“Il Corriere, nei giorni scorsi, ha raccontato la storia di Elisa, in stato vegetativo da 12 anni. Il padre non sa cosa fare, se staccare la spina o meno. Stamane ho letto sul Corriere della sera un’intervista all’arcivescovo Vincenzo Paglia, presidente della Pontificia Accademia per la Vita, il quale dice: non lasciamo sole le famiglie, bisogna promuovere la cultura dell’accompagnamento. Io credo che troppo spesso il legislatore agisca sulla scia di un’onda emotiva, magari scatenata da un caso mediatico particolare. E’ profondamente sbagliato, a mio avviso, intervenire alla luce di casi di cronaca che raccontano il dolore di persone che meritano il rispetto e la massima comprensione da parte di ciascuno di noi. A livello legislativo, bisogna intervenire, come ha auspicato oggi Monsignor Paglia: come UDC, la nostra posizione è da sempre favorevole ad una legge sul biotestamento che promuova la cultura della vita: nel testo che sarà all’esame del Senato ci sono troppi passaggi contraddittori e critici: diciamo NO all’eutanasia, NO alla cultura della morte, NO a una legge secondo cui nutrizione e idratazione vengono considerati come trattamenti analoghi a tutti gli altri e in quanto tali rinunciabili. Diciamo NO a derive eutanasiche. Difendiamo la cultura della vita, quella cultura dell’accompagnamento del malato verso una morte dignitosa, di cui oggi parla Monsignor Paglia. Affinché le famiglie non vengano lasciate da sole e affinché il malato terminale non venga più considerato come uno ‘scarto’ non più funzionale e utile alla società ma una persona da accompagnare fino alla fine, per una fine dignitosa”. Lo scrive su Facebook il presidente nazionale dell’UDC Antonio De Poli, commentando l’intervista, pubblicata oggi sul Corriere della sera, in cui il presidente della Pontificia Accademia per la Vita, Vincenzo Paglia, interviene nel dibattito politico sul fine-vita.