Autonomia: Il Senato approva!

Cari amici,

oggi pomeriggio, in aula a Palazzo Madama, sono intervenuto in dichiarazioni di voto sul ddl n. 615 d’iniziativa governativa, collegato alla manovra, sull’attuazione dell’autonomia differenziata delle Regioni a statuto ordinario. Ecco il testo integrale del mio intervento:

Cari colleghi,

Oggi ci apprestiamo a votare il disegno di legge sull’Autonomia differenziata.

Stiamo vivendo una giornata storica. Lo dico da veneto – lo ammetto – anche un po’ di emozione!

E’ una giornata importante, senza dubbio, perché l’embrione di questo risultato normativo sta in una data – il 22 ottobre 2017 quando si è svolto, in due regioni, fra cui il Veneto, il referendum sull’autonomia.

Con questo voto oggi, con il Centrodestra al Governo, cari colleghi, REALIZZIAMO LA VOLONTÀ DEI CITTADINI. PENSO, IN MODO PARTICOLARE, AI 2,3 MILIONI DI VENETI ( e 2,9 mln di lombardi) CHE HANNO VOTATO nel referendum A FAVORE DI QUESTA RIFORMA.

UNA RIFORMA CHE, DUNQUE, è un risultato, oserei dire, UNA GRANDE VITTORIA DEI CITTADINI E PER I CITTADINI! 

In questi anni – e dopo la crisi del Covid ce ne siamo resi conto ancora di più – le Regioni rivendicano un ruolo più incisivo a livello amministrativo. Non è un caso che siano 14 le regioni che, a diverso titolo, abbiano chiesto  maggiore autonomia allo Stato, deliberando di avviare una trattativa con il Governo centrale, per ottenere ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia, come previsto dalla nostra Carta.

Riformare e modernizzare le nostre Istituzioni.

OGGI CON QUESTO VOTO REALIZZIAMO LA VOLONTÀ DEI CITTADINI!

ECCO PERCHÉ QUESTO È UN PASSAGGIO STORICO ED EPOCALE NELLA STORIA DELLE NOSTRE ISTITUZIONI.

Ringrazio – e non sono ringraziamenti retorici di circostanza – il Ministro per gli Affari regionali e le autonomie, Roberto Calderoli.

Senza la sua tenacia e la sua determinazione mai e poi mai avremmo potuto ottenere questo obiettivo.

Durante il dibattito – cari colleghi – ho ascoltato con attenzione i punti di vista di ciascuno.

Personalmente mi sono fatto un’idea.

In quest’Aula, oggi, si scontrano/confrontano due impostazioni, due visioni diametralmente  opposte.

Noi DELLA MAGGIORANZA DI CENTRODESTRA GUARDIAMO AL FUTURO DELLE NOSTRE ISTITUZIONI con questa riforma e lo facciamo attuando il dettato costituzionale e, in modo particolare, il terzo comma dell’art. 116 della nostra Carta.

AL contrario, l’opposizione – posizione che rispettiamo –, anziché guardare al futuro, preferisce lasciare tutto cosi com’è, optando per l’immobilismo e la conservazione.

  • L’AUTONOMIA È NELLA STORIA DELL’ITALIA.

Un grande padre costituente che fu anche Presidente della Repubblica, Luigi Einaudi, disse che si sarebbe dovuto garantire a ogni uomo l’autonomia che gli spetta.

Un altro protagonista della nostra Storia: il siciliano don Luigi Sturzo affermò: “Sono unitario ma federalista impenitente”.

Einaudi e don Sturzo, due figure centrali della storia repubblicana, ci dicono quanto siano profonde le radici dell’autonomia.

Sono le radici di una riforma culturale che, oggi, impone un cambio di mentalità.

 

  • L’AUTONOMIA È UN IMPEGNO.

E’ un primo passo concreto che va finalmente nella giusta direzione.

Ricordo che il regionalismo differenziato si pone in continuità ed in sintonia con le caratteristiche territoriali della nostra Italia.

L’Italia è un mosaico di territori dalle potenzialità straordinarie.
Le esigenze delle regioni sono diverse e ciascuna di esse, grazie a questo ddl, potrà ottenere e gestire alcune materie.

Pensiamo ad esprimere le potenzialità dei territori ma avendo chiaro in mente un obiettivo: migliorare l’efficienza e la qualità dei servizi nei confronti dei Cittadini.

  • L’AUTONOMIA È RESPONSABILITÀ

La conseguenza più importante di questa riforma è riassunta in questa bellissima parola: “responsabilità”.

In parole povere, il cittadino ha il diritto di sapere chi gestisce la cosa pubblica come lo fa, in modo che sia egli stesso a giudicare chi amministra bene e chi amministra male, SENZA INUTILI SCARICABARILI.  

E’ un concetto che è stato anche ben evidenziato dall’autorevole costituzionalista Sabino Cassese che presiede il Comitato per i LEP (Livelli essenziali delle prestazioni) e ha svolto un importante e proficuo lavoro per la determinazione dei LEP, lavoro che non era mai stato fatto prima!

Vedete, in politica le critiche possono essere di due tipi: o frutto di un ragionamento serio e di buon senso o semplicemente strumentali e propagandistiche.

Torniamo indietro nel tempo: scorsa legislatura.

La Commissione bicamerale affari regionali svolge un’indagine conoscitiva sull’autonomia differenziata. Lavori conclusi a luglio 2022. Fra le disposizioni assunte all’unanimità – e sottolineo all’unanimità, con il voto di tutto le forze parlamentari – la necessità di procedere a una legge quadro che coinvolgesse il Parlamento. Inoltre, si stabilisce che si doveva arrivare alla definizione dei LEP Livelli essenziali delle prestazioni entro 24 mesi.

E, oggi, l’opposizione cosa fa?

Vuole far crollare tutto, vuole fermare il percorso.

E soprattutto: scende in piazza con l’arma della propaganda.

La definizione dei LEP – è stato detto più volte nel corso del dibattito in Aula – era lo step necessario. Come ha detto il professor Cassese, per finanziare qualcosa devi prima definire quello che vuoi finanziare, stabilirne il livello essenziale e noi lo abbiamo fatto.

GIÙ LA MASCHERA, ALLORA.

IL CENTRODESTRA AL GOVERNO, OGGI, PONE LA PAROLA ‘FINE’ ALL’INERZIA E ALL’IMMOBILISMO DEL PASSATO.

Con il lavoro del CLEP lo Stato potrà individuare le risorse giuste per ogni regione ed eliminare i divari.

Dagli interventi degli esponenti delle opposizioni, durante il dibattito in Aula ma anche fuori, SEMBRA CHE SIA IN ATTO UNO SMANTELLAMENTO DELLE ISTITUZIONI REPUBBLICANE.

TUTTE FAKE NEWS. Così come l’Italia non è andata in esercizio provvisorio lo scorso anno. All’opposizione è andata male anche stavolta. Sono obiezioni irricevibili. Ricostruzioni apocalittiche e fantascientifiche.

Oggi scopriamo con grande meraviglia che per voi è incostituzionale approvare una legge che applica e traduce in realtà il nostro dettato costituzionale.

Noi Centrodestra vogliamo stabilire un principio: la Pubblica amministrazione sia più vicina possibile ai bisogni e alle esigenze dei cittadini. E’ il PRINCIPIO DI SUSSIDIARIETÀ.

Vogliamo CHE L’AUTONOMIA DIFFERENZIATA AVVENGA CON LE GIUSTE E DOVUTE GARANZIE, CON IL CONTRIBUTO DEL PARLAMENTO, assicurando l’UNIFORMITÀ DEI DIRITTI ESSENZIALI A TUTTI I CITTADINI, DA NORD A SUD.

E’ qualcosa di rivoluzionario. E sapete perché?

Perché questa riforma individua un corretto bilanciamento tra il principio di autonomia finanziaria e quello di SOLIDARIETÀ, con il sistema perequativo e il suo funzionamento.

L’articolo 10 stabilisce, infatti, al comma 1, misure perequative e di promozione dello sviluppo economico, della coesione, della solidarietà sociale. 

PEREQUAZIONE E SOLIDARIETÀ IN QUESTO PROVVEDIMENTO CI SONO!

Nel dibattito sull’autonomia, più volte si è detto che IL PARLAMENTO avrebbe assunto un ruolo di SPETTATORE PASSIVO. Non è così.

Lo dimostra l’articolo 3 che prevede un rafforzamento del ruolo del Parlamento, visto che la determinazione dei LEP sarà affidata a norme di rango primario (che deve quindi passare all’esame delle Camere).

Lo dimostra il fatto che la legge di approvazione delle intese è rafforzata, ovvero deve avvenire a maggioranza assoluta dei propri componenti.

Oggi viviamo nel XXI Secolo. IL RUOLO DELLO STATO E DELLE REGIONI È CAMBIATO in questo primo quarto di secolo rispetto al passato? Certamente sì.

Come è cambiato? Penso all’emergenza Covid che ha visto proprio le regioni giocare un ruolo di grande rilevanza.

Un momento in cui le regioni hanno saputo dare un buon esempio di coordinamento con le istituzioni centrali, ispirandosi sempre a uno spirito di leale collaborazione e di disponibilità al dialogo.

Votando questa riforma sull’Autonomia, abbiamo l’intenzione di guardare al futuro. E cari colleghi non possiamo guardare al futuro dallo specchietto retrovisore!

Ecco perché oggi BISOGNA LAVORARE A UN NUOVO MODELLO DI COORDINAMENTO TRA POLITICHE STATALI E REGIONALI, CON L’OBIETTIVO DI RENDERE PIÙ EFFICIENTE IL RACCORDO TRA STATO E REGIONI. 

Mi avvio alle conclusioni. I percorsi del passato per portare a casa l’autonomia si sono arenati nelle sabbie mobili degli annunci.

Caro Ministro, dopo 40 giorni dal Tuo insediamento, il treno dell’autonomia – che fino a quel momento sembrava si fosse arrestato inesorabilmente – è ripartito.

Con questo Governo, con questa maggioranza in Parlamento –ABBIAMO DECISO DI NON MANDARE ALLE CALENDE GRECHE LA VOLONTÀ ESPRESSA DAI NOSTRI CITTADINI (veneti e lombardi).

In maniera coesa e compatta, ABBIAMO MANTENUTO UN IMPEGNO ASSUNTO CON GLI ITALIANI.

L’AUTONOMIA NON E’ UN CAPRICCIO DEL CENTRODESTRA.

Non è un caso, come dicevo prima, che 14 regioni ordinarie su 15 chiedano l’autonomia.  

Non è un caso che lo abbiano chiesto anche governatori di centrosinistra che hanno solo un interesse prioritario: dare maggiori servizi alle proprie comunità.

Dopo questo passaggio al Senato e dopo il voto della Camera, sarà importante e cruciale proseguire con gli altri step e dunque con l’intesa tra Governo e Regioni interessate sull’autonomia.

Da oggi COMINCIA UN PERCORSO NUOVO, DI RINASCITA DELLE NOSTRE ISTITUZIONI.

Diciamo SI’ ad una RIFORMA CHE PREMIA CHI AMMINISTRA BENE e quindi vuol dire prima di tutto RESPONSABILITA’.

Diciamo SI’ ad una riforma che GUARDA AL BENE E AL FUTURO DELLE NOSTRE COMUNITA’ e che serve soprattutto per DARE PIÙ SERVIZI AI NOSTRI CITTADINI!

Per questo motivo ANNUNCIO IL VOTO FAVOREVOLE DEL GRUPPO CIVICI D’ITALIA – UDC – CORAGGIO ITALIA – NOI MODERATI AL DDL SULL’AUTONOMIA DIFFERENZIATA.

Vi ringrazio per l’attenzione,

Sen. Antonio DE POLI

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