Antonio De Poli

CEMENTIFICI: GOVERNO RICONOSCA LA BASSA PADOVANA COME AREA DI CRISI.

Riconoscere la Bassa Padovana come area di crisi industriale, soprattutto in relazione alla crisi delle imprese del settore cementiero che è di fondamentale importanza per l’economia della zona. E’ quanto ho proposto in un’interrogazione, presentata ieri nel corso della seduta in Senato, indirizzata al Ministro dello Sviluppo economico, Federica Guidi, a cui “ho sottoposto la questione delle cementiere di Este e Monselice colpite da una crisi senza fine”. In modo particolare, ho chiesto al rappresentante del Governo “di valutare eventuali azioni per superare questo stato di crisi, come gli interventi di aiuto ai sensi della Legge n. 181/1989, una misura che è finalizzata al rilancio delle aree colpite da crisi industriale di settore e all’attrazione di nuove iniziative imprenditoriali e al sostegno e reimpiego dei lavoratori espulsi dal mercato del lavoro”. “L’obiettivo è la riqualificazione del tessuto produttivo della Bassa Padovana”. “Non si può assistere inermi alla desertificazione produttiva del nostro territorio.Fino a pochi anni fa, erano 3 :ora la crisi che in 8 anni ha ridotto, nel Nordest, di circa il 70% la richiesta di cemento, con la stagnazione della domanda, è arrivato inevitabile la chiusura prima di Italcementi a Monselice e, qualche giorno fa, di Cementizillo a Este”. “In tutto il Nordest, dei 12 impianti cementieri operativi prima della crisi ne sono rimasti 3″. I numeri della crisi cementiera però hanno anche un impatto sociale devastante: a Este chiude Cementizillo e 66 lavoratori rimarranno a casa dal 12 aprile 2016, quando scadrà la Cassa integrazione straordinaria”. Un quadro che si aggrava se si sposta l’attenzione a Monselice dove 56 dipendenti di Italcementi godono della Cigs per cessata attività. “Parliamo di 120 famiglie e di un’area, quella tra Este e Monselice, dove rischia seriamente di scomparire un intero settore industriale”.

LEGGI QUI IL TESTO DELL’INTERROGAZIONE PARLAMENTARE AL MINISTRO DELLO SVILUPPO ECONOMICO, FEDERICA GUIDI.