

In totale sono 2,7 miliardi di risorse.

Sono piccoli segnali sicuramente importanti ma bisogna fare di più.

La ripresa è una lenta risalita dopo il crollo del 2008.

L’Italia, purtroppo,  è il Paese europeo con la più bassa crescita nel 2017-2019: il Pil salirà, secondo le stime dell’1,5% quest’anno e dell’1,3% il prossimo. Tra il 2008 e il 2013, negli anni della crisi, l’Italia ha perso 9 punti di Pil. E l’economia non dà segnali di ripresa, se consideriamo che gli italiani continuano a spendere poco….i consumi restano inferiori del 4,5% inferiori rispetto al 2007.

Il dato più eloquente riguarda gli investimenti pubblici che dall’inizio della crisi, nel 2007, sono crollati del 26%. E il dato che riguarda l’edilizia è molto importante: il settore delle costruzioni registra -44% .  Parliamo di una flessione di 700.000 posti di lavoro.

Il settore edile, purtroppo, è l’unico che non sta vivendo la stagione della ripresa economica e la politica nazionale – è evidente – di ciò deve farsi carico, visto che parliamo di un settore traino della nostra economia nazionale e regionale.

La giornata di venerdì ha rappresentato  un’occasione per ascoltare le vostre richieste come categoria, su temi importanti come il Codice degli Appalti su cui ci sono ritardi e criticità, con pubbliche amministrazioni che risultano ingessate rispetti agli innumerevoli adempimenti formali loro richiesti. Serve meno burocrazia, più semplificazione. Soprattutto a beneficio della crescita delle piccole e medie imprese che rappresentano il cuore del tessuto produttivo della nostra regione.

E’ evidente che bisogna invertire la rotta sul fronte degli investimenti pubblici e puntare su due fattori che voi, in questa Assemblea, avete bene messo  in evidenza: messa in sicurezza del territorio e riqualificazione urbana.

Oggi – sono le cifre che parlano – 11 milioni di case sono a rischio sismico, il 74% delle abitazioni non sonoa deguate alla normativa vigente. C’è molto da fare.

E se per superare le criticità ,per far ripartire l’edilizia e l’economia è indispensabile rimettere mano al Codice degli appalti, credo che sia doveroso farlo e valutare eventuali modifiche in tal senso.

Servono politiche industriali di lungo periodo, bisogna lavorare in prospettiva e non guardare al giorno dopo. Servono programmi di spesa di lungo periodo. Solo così l’edilizia potrà giocare un ruolo fondamentale per la crescita e lo sviluppo del Paese .