Sblocca cantieri, codice appalti e cybersecurity: giornata di confronto in Senato con Ordine ingegneri

Questa mattina ho avuto il piacere di ospitare al Senato l’ordine degli ingegneri per una giornata di confronto sullo sblocca cantieri, codice appalti e cybersecurity

Su mia iniziativa si sono tenute due conferenze stampa, la prima in mattinata dal tema “Sblocca-cantieri: opere finalmente al via?”con Massimo Coccato Presidente dell’ordine degli ingegneri Padova, Pasqualino Boschetto Presidente Foiv, Federazione Ordine degli ingegneri del Veneto, Luca Scappini Consigliere Cni Consiglio Nazionale Ingegneri rappresentante Triveneto, Mariano Carraro Presidente Ordine Ingegneri Venezia, Luca Lucchetta Presidente Ordine Ingegneri Belluno, Paolo Gasparetto Presidente Ordine Ingegneri Rovigo.

La seconda nel pomeriggio dal tema:” Le nuove sfide dell’ingegneria. Dalla riforma del codice degli appalti alla cybersecurity” dove sono intervenuti il senatore Massimo Mallegni commissione lavori pubblici, la senatrice Antonella Faggi segretario commissione lavori pubblici, Ing. Massimo Coccato Presidente dell’ordine degli ingegneri di Padova, Ing. Pasqualino Boschetto Presidente Foiv Federazione Ordine degli ingegneri del Veneto, Avv. Lucio Lacerenza Esperto in appalti pubblici e l’ing. Gianpaolo Araco Capo ufficio organizzazione Strategie dell’informatica del Senato della Repubblica

La scorsa settimana, come sapete, l’Aula del Senato ha licenziato il decreto “sblocca-cantieri” su cui tornerò tra poco.

Quando parliamo di infrastrutture,  non ci riferiamo solo alle infrastrutture edili – alle cosiddette opere pubbliche – ma anche alle infrastrutture immateriali (es. la banda larga).

Quando parliamo di opere pubbliche e quindi di cantieri, il tema della riforma del codice degli appalti si incrocia con un tema altrettanto importante che è quello della corruzione.

E allora volendo semplificare un po’ il discorso: va bene che solo chi non fa non sbaglia, ma il ‘non-fare’ ha un costo e non è indolore.

Ha un costo in termini di mancata crescita.

Ha un costo in termini di mancata competitività.

A quanto ammonta questo costo?

530 miliardi dal 2018 al 2035.

Secondo l’Osservatorio Agici di Finanza d’impresa, è questo il costo per la mancata realizzazione o ritardata realizzazione di impianti e infrastrutture strategiche per l’Italia. Parliamo non solo di opere, ma anche di banda larga, trasporti, reti ferroviarie e viarie.

E’ il costo del “non-fare” appunto.

Solo per fare un esempio, il mancato completamento delle linee ferroviarie ad Alta Velocità e il mancato potenziamento delle linee esistenti – qui al tavolo abbiamo i presidenti degli Ordini degli ingegneri del Veneto e siamo ben consapevoli di quanto sia importante il tema della Tav veneta Brescia Padova – costerebbe all’Italia 96 miliardi da ora al 2035.

Ci sono centinaia di cantieri – esattamente 202 –  fermi in tutto il Paese. Come molti di voi sanno, qualche settimana fa, è stato pubblicato un rapporto redatto dall’Anas e consegnato alla Commissione trasporti e lavori pubblici di Palazzo Madama.

Nel lungo elenco ci sono opere – anche piccole opere – che riguardano i territori, da Nord a Sud. Per il Veneto fra le varie opere si parla della strada Statale 52 o strada Carnica, del completamento della realizzazione del primo stralcio della tangenziale di Vicenza rinviato al 2020; della strada statale n. 51 dell’Alemagna – un’opera fondamentale per i mondiali di Sci Cortina 2021. Quindi anche qui capiamo che rinviare equivale a una perdita di tempo e, di riflesso, il rischio di non arrivare pronti come regione a un importante appuntamento come i Mondiali di Sci.

In totale parliamo di 202 cantieri da Nord a Sud. Pesano la burocrazia, pesa la mancanza di risorse.

Secondo questo rapporto ci sono 202 opere pubbliche che erano state programmate di essere appaltate entro il 2019. In questa tabella che è stata resa nota qualche giorno fa, l’Anas ci fa un elenco e ci dice che l’appaltabilità di queste opere viene rinviata o al 2020 o addirittura al 2021.

Alla radice di questi rinvii – va detto – ci sono delle volte problemi burocratici, iter autorizzativi che rimangono fermi. Resta il fatto che si tratta di opere pari a 16 miliardi, quindi una boccata di ossigeno di cui la nostra economia dovrà fare a meno.

Dunque non bisogna farsi ingannare quando parliamo di opere. Queste infrastrutture sono attese nei territori da anni, se non da decenni, perché servono a rivolvere questioni di traffico, di viabilità.

Sono opere (202) che erano state finanziate e che sono state rinviate per coprire misure che questo Governo ha portato avanti come il reddito di cittadinanza.

Nel Padovano, in modo particolare nella Bassa Padovana un’opera importante è la strada regionale 10. lo scorso marzo – quindi 3 mesi fa – ho posto la questione in Parlamento interrogando il ministro Toninelli sul progetto Rientro Strade che risultava essere bloccato. Sono passati tre mesi e ci chiediamo: che fine ha fatto lo schema del Decreto della Presidenza del consiglio dei ministri, sul progetto Rientro strade che deve essere esaminato dalle Commissioni competenti di Camera e Senato?

La stasi del settore dell’edilizia è la conseguenza dei danni provocati prima di tutto dalla burocrazia.

Qualche giorno fa, il presidente dell’Ance (Associazione nazionale costruttori edili) ci ricordava giustamente che gli stanziamenti per le costruzioni, nelle ultime tre leggi di bilancio, sono aumentati del 70% rispetto all’anno precedente.

Ma…c’è un ma!

Il problema è che questi fondi non diventano opere.

La realizzazione di un’opera medio grande richiede in media 15 anni e 8 mesi, più della metà sono tempi morti, cioè tempi in cui i cantieri di fatto restano fermi appunto.

E qui veniamo alla domanda di oggi.

Sblocca cantieri finalmente al via?

L’obiettivo principale, a mio avviso, – oltre a mettere le risorse anche perché senza risorse i cantieri non si aprono – deve essere quello di semplificare la giungla burocratica che blocca gli interventi pubblici (ma anche quelli privati) e rafforzare gli incentivi fiscali per la riqualificazione energetica ed edilizia di edifici vecchi, insicuri, intervenendo così sulle aree degradate dei nostri territori.

Lo sblocca-cantieri doveva raggiungere questo obiettivo ma non c’è riuscito a nostro avviso.

Perché?

Doveva esserci una profonda rivisitazione del Codice degli appalti che, invece, non c’è stata!

La deroga al Codice per due anni, in termini generali, è un fattore positivo ma nel corso del suo iter il decreto sblocca cantieri rischia di appesantire gli operatori economici. Ciò che è mancata è stata una revisione complessiva del Codice.

Come è stato più volte sottolineato dall’Ordine degli ingegneri, servono procedure semplificate in relazione alla tipologia dell’opera, ridefinire il ruolo dell’Anac (che deve tornare ad essere controllore e non colui che deve dare le regole); ma soprattutto ciò che serve – come è stato più volte auspicato dagli Ordini degli ingegneri – bisogna ridare centralità alla progettazione e soprattutto alla qualità della progettazione.

Come farlo?

In questo tavolo lancio una proposta: abolire la Centrale per la progettazione delle opere pubbliche. Facciamola diventare un’Agenzia unica di programmazione, con l’obiettivo di semplificare, tagliare burocrazia, facilitare gli iter per sbloccare le opere appunto.

Bisogna programmare le opere ma farlo con regole certe e stabili.

Come ci diranno più avanti i nostri amici ingegneri e, in modo particolare, il presidente Coccato: ad aprile i bandi di progettazione sono calati. Il settore dell’ingegneria – seppure con fatica – aveva assistito a una piccola ripresa del mercato. Tutto colpa dell’incertezza normativa. Servono regole stabili perché – come potremmo dire ? Usando una metafora – alla stabilità di un edificio non si deroga. Le regole sono come pilastri. Servono regole certe e stabili, appunto.

Tornando allo sblocca-cantieri, si tratta di un provvedimento che ha deluso fortemente le nostre aspettative. Come gruppo avevamo presentato una serie di emendamenti tra cui quello per ridurre il numero dei lotti e fare così in modo che anche le piccole aziende potessero partecipare. Il subappalto – che è deleterio per le piccole medie imprese – è stato reinserito al 40 per cento – secondo me la soglia doveva essere più alta – perché le aziende fanno le gare poi appaltano e subappaltano e diventano come le scatole cinesi, strozzando appunto le piccole imprese che stanno nei nostri territori!

Nel decreto sblocca cantieri le complicazioni burocratiche non vengono superate.

Mi limito a queste poche considerazioni, senza entrare nel dettaglio.

Vorrei soprattutto in questo tavolo ascoltare i rappresentanti dell’Ordine degli ingegneri.

Perché io credo che che quando la politica sa ascoltare i tecnici e si confronta possono venire fuori sempre soluzioni positive.

Abbiamo parlato anche di cybersecurity.

Come sappiamo infatti, gli ingegneri dell’informazione oggi svolgono una professione molto importante che presuppone questioni di estrema delicatezza (es. banche dati per sanità, banche).

Se è vero che fare un ponte è una questione delicata che richiede un professionista che si prende la responsabilità di firmare un progetto, allo stesso modo è altrettanto delicato è importante il ruolo dell’ingegnere informatico che sviluppa un software per far decollare un aereo!

INTERVISTA A SENATO TV

SERVIZIO TELENUOVO PADOVA

VIDEO INTEGRALE DELLA CONFERENZA STAMPA “SBLOCCA CANTIERI: OPERE FINALMENTE AL VIA?”

VIDEO INTEGRALE DELLA CONFERENZA STAMPA “LE NUOVE SFIDE DELL’INGEGNERIA. DALLA RIFORMA DEL CODICE DEGLI APPALTI ALLA CYBERSECURITY”

 

FOTOGALLERY CONFERENZA STAMPA “SBLOCCA CANTIERI: OPERE FINALMENTE AL VIA?”

FOTOGALLERY CONFERENZA STAMPA “LE NUOVE SFIDE DELL’INGEGNERIA. DALLA RIFORMA DEL CODICE DEGLI APPALTI ALLA CYBERSECURITY”

 

FOTOGALLERY VISITA DEL SENATO DELL’ORDINE DEGLI INGEGNERI