Giornata di confronto in Senato. Appello del presidente Confcommercio Veneto Bertin: urge Piano Marshall per promuovere commercio vicinato
“Negli ultimi 10 anni in Italia 111.000 esercizi commerciali hanno tirato giù le saracinesche. Di contro, i numeri dell’e-commerce sono raddoppiati passando da 18 a 35 miliardi. In Senato ho promosso una giornata di confronto con Ascom Confcommercio Padova e il suo presidente Patrizio Bertin. Oggi è sempre più urgente porre in essere azioni volte a contrastare la desertificazione delle città, con una fiscalità premiante nei confronti dei commercianti che svolgono anche una funzione di coesione sociale nei territori”. Così il senatore UDC Antonio De Poli che, stamane, a Palazzo Madama, ha promosso una conferenza sul rischio di desertificazione commerciale delle città, alla presenza di Patrizio Bertin (presidente Ascom Confcommercio Padova e Confcommercio Veneto); Otello Vendramin (direttore generale Ascom Confcommercio Padova) e Federico Barbierato (sindaco Abano Terme). “Il tessuto sociale resta inevitabilmente legato al commercio, alle piccole botteghe, ai nostri artigiani e alle nostre centinaia di eccellenze”, ha evidenziato De Poli secondo cui “molti fattori come l’overtourism e l’esplosione del commercio on line stanno cambiando il volto delle nostre città”. “Padova, così come tutto il Veneto, non è assolutamente immune da questo fenomeno. Dobbiamo mettere in campo misure adeguate come ad esempio regole certe sul rilascio delle licenze, azioni volte alla valorizzazione dei centri urbani, incentivi e misure fiscali a sostegno soprattutto del commercio di prossimità. Siamo convinti, infatti, che lo Stato debba essere amico e non vessatorio nei confronti del tessuto economico nei nostri territori”, ha evidenziato ancora De Poli. Nel corso della conferenza ASCOM Confcommercio Padova ha illustrato i risultati di una ricerca sul commercio in provincia di Padova. “I negozi – ha esordito Otello Vendramin, direttore generale di Confcommmercio Ascom Padova – sono presidi del territorio, centri di aggregazione, custodi della tradizione locale e creano città vive. I dati però non sono per nulla confortanti: -18% a Padova il commercio in sede fissa, – 28% quello ambulante”. “Crescono solo – ha proseguito Vendramin – le attività di e-commerce e anche per quanto riguarda il turismo, sono diminuiti gli alberghi ma sono aumentate di oltre il 60% le attività di ricettività extra alberghiere”. La desertificazione avanza, ma è sintomatico che resistano i negozi in qualche modo regolati (farmacie e tabaccherie) mentre in grande difficoltà è soprattutto l’abbigliamento. I cittadini – ha detto ancora Vendramin – vogliono i negozi di vicinato perché favoriscono il senso di comunità. Se i cittadini li vogliono, restano da trovare le soluzioni per farli continuare a vivere”. “Se consideriamo che solo il 14% dei comuni ha più di 20mila abitanti, significa che non è solo un rischio economico ma potrebbe significare anche un rischio per la comunita’ con un danno valutabile tra i 2 e i 5 miliardi di minori entrate per i comuni”, ha detto il sindaco di Abano Terme, Federico Barbierato. “Alcune amministrazioni locali – ha aggiunto – tentano strade nuove come la riduzione delle tasse locali, ma non basta: serve un grande piano per la rigenerazione dei centri storici”. “L’hotellerie – ha detto Monica Soranzo, presidente di Federalberghi Confcommercio Ascom Padova – deve confrontarsi con gli affitti brevi che sono uno degli elementi che determinano la desertificazione dei nostri centri”. “Le donne – ha detto Elena Morello, presidente di Terziario Donna Confcommercio Ascom Padova– sono impegnate non solo ad evitare la desertificazione ma anche a migliorare quel 20% di imprese guidate da donne”. “Serve un “piano Marshall” in grado di far ripartire le nostre città – ha sostenuto Patrizio Bertin presidente di Confcommercio Ascom Padova – Una cosa è certa: i cittadini hanno bisogno di comodità. Servono i parcheggi. La gente, purtroppo, finisce per preferire la periferia. La città non può prescindere dai residenti e Padova non può prescindere dagli studenti. Non si tratta di demonizzare il turismo, ma servono regole. Le attività devono sapersi confrontare con l’e-commerce e devono poter contare sui giovani che non fanno impresa perché la burocrazia è asfissiante. Dobbiamo tornare alle vie tematiche (negozi con la stessa tipologia di prodotto), ma la cosa più importante, in questo momento, è sostenere i consumi. Ecco perché oggi siamo qui a promuovere questo confronto con le istituzioni, perché vogliamo parlare il linguaggio della proposta e non della protesta”, ha concluso Bertin.