Cambiamenti climatici, è ora di fare!

Cari amici,

oggi pomeriggio sono intervenuto in Aula a Palazzo Madama nel corso dell’informativa del ministro Musumeci sui recenti eventi calamitosi. Ecco il testo integrale del mio intervento:

Signor Presidente, Onorevoli Colleghi,

Ringrazio il ministro per la Protezione civile e le politiche del mare, Nello Musumeci, oggi in Aula per questa informativa puntuale e chiara sui recenti eventi calamitosi accaduti in Italia.

In apertura, vorrei rivolgere il mio più profondo cordoglio per le vittime del maltempo in Lombardia e degli incendi in Sicilia ed esprimere affettuosa e sentita vicinanza ai loro familiari.

Vorrei altresì rivolgere un ringraziamento di cuore agli uomini e alle donne della Protezione Civile, Vigili del Fuoco, Forze di polizia, volontari e Forze Armate, pronti sempre ad affrontare l’emergenza con uno spirito di servizio, una dedizione e un amor di Patria che è e deve essere per noi, in quest’Aula, un monito al senso di responsabilità.

Il ministro nella sua relazione ha suddiviso il suo intervento in due parti: la prima sulle tempeste di vento e grandine al Nord, la seconda sugli incendi che hanno colpito in primis la Sicilia.

Il maltempo al Nord, come è noto, ha provocato anche danni economici importanti a cittadini, famiglie, imprese. Bene ha fatto questo Governo con il DL ALLUVIONI recentemente approvato dal Parlamento a incrementare di 200 mln il Fondo per le emergenze.

Dobbiamo andare avanti, serve fare di più.

Ho chiesto al Governo il riconoscimento dello stato di emergenza per i Comuni colpiti dal maltempo al Nord, tra cui il Veneto, e i primi sostegni economici per cittadini famiglie e imprese, oltre che il riconoscimento dello stato di calamità per l’agricoltura, visti gli ingenti danni subite dalle imprese agricole appunto.

Al Sud abbiamo registrato una situazione speculare, che ha destato molta preoccupazione, con gli aumenti record delle temperature e gli incendi.

Su questo fronte bisogna fare un altro ragionamento. Gli incendi non sono spontanei ma dolosi e dobbiamo, a mio avviso, da un lato, rendere più severe le sanzioni contro chi provoca danni all’Ambiente e al nostro patrimonio naturalistico e, dall’altro lato, investire di più sulla prevenzione, sulle risorse umane oltre che sulle nuove tecnologie applicate alla prevenzione (droni, telecamere, sensori).

Il mese di giugno 2023 è stato a livello mondiale il più caldo di sempre. Lo scorso anno in Europa a causa delle alte temperature ci sono state 60.000 vittime di cui 18.000 solo in Italia, il Paese più colpito nel Vecchio Continente

Ondate di calore, alluvioni, siccità e incendi sono tutti “segnali” degli impatti dei cambiamenti climatici.

Ho letto con interesse la lettera di 100 scienziati in cui autorevoli rappresentanti del mondo scientifico e accademico invitano i media (ma direi anche tutti noi) a non parlare di maltempo ma di cambiamento climatico appunto.

La tropicalizzazione è un fenomeno che è arrivato circa 10 anni fa, un fenomeno globale, che riguarda tutto il Pianeta.

Il cambiamento climatico è una minaccia alla salute pubblica.

Ma aggiungo anche al tessuto economico e sociale, visti gli effetti dirompenti che le calamità naturali hanno su famiglie e imprese.

Per noi la linea della scienza è l’unica che si può e si deve perseguire.

Non può e non deve esserci alcun negazionismo perché, come ha detto il presidente Mattarella pochi giorni fa, discutere di certi temi non ha senso ed è surreale.

Questo Governo e questa maggioranza si sono sempre contraddistinte come il Governo e la maggioranza del FARE.

Basti pensare che il Piano nazionale adattamento ai cambiamenti climatici (che era fermo dal 2016) è stato ripreso da questo Governo.

O, ancora, appena insediato, Il Governo ha nominato il Commissario per la Siccità affrontando il tema con una visione organica insieme al problema del dissesto idrogeologico.

LE PAROLE CHIAVE SONO PROGRAMMAZIONE E GOVERNANCE.

SERVE PROGRAMMARE per realizzare le vasche di laminazione, la messa in sicurezza dei fiumi, gli invasi per raccogliere l’acqua piovana (riusciamo a trattenere solo il 10%), fare la manutenzione della rete idrica (perdiamo il 40% dell’acqua dei nostri acquedotti).

Così come serve una regia coordinata e integrata, ovvero UN SISTEMA DI GOVERNANCE NAZIONALE che deve indicare le priorità di intervento in ciascuno ambito territoriale, sulla base della condivisione delle conoscenze e puntando su un coordinamento fra tutti gli enti preposti e competenti.

E’ URGENTE OGGI UNA ROAD MAP DI AZIONI CONTRO IL CLIMATE CHANGE.

Non è solo un problema di risorse.

L’Italia sconta un ritardo, come ha evidenziato il Capo dello Stato qualche giorno fa.

Contro i cambiamenti climatici serve sì agire ma nel contesto di una sostenibilità che va letta a 360 gradi, sostenibilità ambientale ma anche economica e sociale

Siamo ai templi supplementari.

Tocca a noi, ORA, NON DOMANI, MA ORA recuperare il tempo perso, l’immobilismo del passato e centrare gli obiettivi.

Cito un dato emblematico: l’ultima diga realizzata in Italia è stata fatta 40 anni fa.

L’Italia non ha bisogno di un ipocrita ambientalismo ideologico di facciata ma di FARE le opere.

Non è il momento dello scaricabile, cari colleghi.

E’ il momento di FARE. E’ il verbo che conoscono questo Governo e questa maggioranza.

Per queste ragioni, come Gruppo UDC Civici d’Italia – Coraggio Italia – Noi Moderati – MAIE valutiamo positivamente l’informativa del Ministro Musumeci oggi in Aula e accogliamo con favore le azioni messe in campo finora dal Governo.

Vi ringrazio per l’attenzione,

Sen. Antonio De Poli

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