Diritto commerciale, superiamo i nostri confini

Cari amici,

stamane in conferenza stampa in Senato abbiamo presentato un libro “International business law” dell’avvocato Lucio Ghia e affrontato un tema molto importante: il diritto sul Commercio internazionale.

Oltre all’autore del libro l’Avvocato LUCIO GHIA hanno partecipato alla conferenza: GABRIELLA PALMIERI SANDULLI (Avvocato generale dello Stato); PAOLO NESTA (presidente del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Roma); MARIA ROSARIA SAN GIORGIO (giudice della Corte Costituzionale); PAOLO CATALLOZZI (Consigliere della Corte di Cassazione, giudice del Tribunale unificato dei brevetti); FEDERICO ARCELLI (professore di Economia delle istituzioni internazionali all’Università Guglielmo Marconi di Roma); SIMONE LONATI (professore di Diritto processuale penale all’Università Bocconi di Milano); ETTORE LOMBARDI (professore di Diritto Privato all’Università degli studi di Firenze) e GIANCARLO CORAGGIO (Presidente Emerito della Corte Costituzionale).

Oggi, assistiamo ad un mercato sempre più globale, dal punto di vista economico in primis.

Dall’altra parte, però –  e questo è stato il focus su cui abbiamo riflettuto questa mattina – abbiamo una giustizia che ha dei “confini” a volte troppo domestici.

In altre parole, grandi players italiani come Eni o Leonardo si trovano ad essere giudicati per gli stessi fatti, in Italia e all’estero, ma con due pronunce di giudizio opposte. Prosciolti in Italia e condannati all’estero o, viceversa, condannati nel nostro Paese e prosciolti al di fuori dei nostri confini nazionali.

Cosa vuol dire tutto questo?

Stamattina ci porremo degli interrogativi, non certo con la pretesa di dare risposte esaustive ed esaurienti su un problema che è, di per sé, molto complesso.

L’avvocato Lucio Ghia – che presenterà il suo libro, giunto quest’anno alla seconda edizione – non ha bisogno di presentazioni.

E’ stato componente dell’UNCTAD (United Nations Conference on Trade and Development), Commissione permanente delle Nazioni Unite che si occupa di commercio e sviluppo internazionale.

E’ una Commissione che – lo dico a beneficio di chi ci ascolta da casa  – include i rappresentanti delegati di oltre 60 Paesi, designati dai rispettivi Ministeri degli Affari esteri.

E’ in questo contesto che è maturato un importante percorso che oggi, con il suo libro, l’Avvocato Ghia intende mettere a frutto con i risultati di una significativa esperienza ma soprattutto ponendo l’accento su un tema che, come dicevo all’inizio, è oggi “irrisolto”.

Voi oggi siete qui in Parlamento che è il luogo dove si fanno le leggi.

Le leggi sono la “materia prima” di cui parliamo.

Quando affrontiamo il tema del diritto internazionale e, in special modo, di diritto commerciale internazionale, parliamo prima di tutto della necessità di rendere più omogenee le legislazioni dei diversi Paesi in modo tale da renderli comparabili ad esempio.

A livello legislativo cosa possiamo fare?

Questa è la domanda che ho posto agli interlocutori che oggi erano qui intorno al tavolo, seduti a fianco a me.

Ciò che serve, a mio avviso, è una “cinghia di trasmissione” – consentitemi questo termine – tra l’Italia e il resto del mondo perché, altrimenti, il rischio è di fare delle leggi che non tengano conto di quello che succede negli altri Paesi.

Ho lanciato un’idea, una proposta molto concreta.
Una Commissione che faccia da “raccordo” tra il Parlamento che fa le leggi e chi, come Banca Mondiale, Fondo Monetario internazionale e Commissione UNCTAD (Nazioni Unite) emette degli indirizzi legislativi.

Un esempio concreto. Quali sono le leggi negli altri Paesi in materia di fallimento delle piccole medie imprese?

Darsi una risposta a queste domande è la chiave.

La chiave giusta, a mio avviso, per una giustizia che sia sempre più efficiente, ma soprattutto vicina alle esigenze dei cittadini, delle famiglie e, a maggior ragione, in questo ambito – visto che parliamo di international business law – delle nostre imprese.

Antonio 

CONFERENZA STAMPA

INTERVISTA

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