Antonio De Poli

Digital Meet 2018. Il festival italiano delle tecnologie e dell’Innovazione

Oggi in Senato presso la Sala Stampa Nassirya di Palazzo Madama si è svolta la conferenza stampa di presentazione di DIGITALmeet 2018.

Durante la conferenza è stato presentato il programma del Festival che è giunto alla sesta edizione e che si svolgerà quest’anno in ben 15 regioni dal 17 al 21 ottobre (lo scorso anno 143 eventi, 300 speaker, 19.000 presenze in 10 regioni).

Si è parlato di un tema che è oggetto di grande interesse per la vita di tutti noi: ALFABETIZZAZIONE DIGITALE.

Il DIGITALMEEET è il primo festival che nasce dal basso e dal territorio.
Più che mai oggi, d’altronde, dobbiamo parlare di ‘DIGITALE DIFFUSO’.

Il digitale, infatti, è un processo che investe tutti gli ambiti della nostra vita quotidiana e che riguarda ciascuno di noi, dal medico alla casalinga e allo studente e al commerciante.

L’obiettivo del festival è avvicinare i cittadini alla CULTURA DIGITALE.
Questa è la sfida che dobbiamo vincere nei prossimi anni: l’alfabetizzazione digitale si basa sulle competenze digitali che devono essere impartite già nel mondo della scuola ma che devono vanno anche trasmesse a lavoro. La cultura digitale è a 360 gradi ed investe sempre di più non solo il privato ma anche il pubblico.

E’ necessario, ad esempio, far sì che il rapporto tra Pubblica amministrazione e cittadini-imprese sia digitalizzato così come è necessario raggiungere al più presto l’obiettivo della connessione Internet nel 100% delle aule scolastiche.

Piccoli passi per un’Italia sempre più digitale.

Penso alla semplificazione amministrativa. E’ inevitabile la spinta sul digitale.
Basti pensare alla necessità di mettere in rete i tanti mondi della Pubblica amministrazione che non possono essere concepiti come compartimenti stagni, separati tra di loro, ma al contrario devono viaggiare insieme ed essere sempre più interconnessi tra di loro.

DIGITALMEEET 2018 quest’anno sarà ospite in ben 15 regioni, come dicevo.

Il mio auspicio è che, dopo questa giornata in un contesto istituzionale e importante come il Senato della Repubblica, questo Festival possa accreditarsi presso le istituzioni più importanti del Paese (ha partecipato anche LAURA AGLIO, di AgID Agenzia per l’Italia digitale) come contributo culturale importante che oggi ci aiuta a interpretare i nuovi bisogni  digitali e a costruire insieme una road map dell’Italia digitale.

Molto è stato fatto, sicuramente.
Ma molto resta ancora da fare.
Per ridurre il gap digitale con gli altri Paesi d’Europa è indispensabile fare rete, costruire una strategia condivisa per ampliare le skills e le competenze di nativi digitali e nativi analogici.

E uno dei modi per farlo è molto banalmente mettere in connessione, ad esempio, queste due ‘specie’, far dialogare questi due mondi. Le vecchie e le nuove generazioni-

La presenza di nativi digitali in posizioni chiave, nelle imprese e nella PA, può risultare determinante. Dobbiamo valorizzare il contributo della cosiddetta generazione Google.
Perché dai giovani, oggi, può giungere un contributo importante.

Investire sul digitale conviene.
Nel suo piccolo lo ha fatto il Senato che, nella scorsa legislatura, ha dato vita a un rinnovo delle infrastrutture informatiche e alla virtualizzazione delle postazioni di lavoro. Siamo tra le prime istituzioni pubbliche, in Italia, e tra i primi Parlamenti in Europa, insieme al Portogallo, ad adottare questo tipo di tecnologie cloud.

Investire nel digitale conviene perché porta a risparmi ma conviene soprattutto perché consente un aumento della produttività.

Studi recenti mostrano che le aziende che investono nel digitale non solo hanno visto crescere le vendite ma hanno anche creato più posti di lavoro. Posti di lavoro con competenze digitali appunto.
Quindi il robot non sostituisce l’uomo.

Noi siamo favorevoli e aperti alle nuove tecnologie.
In un contesto dove è l’uomo il protagonista.
Oggi non a caso si parla sempre più spesso di Umanesimo digitale.

Un processo in cui è l’uomo a rimanere il protagonista.
D’altronde, siamo noi uomini, quindi le nostre menti, a generare gli algoritmi digitali.
Sono dunque le nuove tecnologie al servizio dell’uomo e non il contrario.

Oggi mi piace immaginare l’Italia digitale come un cantiere.

Work in progress, ovvero lavori in corso.
La scommessa è importante e va vinta.
I margini per far crescere il tasso di digitalizzazione nel Paese, da Nord a Sud, eliminando anche le disparità tra i territori, ci sono. E sono enormi.

DIGITALmeet, nel suo piccolo, vuole raccontare questa Italia che, ogni giorno, cambia.
E’ un’Italia che si racconta, che racconta le nuove frontiere del digitale.
E’ un’Italia che investe sull’innovazione.
E un’Italia che è appassionata di innovazione e ancora di più di cambiamento.

E’ l’Italia digitale.

SPECIALE DEL SENATO CON INTERVISTA E IMMAGINI DELLA CONFERENZA STAMPA

INTERVISTA AL SENATO

INTERVISTA GR PARLAMENTO

SERVIZIO RAI3 PARLAMENTO

 

CONFERENZA STAMPA

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