Difendiamo il diritto di esistere di 30.000 imprese italiane che operano nel settore balneare. A Palazzo Madama ho presentato un’interrogazione parlamentare al Presidente del Consiglio dei ministri, Matteo Renzi, al Ministro dell’Economia Piercarlo Padoan e al Ministro dei Beni culturali, Dario Franceschini. Non servono soluzioni tampone o vie di fuga, l’unica via d’uscita consiste in una legge di riordino del settore, come auspicano da tempo le categorie del settore balneare da tempo.
Chiedo al Governo di porre fine a una situazione di precarietà e di dare risposte certe ai tanti imprenditori, grandi e piccoli che siano, che rappresentano una realtà fondamentale per il sistema turistico nazionale. Stiamo parlando di 30.000 imprese e delle relative famiglie che tengono in piedi un sistema che oggi rappresenta l’eccellenza della fruizione ricettiva e turistica italiana. Il punto in questione, come tutti sappiamo, è la sentenza della Corte di giustizia UE – attesa a fine mese – che contesta al nostro Paese il rinnovo automatico delle concessioni.
Il rinnovo automatico è stato cancellato introducendo un periodo di transizione fino al 2015, scadenza che è stata poi spostata al 2020. Una pronuncia negativa della Corte riporterebbe le concessioni demaniali all’originaria scadenza provocando un vero e proprio caos per le migliaia di strutture balneari del nostro Paese. Lo stato di incertezza normativa che subiscono le aziende balneari tra cui quelle del Veneto – che parteciperanno domani a Roma, in piazza Santissimi Apostoli, alla manifestazioneindetta, fra gli altri, da Assobalneari, Confartigianato, CNA, Confcommercio e Confindustria – è ormai diventato insopportabile. Le imprese, per investire, hanno bisogno di agire in un quadro di certezze che oggi non esiste.
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