Cari amici,
questa mattina in conferenza stampa in Sala Nassirya in Senato che vede per la presentazione d un’iniziativa che riguarda l’Italia dei borghi e di un protocollo di intesa per la valorizzazione del turismo e della cultura nei borghi storici del nostro Paese.
I borghi rappresentano un grande patrimonio turistico e culturale, che da troppo tempo abbiamo trascurato.
Erano presenti Roberto Pella, vicepresidente nazionale ANCI (Associazione nazionale Comuni italiani); Luca Pastorino (presidente della Commissione Turismo in ANCI); Fiorello Primi (presidente Borghi più belli d’Italia); Giorgio Zampetti (direttore generale Legambiente); Giuseppe Roma (vicepresidente Touring Club italiano) e Antonino La Spina (Presidente nazionale UNPLI).
La nostra Italia è ricca di tesori d’arte. Siamo un Paese che dovrebbe vivere solo di arte, cultura e turismo. Basti pensare al fatto che i siti italiani Patrimonio UNESCO dell’Umanità sono 59. L’Italia è in testa alla classifica. Dietro di noi c’è la Cina con 56, la Germania a quota 50. Ecco perché possiamo oggi considerare l’Italia come un museo diffuso.
Non è un caso che il turismo è un settore di primaria importanza per la nostra economia. Prima del Covid questo settore valeva il 13% del Pil italiano.
La crisi pandemica, purtroppo, ha messo in ginocchio il settore del turismo. Cito solo due dati: il settore alberghiero nel 2020 ha registrato perdite pari a 18 miliardi a fronte di un calo di turisti stranieri pari al 70%.
Nel 2020 il sistema Italia ha perso ben 27 miliardi di euro per l’assenza di turisti, soprattutto stranieri.
La ripartenza del turismo oggi non può che essere legata al rilancio del turismo ‘lento’.
Turismo slow vuol dire turismo sostenibile. Si parla di turismo lento da anni e fino a qualche anno fa era un’utopia, un pensiero romantico. Ma cosa vuol dire turismo lento?
Come avverrà la ripartenza del turismo in Italia nel 2022?
Sbaglia profondamente chi pensa (o semplicemente si illude) che tutto tornerà come prima. La pandemia, infatti, ha cambiato le nostre abitudini. Tutto ciò, in qualche modo, cambierà in profondità il modo di vivere l’esperienza turistica diffondendo un turismo dei piccoli borghi, rispettoso dell’ambiente, delle identità dei territori e delle persone che li abitano.
Un turismo slow e sostenibile appunto.
Non esiste al mondo un Paese come l’Italia in grado di fornire un ventaglio di destinazioni turistiche così ampio. Parliamo di turismo dei borghi da quando ciascuno di noi ha i pantaloni corti.
Non è mai decollato perché è difficile farli conoscere.
E allora oggi va pensata e definita una strategia per il rilancio dei BORGHI.
In questo contesto sono decisive le risorse del Recovery Plan.
Il PNRR (Piano nazionale di Ripresa e resilienza) stanzia complessivamente 6,6 miliardi per la cultura e il turismo.
Di questi ,6,6 miliardi, 1 miliardo andrà – come sappiamo – alla riqualificazione e alla valorizzazione dei borghi per renderli più attrattivi. Sono risorse che andranno, in altre parole, al Piano Nazionale Borghi.
Queste risorse vanno sfruttate
· per rivitalizzare il tessuto socioculturale ed economico-produttivo dei borghi,
· favorire il recupero e la riqualificazione del patrimonio edilizio,
· promuovere il turismo ‘lento’ e il soggiorno nei borghi a contatto con le comunità residenti, grazie a chi come gli attori presenti stamane si occupa ogni giorno di creare iniziative di socialità e di valorizzazione di queste realtà
Il nostro auspicio è anche nel metodo.
Affinché non ci siano interventi a pioggia. Non avrebbero senso.
Noi ci auguriamo che gli interventi vengano condivisi i territori e con chi, ogni giorno, si occupa di valorizzare i nostri territori.
Ecco perché stamane ci siamo riuniti intorno ad un tavolo.
Un tavolo di personalità (a cui tra qualche istante cederò la parola) che conoscono bene questo tema e che hanno voluto sottolineare la necessità, da me condivisa, di coinvolgere gli interlocutori come ANCI, Pro Loco, Touring Club, Legambiente e Borghi più bell’Italia, che hanno a cuore la valorizzazione della nostra bellissima Italia.
La proposta che oggi lanciamo è di istituire il Comitato nazionale dei Borghi turistici.
Il Comitato dei Borghi – che era stato istituito infatti nel 2017, proclamato Anno dei Borghi in Italia – oggi non esiste più.
Riteniamo, dunque, che sia opportuno riprendere quel percorso. Questo è ciò che chiediamo al Governo e al ministro dei Beni culturali, Dario Franceschini.
La nostra proposta che oggi lanciamo in questa sede è di istituire il Comitato dei Borghi come organo di natura consultiva che, interloquendo con gli enti istituzionali di competenza come il Ministero, possa svolgere un ruolo in maniera strutturale e attiva nella definizione delle politiche di valorizzazione dei borghi turistici italiani.
Il Comitato nazionale dei Borghi turistici sarà formato da 5 componenti, uno per ciascuno degli attori oggi qui presenti. I compiti del Comitato sono
· elaborare proposte e progetti in favore dello sviluppo sostenibile dei borghi, attraverso la valorizzazione delle risorse paesaggistiche, culturali, storiche in un’ottica anche turistica;
· partecipare a progetti interregionali nazionali e internazionali per la valorizzazione dei borghi;
· promuovere lo scambio di esperienze tra le comunità locali
· Il ruolo di questo Comitato sarà di mediazione tra le istituzioni nazionali, affinché si possano intercettare e leggere i bisogni dei territori e delle comunità per poi effettuare analisi ed elaborare proposte.
Tutto ciò è indispensabile soprattutto alla luce delle risorse del Recovery.
Gli attori che a breve firmeranno questo protocollo d’intesa sono tutti soggetti che beneficiano di una presenza capillare nel territorio. Come spiegheranno meglio di me i relatori che mi seguiranno, c’è la volontà di contribuire in maniera positiva e direi propositiva.
L’ITALIA DEI BORGHI ASPETTA RISPOSTE.
IL RECOVERY È UN’OCCASIONE DA NON PERDERE. SFRUTTIAMOLA!
Antonio
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