Questa mattina al Senato sono intervenuto alla conferenza stampa “Una nuova strategia per il rilancio del settore dell’editoria” promossa da Uspi Unione Stampa Periodica Italiana.
Si è parlato di editoria, rilancio del settore e strategie.
I libri, così come la stampa, i quotidiani, i periodici, la lettura più in generale avvicina l’uomo alla libertà.
Leggere stimola le conoscenze di ciascuno.
Leggere stimola la libertà, la libertà della nostra mente!
Oggi viviamo in un’epoca di grandi trasformazioni, anche e soprattutto nel mondo della comunicazione.
Oggi si presentano nuove tecnologie, nuovi linguaggi – pensiamo al multimediale – e dunque cambiano gli strumenti.
Ma il concetto, di fondo, rimane lo stesso.
Leggere, conoscere è un esercizio di libertà.
Non possiamo sottovalutare il tema della crisi della stampa periodica in Italia.
I dati dell’Agcom mostrano come la vendita dei quotidiani si sia assestata intorno a 1,8 milioni di copie (dal 2014 si è verificata una discesa del 31%).
Tutto questo ovviamente vuol dire anche perdita di posti di lavoro.
In questo periodo il settore giornalistico si registra la perdita di 3000 posti di lavoro (verificare).
La stampa generalista, sia quotidiana che periodica, è in gravissima crisi. Tuttavia, aumenta il bisogno di informazione da parte dei cittadini, un “bisogno” che si sposta su altri mezzi e, dunque, con altri linguaggi., in particolare sul digitale.
Ccosa le istituzioni possono fare per difendere e rilanciare il settore della stampa periodica?
Io credo che sia fondamentale aiutare gli operatori del settore a ‘traghettare’ verso una stampa che oggi è sempre più 4.0.
L’editoria digitale è una grande opportunità.
Servono interventi normativi per sostenere tutto il settore, aiutare il settore appunto a ‘traghettare’ verso quella che è una nuova stagione dell’editoria, la stagione del digitale appunto.
Cresce la domanda di informazione da parte dei cittadini.
Cambiano i linguaggi.
Basti pensare al fatto che oggi una quota importante di lettori sono nativi digitali.
Sono i cosiddetti Millennials, ovvero i ragazzi e le ragazze che oggi hanno appena 18 anni e sono nati e cresciuti con pane, web e social.
Si impongono nuovi modelli.
Nulla ha cambiato il mondo come la tecnologia.
Una rivoluzione che è avvenuta a 360 gradi, anche nelle nostre istituzioni come qui in Senato.
Dobbiamo insieme capire i termini e la portata di questa grande rivoluzione.
Apro una parentesi sulla sentenza della Consulta (n.206 del 25 luglio 2019) che riguarda i contributi all’editoria.
La Consulta ribadisce un concetto importante: sostenere il pluralismo dell’informazione è un “imperativo costituzionale” (sono le testuali parole adottate dalla Corte).
Ma allo stesso in una recente sentenza – che certamente conoscete meglio di me – la Consulta ha ritenuto censurabile la fissazione da parte del Governo delle disponibilità finanziarie da destinare all’editoria, senza però fissare dei criteri certi.
Credo che su questo aspetto sia necessario un intervento legislativo da parte del Parlamento.
Il mio auspicio è che il Parlamento riscriva le regole per un settore che va rilanciato anche con il sostegno pubblico, esattamente come avviene in altri Paesi dell’Europa e del mondo.
L’Italia è al penultimo posto in Europa per i finanziamenti all’editoria.
E’ importante la sensibilizzazione delle istituzioni sui problemi dell’editoria e in modo particolare dei più piccoli, la piccola e media editoria.
Lottare per il sostegno della stampa periodica vuol dire sostenere il pluralismo dell’informazione.
Come sappiamo, nell’ultimo anno, si svolti gli Stati generali dell’editoria che si sono conclusi lo scorso luglio.
Agli stati generali, come sappiamo, ha partecipato anche l’USPI.
Voglio ricordare le parole del presidente Mattarella che ha detto che la libertà di stampa è uno degli elementi principali dello Stato di diritto e della nostra democrazia.
Antonio
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