Cari amici,
oggi in Sala dei Caduti di Nassirya al Senato della Repubblica, sala dedicata alle 19 vittime italiane della strage di Nassirya, dedicata agli eroi che hanno sacrificato la propria vita per difendere il valore della pace, abbiamo parlato di una realtà che è già conosciuta da tutti, una realtà che opera in teatri sicuramente difficili: CUAMM Medici con l’Africa che, nel 2020, ha compiuto il traguardo dei 70 anni.
Sono intervenuti Don DANTE CARRARO (Direttore CUAMM Medici con l’Africa); l’onorevole CHIARA BRAGA (deputato); GIUSEPPE MISTRETTA (Direttore generale Africa Sub-sahariana Maeci); GIOVANNI TORELLI (medico CUAMM) e PIERO BADALONI (giornalista e testimonial di CUAMM Medici con l’Africa).
CUAMM MEDICI CON L’AFRICA non ha bisogno di presentazioni.
E’ la prima ONG in campo sanitario riconosciuta in Italia e all’estero ed è la più grande organizzazione italiana per la promozione e la tutela della salute delle popolazioni africane.
CUAMM oggi opera in 8 Paesi africani: Angola, Etiopia, Mozambico, Repubblica Centrafricana, Sierra Leone, Sud Sudan, Tanzania e Uganda. Lo fa avvalendosi di oltre 4.500 professionisti qualificati e di altrettanti, altri 4.500, volontari. Da quando il CUAMM è nato, nel 1950, sono stati assistiti oltre 13 milioni di persone e, negli ultimi 5 anni, sono stati eseguiti oltre 250.000 parti in sicurezza (questo è un dato importante che spiegheremo meglio a breve quando parlerò di un progetto su cui intendiamo focalizzare l’attenzione stamane).
70 ANNI IN PRIMA LINEA.
Sono settant’anni di storia.
Il CUAMM è nato, come dicevo, nel 1950 grazie al vescovo di Padova, Girolamo Bortignon, e grazie a Francesco Canova, medico, missionario italiano, originario di Schio che dopo 12 anni di servizio in Palestina, ebbe una grande intuizione, quella di aiutare sì ma aiutare anche le persone a camminare con le proprie gambe. IL CUAMM in quegli anni, infatti, iniziava le sue attività preparando studenti di medicina desiderosi di dedicare un periodo della propria crescita professionale agli ospedali missionari nei Paesi in via di sviluppo.
Dal 1950 ad oggi di strada ne è stata fatta, tanta direi.
QUANDO L’EMERGENZA E’ QUOTIDIANITA’.
Settant’anni in cui i medici e i volontari del CUAMM sono stati in prima linea, in quei teatri difficili, dove la parola emergenza è la quotidianità.
Don Dante Carraro – a cui tra qualche istante cederò la parola -, anche lui, non ha bisogno di presentazioni. Medico, sacerdote, veneziano (esattamente di Pianiga), direi soprattutto pragmatico, ha deciso di dedicare la propria vita e la propria vocazione sacerdotale all’Africa.
Cito le sue parole che bene riassumono il senso del suo impegno in CUAMM dove oggi svolge il ruolo di Direttore: “Il mio sogno è mettere gli africani nelle condizioni di costruirsi da soli il loro futuro, anche sul piano sanitario”.
“La salute è un DIRITTO UNIVERSALE. Battersi per il rispetto di questo diritto è un DOVERE”.
IL MONITO DI PAPA FRANCESCO.
Il mondo è unico e come ha detto più volte Sua Santità, papa Francesco, “la malattia non fa differenza tra ricchi e poveri. Siamo sulla stessa barca“. Ecco perché, come questa pandemia ci ha insegnato, dobbiamo uscirne tutti insieme.
Qui vorrei aprire una brevissima parentesi sul ruolo delle comunità cattoliche nel mondo. La Chiesa cattolica svolge un ruolo insostituibile in vari teatri e contesti difficili nel mondo. Penso a quanto è accaduto in Sud Sudan, ad aprile di quest’anno, quando don Christian Carlassare, giovane vescovo a soli 43 anni è rimasto ferito durante un agguato avvenuto a Rumbek. Cito questo episodio perché, come tutti sappiamo, in quella circostanza furono proprio i medici del CUAMM ad intervenire.
La missione del CUAMM non è solo garantire assistenza ma soprattutto coltivare le risorse umane locali e aiutare le persone, formare i medici che poi serviranno il loro Paese
CUAMM: UN IMPEGNO SU VARI FRONTI.
CUAMM Medici con l’Africa in questi 70 anni ha dialogato con le istituzioni africane per far crescere professionalità sul posto perché spesso, come don Dante ci racconterà a breve, le persone chiedono di essere aiutate in loco perché vogliono giustamente restare, laddove ciò è possibile, nella propria terra.
Il CUAMM è da sempre impegnato su vari fronti.
- Lotta all’Aids
- Ebola
- Interventi a favore della natalità e in favore delle neo-mamme e dei loro bambini
- Covid
- Interventi sanitari rivolti alla popolazione generale
LA SALUTE MATERNO-INFANTILE
La salute materno-infantile è una delle priorità del CUAMM. Partiamo da un dato: nell’Africa subsahariana, oggi, troppe mamme muoiono per malattie che potrebbero essere curate.
Le cause:
- Distanza dagli ospedali
- Personale insufficiente
- Scarsità di informazioni
- Scarsa igiene
- Malnutrizione cronica
IL PROGRAMMA “PRIMA LE MAMME E I BAMBINI”.
Il programma “Prima le mamme e i bambini” garantisce sostegno e formazione del personale locale per fare in modo che sempre più donne abbiano accesso ad un parto sicuro e assistito ma anche a interventi nutrizionali per contrastare la malnutrizione delle mamme e dei neonati.
Aggiungerei che questi interventi sono tutte cose normali. Sono tutti aspetti che fanno parte della nostra quotidianità e che, a volte, forse, noi diamo per scontato. Ma ciò che noi diamo per scontato, come un parto sicuro, non lo è affatto in questi Paesi dove questa normalità, appunto, non esiste.
COOPERAZIONE E SVILUPPO.
Come dicevo prima, CUAMM Medici con l’Africa da sempre dialoga con le istituzioni locali e in questi 70 anni si è costruita una credibilità che le viene riconosciuta da tutti.
CUAMM è un modello di cooperazione allo sviluppo da promuovere anche in altri Paesi.
Sottolineo qui due termini COOPERAZIONE E SVILUPPO.
Sono due parole chiave estremamente legate fra di loro. Non può esserci sviluppo senza cooperazione e non può esserci cooperazione vera se non si guarda al fine ultimo della cooperazione che è lo sviluppo.
Queste due parole chiave sono nel DNA di CUAMM Medici con l’Africa.
CUAMM COME MODELLO DI COOPERAZIONE.
Da un rapporto serio e corretto con l’Africa, come disse una volta Don Carraro, dipende anche il nostro futuro. L’Africa è, per l’Italia e per l’Europa, sempre più la regione a cui guardare.
L’Africa riveste un ruolo prioritario per la nostra Cooperazione allo Sviluppo. Non a caso, oggi più del 50% dei fondi sono destinati al Continente africano.
Il CUAMM, a mio avviso, può e deve diventare un modello da imitare ed esportare in altri contesti.
G20 E LA SFIDA DEL MULTILATERALISMO.
Presto capiremo se abbiamo imparato la lezione: cioè se riusciremo a collaborare insieme, riusciremo ad affrontare insieme le grandi sfide e a vincere le partite più grandi su vari fronti come diritto universale alla salute e lotta alle diseguaglianze.
Il G20 che si è svolto di recente a Roma è un segnale.
Capiremo se riusciremo a passare dalle parole ai fatti.
Il 2021 è stato un anno cruciale per le sfide della cooperazione allo sviluppo. Il G20 sotto presidenza italiana le ha poste al centro della sua agenda. Ciò che finora è mancato, come hanno più volte sostenuto autorevoli analisti e osservatori internazionali, è un approccio collettivo o multilaterale in grado di assicurare la stabilità del Continente africano. Fino ad oggi ha prevalso un approccio bilaterale.
L’imperativo è passare da un approccio bilaterale ad un approccio multilaterale.
Va proprio in questa direzione l’impegno sottoscritto dai grandi del G20, anche grazie e soprattutto al contributo autorevole del nostro Presidente del Consiglio Mario Draghi.
La risposta alle sfide del futuro è un multilateralismo efficace.
Antonio
VIDEO INTEGRALE DELLA CONFERENZA STAMPA
INTERVISTE SENATO TV
SERVIZIO GR RAI 1
INTERVISTA AGENZIA DIRE
INTERVISTA SENATO TV
PASSAGGIO TG 2000
SERVIZIO TRIVENETATV
SERVIZIO TELENUOVO PADOVA
FOTOGALLERY