Consiglio europeo del 26 e 27 giugno. Europa non resti spettatrice, differenze tra cancellerie non frenino azione comune UE

Cari amici,

questa mattina, in aula al Senato, sono intervenuto in dichiarazione di voto durante la discussione sulle comunicazioni della Presidente del Consiglio Giorgia Meloni in vista del Consiglio Europeo del 26 e 27 giugno. Ecco il testo integrale del mio intervento:

 

Signor Presidente,

Onorevoli colleghi,

Presidente Meloni, la ringrazio per le sue parole e per l’impegno e le garanzie che ci ha fornito per i nostri connazionali e le nostre truppe all’estero.

Oggi esprimiamo il nostro voto favorevole alla mozione di maggioranza, consapevoli che ci troviamo di fronte a un passaggio cruciale per il futuro dell’Europa e del Mondo.

Chiediamo da quest’aula che tutti lavorino in una sola direzione: quella della diplomazia e della de-escalation.

Abbiamo appreso delle ultime notizie relative a una tregua di 12 ore fra Israele e Iran, tregua che ci auguriamo sia un segnale che vada nella direzione della pace e della fine del conflitto.

È nostro dovere, come rappresentanti di un Paese fondatore dell’Unione europea, chiedere con forza che l’Europa non resti spettatrice.

Deve agire. Deve contribuire a un’iniziativa diplomatica urgente per sfruttare questa tregua e riportare le parti ai tavoli del dialogo, prima che la tragedia della guerra – come ha detto Papa Leone – si trasformi in una voragine irreparabile.

Siamo di fronte a una transizione storica in cui si intrecciano guerre regionali, instabilità economiche, pressioni migratorie, nuove minacce ibride e sfide strategiche che chiamano l’Unione europea a dimostrare maturità e leadership che sono fattori-chiave per essere attori centrali nel sistema globale.

L’Italia, in questo quadro complesso, deve affermare la propria identità e il proprio ruolo, con la consapevolezza che difendere i valori europei – la democrazia, la libertà, la dignità della persona – significa anche saper difendere i suoi interessi fondamentali, a partire dalla sicurezza interna, dalla stabilità energetica e dalla coesione.

Non è più tempo di esitazioni: è tempo di guida, visione e coraggio politico.

L’Europa oggi deve riscoprire la sua funzione originaria: essere argine agli estremismi, spazio di pace, architettura politica capace di unire interessi, storie e popoli diversi sotto il segno del diritto.

Questo era il sogno di De Gasperi, di Schuman, di Adenauer. Ed è anche il compito di questa generazione politica: difendere e rilanciare il progetto europeo, non solo come necessità economica o strategica, ma come spazio di libertà.

E bene ha fatto la Presidente Meloni a rafforzare i contatti diplomatici in occasione del G7 e a ribadire la centralità della dimensione euro-atlantica, rilanciando al tempo stesso il protagonismo italiano in chiave europea e Nato.

In questo contesto complesso, affermiamo con nettezza che rispettare i nostri impegni di spesa sulla difesa con la Nato è indispensabile.

Ed è altresì indispensabile che il Consiglio europeo segni un avanzamento deciso tanto sul fronte della difesa – con il rafforzamento del Rearm EU e del Fondo europeo per la difesa – quanto su quello economico, con politiche coraggiose per il mercato unico, l’innovazione, la transizione digitale ed energetica.

Serve una nuova stagione di investimenti, di stimolo alla produttività e di riforme che mettano l’industria europea, nelle condizioni di competere ad armi pari a livello globale, come ha sottolineato la presidente Meloni, in particolare per quanto riguarda l’automotive.

Nessuno Stato membro può più permettersi di muoversi in solitaria. È il momento di una strategia realmente comune.

Oggi la storia ci sta presentando il conto: per questo è necessario impegnarsi affinché la dimensione della sicurezza e della difesa siano rafforzate e coordinate. Non si tratta di perdere di vista lo sviluppo complessivo dell’Unione a favore di una svolta difensiva.

Al contrario – come il Presidente del Consiglio ha spiegato – si tratta di creare una cornice di sicurezza per lo sviluppo dell’Europa.

A questo riguardo, apprezziamo particolarmente la linea convinta di sostegno all’Ucraina: la pace giusta che tutti auspichiamo non può in alcun modo giustificare l’aggressione russa. La fermezza dell’Unione europea nella difesa – oggi – dell’integrità dei confini altrui è affermazione di un principio applicabile – domani – ai propri confini nel caso in cui qualcuno intendesse metterli in discussione.

Ed è altrettanto importante supportare il suo percorso di ricostruzione e adesione all’Unione. L’Italia, ospitando la Conferenza Ukraine Recovery a luglio, offre una prova tangibile di questo impegno.

Ma torniamo al Medio Oriente e agli eventi che nelle ultime ore ci hanno messo di fronte alla possibilità di una drammatica escalation.

Sul fronte della crisi di Gaza il nostro dovere è tenere insieme tre verità: la condanna di Hamas, la difesa del diritto di Israele a esistere e a difendersi, e l’urgenza umanitaria nella Striscia di Gaza.

Sosteniamo la posizione del Governo, che ha saputo con equilibrio promuovere il cessate il fuoco, la liberazione degli ostaggi e l’accesso degli aiuti per il popolo palestinese.

Se non riusciremo a garantire corridoi umanitari a Gaza e non interverremo fermamente per il cessate il fuoco israeliano, la storia non ce lo perdonerà.

Pur distinguendo tra i due scenari, dobbiamo affrontare con lucidità anche il dossier Iran. La destabilizzazione dell’area, i rischi nucleari, la repressione interna del regime pongono questioni enormi.

Il rischio di una escalation regionale, dagli esiti imprevedibili, è sotto gli occhi di tutti.

L’Iran continua a rappresentare una minaccia concreta: persegue una strategia aggressiva, sostiene attori destabilizzanti nell’area, reprime duramente ogni forma di dissenso interno e prosegue con un programma nucleare che sfida apertamente il diritto internazionale.

Per questo dobbiamo sfruttare al massimo la tregua e promuovere una strategia europea di de-escalation immediata, come ho detto all’inizio, per evitare una crisi incontrollata che avrebbe ricadute dirette anche sulla sicurezza dell’Europa e sui flussi migratori, oltre che sul nostro approvvigionamento energetico.

La stabilità dell’area mediorientale è cruciale per i nostri interessi: energetici, di sicurezza, di equilibrio regionale.

Le differenze tra cancellerie non devono frenare l’azione comune dell’Unione. E non devono in alcun modo minare le fondamenta del rapporto transatlantico.

L’unità europea oggi è il valore strategico da difendere.

In questa cornice ampia, i temi della migrazione, della sicurezza interna e dell’allargamento tornano centrali. La nostra sicurezza interna passa dalla gestione dei flussi esterni, ma anche dal rafforzamento delle capacità di risposta comune a crisi e minacce come quelle che stiamo vivendo. L’integrazione di altri Paesi non deve essere letta come una mera espansione geografica dell’Unione, ma come un rafforzamento della nostra architettura comune, in grado di estendere la stabilità e i valori democratici laddove oggi sono più minacciati.

Onorevoli colleghi, più volte in quest’Aula abbiamo invocato l’Europa della responsabilità. Oggi non basta invocarla: bisogna costruirla. E vogliamo farlo richiamando le parole che Alcide De Gasperi pronunciò nel 1949, in quest’Aula, ratificando il Patto Atlantico:

Abbiamo fatto e facciamo un grande sforzo per la solidarietà europea e mondiale. Lo abbiamo fatto perché è nostro interesse ed è interesse comune per la salvezza di tutti. Alla fine siamo arrivati a questa conclusione: che si tratta di uno stato di necessità fuori dal quale non c’è altra via di salvezza per l’Italia.”

Onorevoli colleghi,

a più di settantacinque anni di distanza, possiamo affermare orgogliosamente che l’Italia ha sempre chiara la sua missione. E che lei, Presidente Meloni, sta proseguendo con equilibrio lungo questo cammino, in sede atlantica ed europea.

Per questo annuncio il voto favorevole del gruppo Gruppo Civici d’Italia-UDC-Noi Moderati-MAIE-Centro Popolare alla risoluzione presentata dai Gruppi di maggioranza.

Senatore Antonio De Poli

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