“In Senato abbiamo presentato la 13esima edizione del Digital meet. L’Italia in questi anni ha fatto dei passi in avanti sul fronte della digitalizzazione. Abbiamo migliorato il nostro posizionamento in Europa, arrivando al 18esimo posto, stando all’ultimo rapporto Desi (Digital economy and society index). Dobbiamo lavorare di più sulla conoscenza. C’è bisogno di una nuova alfabetizzazione diffusa e capillare nei territori: le competenze digitali sono una leva di sviluppo sociale del sistema-paese”. Lo ha detto il senatore questore Antonio De Poli (Udc), intervenendo a margine nel corso di una conferenza stampa sul digitale, durante la quale è stata presentata una ricerca dal titolo “L’alfabetizzazione digitale si fa impresa: l’economia dei digital content creators”. Dal 2015 al 2024, il numero di queste imprese è cresciuto in maniera esponenziale: +185% (passando da 8.918 a 25.429 imprese). La top 5 delle regioni ad alto tasso di content creation: Lombardia (5.700), Lazio (4.600), Campania (2.400), Veneto (1.600), Sicilia ed Emilia Romagna (1.500). “La vera sfida della transizione digitale – sottolinea De Poli – non è soltanto tecnologica ma profondamente umana. Possiamo avere infrastrutture avanzate e piattaforme all’avanguardia, ma se mancano le competenze diffuse rischiamo di ampliare le disuguaglianze invece di ridurle. Serve una nuova alfabetizzazione digitale, capillare e condivisa, che coinvolga scuola, università, imprese e istituzioni. È una sfida che riguarda la coesione sociale del Paese: il digital divide non è solo una frattura tecnologica, ma territoriale e generazionale. Investire sul capitale umano significa dare a tutti la possibilità di essere protagonisti del cambiamento, non spettatori ai margini”.