“Il Digitalmeet, primo festival in Italia dedicato all’alfabetizzazione digitale, compie 10 anni. E’ una ricorrenza importante che abbiamo voluto celebrare in Senato. Il digitale oggi è sempre più parte della nostra quotidianità. Dal 2012 al 2021, in 10 anni, abbiamo registrato un vero e proprio boom delle imprese digitali (+40%). Tanta strada è stata fatta ma bisogna fare di più. L’Italia è un Paese che, al confronto con il resto d’Europa, investe meno sulle start up innovative e tecnologiche. Innovare oggi è un fattore chiave. Dobbiamo premiare chi innova con sgravi fiscali ma anche con una Pubblica amministrazione che può e deve essere più leggera, agile e più 4.0 grazie anche alle risorse del Recovery Fund”. Lo afferma il senatore Questore Antonio De Poli intervenendo stamane alla presentazione del Digitalmeet 2022, in Sala Zuccari, a Palazzo Madama. Secondo De Poli “bisogna puntare sulle competenze, prima di tutto: non può esserci transizione digitale se non c’è una cultura digitale – ha evidenziato De Poli -. L’innovazione non può e non deve essere solo una questione per gli addetti ai lavori: essa funziona quando si diffonde e cambia a 360 gradi la nostra quotidianità. Oggi serve un New Deal delle competenze con un rafforzamento dell’istruzione tecnico-scientifica e con l’introduzione ad esempio dell’educazione digitale fin dalla scuola elementare”. Secondo De Poli la formazione è un fattore centrale ma da sola non basta. “L’Italia è il 12esimo Paese in Europa per investimenti sulle start up: noi tra il 2016 e il 2021 abbiamo investito 3,6 miliardi di euro, cifra molto inferiore rispetto ai 76 miliardi di Regno Unito, 32 miliardi della Germania e 25 miliardi della Francia. Bisogna dunque dedicare più risorse pubbliche per gli investimenti facendo sì che lo Stato si prenda una quota maggiore del rischio che l’innovazione comporta. In questa direzione un aiuto importante potrà arrivare dalle risorse del Recovery Fund”, ha detto ancora De Poli secondo cui “per promuovere un’imprenditoria di successo serve un terreno fertile che si coltiva puntando sulla cultura d’impresa. E’ grazie alla cultura di impresa e a chi innova se riusciamo a creare sviluppo, lavoro e crescita”, conclude De Poli.