Antonio De Poli

Digital Meet 2021. Un festival dedicato all’alfabetizzazione digitale

Cari amici,

abbiamo presentato anche quest’anno – rispettando quella che ormai è diventata, potremmo dire, una tradizione – il DigitalMeet 2021, festival dedicato all’alfabetizzazione digitale.

Erano presenti il founder di Digitalmeet 2021 Gianni POTTI, il professore Paolo GUBITTA (ordinario di Organizzazione Aziendale all’Università di Padova) – che ci ha illustrato tra  un’interessante ricerca condotta con Infocamere sulle imprese al femminile e sulle donne protagoniste nella trasformazione digitale; Maurizio BERETTA(presidente della Fondazione Unicredit) e Felice SALADINI, amministratore delegato di “Meglio Questo”, una società che fa da trait d’union tra i servizi digitali e i consumatori – come ci ha spiegato meglio il suo fondatore – aiutando quindi i consumatori appunto a navigare tra le offerte dei servizi offerti dalla Rete.

Il Digitalmeet quest’anno giunge alla nona edizione.

Come molti di Voi sanno, si tratta di un festival dedicato all’alfabetizzazione digitale che si svolgerà dal 19 al 23 ottobre con circa 150 eventi in programma, in parte in presenza e in parte invece in streaming, quindi con la possibilità per il pubblico di seguire gli eventi da remoto.

E’ un festival itinerante che quindi riguarda tutte le regioni italiane.

L’Italia ha compiuto importanti passi in avanti nel campo del digitale ma tanto, ancora, resta da fare.

A certificare i ritardi dell’Italia è l’Indice di digitalizzazione dell’economia e della società (DESI) che ci vede in quartultima posizione.

Questa è la base di partenza.

La Strategia nazionale digitale, come sappiamo, fissa 5 obiettivi da raggiungere per il futuro, entro il 2026:

Sono traguardi ambiziosi.

In questa conferenza – per ovvie ragioni – vorrei focalizzare la vostra attenzione sul tema delle competenze digitali.

Il Piano nazionale di ripresa e resilienza investe 40 miliardi sulla digitalizzazione.
Sono risorse cruciali – quelle del Recovery – per guidare il processo di transizione digitale.

Il tema delle competenze è un ingrediente essenziale, direi quello più importante.

Secondo le previsioni del MEF , i fondi del Recovery avranno un effetto positivo sull’occupazione : in termini assoluti verranno creati 700.000 nuovi posti di lavoro entro il 2026. Di queste la maggior parte saranno donne (380.000).

Grazie alle risorse del Recovery, le imprese del mercato digitale sono destinate a crescere.

E proprio dello spirito imprenditoriale delle donne, protagoniste della trasformazione digitale, ci parlerà il professore Paolo Gubitta che ci illustrerà una ricerca. Il 25% delle imprese digitali, oggi, sono imprese femminili, guidate da donne. I

La ricerca di InfoCamere realizza un focus in modo particolare su 4 settori digitali: e-commerce, servizi internet, data analisys e produzione software.

Il digitale si veste di “rosa” soprattutto in due settori: data analysis e e-commerce.

Nel settore del data analysis il 30% delle imprese è guidato da donne.

In quello dell’e-commerce quasi il 27% delle imprese sono femminili.

In ambito digitale che è uno degli assi principali del Recovery,  le donne dunque potranno svolgere un ruolo chiave.

 

Non ci sono solo dati positivi, però. Le donne, infatti, tendono a fare meno impresa in due settori – produzione software e servizi internet.

Digitale e innovazione stanno cambiando radicalmente il mondo del lavoro.

E’ urgente e necessario indirizzare con lungimiranza il grande sistema dell’education investendo di più su formazione professionale e lauree STEM (Scienze, tecnologia, Ingegneria e Matematica) e creando strumenti a supporto della formazione continua e del long life learning.

Il concetto è semplice.

L’innovazione, oggi, corre a ritmi sempre più veloci.
La formazione deve mantenere lo stesso ritmo.
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La riqualificazione o re-skilling dunque non è un optional ma uno stato di necessità.
Per questo motivo si possono e si debbono valutare interventi come ad esempio annullare le tasse universitarie sui corsi di laurea STEM (Scienze, tecnologie, ingegneria e matematica) o magari prevedere un premio economico a chi completa il corso di studi in discipline tecnico-scientifiche.

Riteniamo altresì importante la riforma dell’istruzione tecnica e professionale per agganciarla alle nuove sfide in chiave 4.0 (come sappiamo è questo un tema che è inserito nel PNRR che destina agli Istituti tecnici 1,5 miliardi nei prossimi 5 anni).

Più in generale l’obiettivo deve essere allineare i curricula alle competenze richieste dalle imprese.

In Italia l’85% delle imprese non trova le competenze di cui ha bisogno.

E’ un fenomeno che si è accentuato con la pandemia e con la svolta digitale.

Il fenomeno non è solo italiano ma europeo.

Diverso il discorso al di fuori dell’Europa. Nelle grandi economie, oggi trainanti, infatti, questo fenomeno è praticamente dimezzato (in Cina il 28% delle imprese non trova le competenze di cui ha bisogno, negli Stati  Uniti il 32%).

LA SVOLTA DIGITALE RICHIEDE NUOVE COMPETENZE. 

Ecco perché assume un grande valore questa iniziativa, il Digitalmeet 2021, festival dedicato all’alfabetizzazione digitale che già 9 anni fa – quando nasceva – aveva capito che il fattore competenza è ciò che avrebbe fatto la differenza.

Per sviluppare la nostra economia.
Per far crescere le nostre comunità.
Per rendere più competitivi i nostri territori.

Antonio

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