De Poli, pene più severe contro aggressioni sanitari, dal Senato via libera alla legge

“Ieri il Senato ha approvato in via definitiva la legge contro le aggressioni ai sanitari. Purtroppo, si tratta di un fenomeno che è in drammatico aumento: +38% negli ultimi 5 anni. Non possiamo e non dobbiamo dimenticare quelli che, durante l’emergenza Covid, chiamavamo i nostri ‘eroi’. Questa legge è una prima risposta tangibile e tempestiva da parte di Governo e Parlamento per tentare di arrestare un fenomeno che, come abbiamo visto con il caso dell’aggressione a Dennis Ceccato, il carabiniere ferito a Cittadella sabato, mette a dura prova sanitari e forze dell’ordine. Abbiamo il dovere, come istituzioni, di salvaguardare la professionalità e la qualità del lavoro svolto da medici, infermieri e sanitari. Era doveroso farlo e dobbiamo continuare in questa direzione per migliorare le condizioni di chi lavora in ospedali e strutture sanitarie. Se non lo facciamo è a rischio il nostro diritto alla salute”. E’ il commento del senatore UDC Antonio De Poli all’approvazione definitiva, avvenuta ieri in Senato, al disegno di legge contro le aggressioni ai sanitari. “Sono previste pene più severe in caso di aggressione al personale sanitario o danneggiamento alle strutture”, spiega De Poli.  Entrando nel merito del provvedimento, l’articolo 1 prevede il reato di danneggiamento, con il quale si punisce con la pena della reclusione da 1 a 5 anni e con la multa fino a 10.000 euro chiunque, all’interno o nelle pertinenze di strutture sanitarie o socio-sanitarie, residenziali o semiresidenziali, pubbliche o private, con violenza alla persona o con minaccia danneggia il servizio sanitario o socio-sanitario. La disposizione prevede anche un’aggravante speciale (la pena è aumentata fino a un terzo) che ricorre quando il fatto è commesso da più persone riunite. L’articolo 2 prevede l’arresto obbligatorio in flagranza e, a determinate condizioni, l’arresto in flagranza differita (sulla base di una documentazione video-fotografica o altra documentazione che attesti in maniera inequivocabile l’atto di aggressione) per i reati di lesioni personali commessi nei confronti di professionisti sanitari.  “Secondo un’indagine pubblicata pochi giorni fa dal Sole 24 Ore, nei primi 8 mesi del 2024, non c’è stato un solo giorno in cui un medico o un infermiere, non abbia subito una violenza fisica. Al primo posto ci sono i pronti soccorso, al secondo gli interventi degli operatori del 118, al terzo i reparti di psichiatria”, aggiunge De Poli. “Questi numeri siano un monito ad andare avanti e a rafforzare l’impegno collegiale volto a contrastare la violenza contro gli operatori sanitari”, conclude.