

Aprire l’ultima giornata di Atreju è stato per me un grande onore, ma anche una responsabilità profonda. Su quel palco era rappresentato tutto il centrodestra, la nostra comunità politica, riunita in attesa dell’intervento del Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni.
Essere ad Atreju non significa semplicemente partecipare a una festa politica. Significa entrare in contatto con il Paese reale: quello che lavora, che crede, che costruisce. Un’Italia autentica, lontana dalla narrazione livida e pessimista di chi fa opposizione a prescindere e dipinge una nazione divisa e senza speranza.
Qui, invece, si respira tutt’altro. Si respira un’Italia orgogliosa, che ha rialzato la testa, che discute e partecipa, che non si chiude nel rancore ma apre spazi di libertà, di impresa, di cultura e di famiglia. Un’Italia che non ha paura.
Il messaggio scelto per questa edizione di Atreju – “Sei diventata grande” – racconta bene la maturità raggiunta da questa manifestazione. Ma oggi possiamo dirlo con convinzione: è diventata grande soprattutto l’Italia.
Un’Italia che ha riconquistato fiducia, prestigio e credibilità. I dati lo confermano: cresce il PIL, cresce l’occupazione – mai così alta nella storia repubblicana – cresce la fiducia dei mercati. Persino lo spread, per anni utilizzato come clava politica, è diventato un ricordo lontano. Segnali chiari di un Paese che ha ritrovato serenità e una direzione.
Questa fiducia si percepisce ad Atreju, tra i giovani, le famiglie, i volontari, tra chi viene per ascoltare e per capire. I veri recinti oggi non sono nella società, ma nelle ideologie di chi rifiuta di comprendere la direzione che l’Italia ha intrapreso.
Non parlo di sondaggi o risultati elettorali. Quelli sono una conseguenza. Parlo di una sensazione profonda, di un’aria nuova che attraversa il Paese. Riscatto, orgoglio, autorevolezza, competitività, sussidiarietà: sono le parole chiave di questa stagione politica.
Il centrodestra, con Giorgia Meloni alla guida, ha compiuto un’operazione straordinaria: ha conquistato un’egemonia culturale e sociale non con gli slogan, ma con i fatti. Non con moralismi o editoriali livorosi, ma andando tra la gente, ascoltando e offrendo una visione fondata su responsabilità, libertà e merito.
In pochi anni l’Italia ha ritrovato dignità internazionale, stabilità interna e una rotta chiara. Abbiamo lasciato alle spalle la stagione dell’assistenzialismo e delle illusioni, dicendo con franchezza che è tempo di costruire, riformare, cambiare davvero.
Le sfide davanti a noi sono decisive. Penso, ad esempio, alla riforma della giustizia e al referendum che restituirà ai cittadini il diritto di scegliere. Non sono semplici battaglie politiche, ma capitoli di una nuova modernità italiana, che le persone comprendono perché ne vedono gli effetti nella vita quotidiana.
Gli italiani sanno che questo centrodestra li ha riportati al centro dell’agenda politica. Ha rimesso in moto il Paese, ha restituito fiducia e voce a chi non ne aveva più.
Oggi l’Italia non subisce le decisioni europee: le orienta. È un ponte solido tra Europa e Stati Uniti, protagonista nelle grandi sfide globali, dalla sicurezza alla competitività, dall’energia alla difesa comune. È tornata centrale, e lo sarà sempre di più.
Atreju ne è la dimostrazione: non solo un evento politico, ma una vetrina di idee e libertà, un luogo in cui il centrodestra si confronta, cresce e si riconosce.
Giorgia Meloni è la principale artefice di questo percorso. È il collante di una coalizione che, pur nella diversità delle sue anime, trova forza in un obiettivo comune: garantire all’Italia stabilità, speranza e visione. È finito il tempo delle rendite di posizione e delle ideologie stanche.
La sinistra ha perso il contatto con il suo popolo. Noi quel popolo lo incontriamo ogni giorno. È la nostra forza, la nostra radice, la nostra ragione d’essere.
Da Atreju parte un messaggio chiaro: il centrodestra è unito, è in salute ed è pronto a costruire il futuro. Con umiltà, coerenza e coraggio. Con la consapevolezza che la politica non è un mestiere, ma un servizio.
Perché l’Italia che cresce, che crede e che sogna non è solo l’Italia di oggi, ma quella dei nostri figli. È l’Italia del futuro.
Una sfida non contro qualcuno, ma per qualcuno: per le famiglie, per i giovani, per chi lavora, per chi non si arrende.
Grazie Atreju, per ricordarci ogni anno chi siamo.
Grazie a Giorgia Meloni per aver restituito orgoglio e direzione.
Grazie al centrodestra, casa dei valori, delle idee e della speranza italiana.
Antonio
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