Codice appalti: De Poli, nuove regole vanno messe a terra, obiettivo è realizzare opere pubbliche in tempi previsti

Gli architetti sono professionisti che, da protagonisti, concretamente entrano nel merito per la progettazione e l’esecuzione delle opere pubbliche. Sono 4 le parole chiave del nuovo Codice dei contratti pubblici: fiducia, digitalizzazione, semplificazione, programmazione. Ora le nuove norme vanno “messe a terra” con la collaborazione di tutti gli attori. Il nostro obiettivo deve essere realizzare i lavori rispettando le scadenze previste. Ecco perché il fattore tempo è centrale”. Lo ha detto il Senatore UDC Antonio De Poli intervenendo stamane, a Padova, al convegno “Il nuovo codice dei contratti pubblici” promosso dall’ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della provincia di Padova. “Uno dei concetti chiave della nuova impostazione introdotta con questo Codice è la ‘fiducia’. Troppo spesso, in passato, abbiamo sofferto di un pregiudizio, secondo cui laddove c’è un appalto, c’è anche un corrotto e un corruttore. Non è così: bisogna dare fiducia a un percorso di programmazione dei lavori pubblici, con una visione strategica, nel contesto importante del PNRR”, ha detto De Poli che ha poi ricordato le cifre del Piano nazionale di Ripresa e resilienza: “Per il Veneto parliamo di 1,8 miliardi destinati alle opere pubbliche, di cui ben 457 milioni per la nostra provincia di Padova”. Secondo De Poli altri due aspetti importanti introdotti dal nuovo Codice sono “la semplificazione, necessaria per ridurre i tempi”, e “la digitalizzazione con la Banca dati nazionale dei Contratti pubblici e con il Fascicolo virtuale dell’operatore economico e la semplificazione”. “Nel Codice – ha puntualizzato De Poli – ci sono degli aspetti critici sicuramente e, da parte nostra, c’è la massima disponibilità all’ascolto per capire come intervenire in seguito”. “Inoltre – ha concluso -, è essenziale secondo noi investire con forza sul tema della rigenerazione urbana con il recupero di aree abbandonate per far rivivere le nostre città e contrastare il degrado e, al tempo stesso, riprendere il percorso per arrivare ad una legge sull’architettura, individuando regole condivise sulla progettazione