“I sussidi per gli invalidi erogati dall’INPS sono ampiamente sotto la soglia di povertà: parliamo di 279 euro mensili che coprono praticamente la metà dell’importo di 552 euro che è la cifra – secondo i calcoli del paniere Istat – necessario ad una persona per vivere in un piccolo Comune del Mezzogiorno. Soglia che cresce a 819 euro mensili per chi vive al Nord in una grande città. Con questi numeri è evidente che per l’Italia gli invalidi sono cittadini di serie D. Chiedo al premier Paolo Gentiloni di intervenire subito per porre fine a questa situazione vergognosa”. Lo afferma il senatore e presidente nazionale UDC Antonio DE Poli che accende i riflettori su assegni per l’invalidità, pensioni di inabilità civile e indennità di frequenza e annuncia: “Ho presentato un’interrogazione parlamentare alla Presidenza del Consiglio dei ministri e al Ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, Giuliano Poletti affinché il Governo valuti l’aumento dei sussidi fino a raggiungere almeno la soglia di povertà. Stiamo parlando di valori che stanno sotto i 448 euro dell’assegno sociale, i 501 euro di pensione minima. Gli invalidi italiani insomma sono l’ultima ruota del carro, considerando che l’indennità di accompagnamento (512 euro) non servono all’invalido per mantenersi ma per pagare qualcuno che lo assista. Tante volte ci siamo ritrovati a parlare di falsi invalidi, è un problema che non può giustificare il disinteresse delle istituzioni nei confronti del tema. I sussidi per l’invalidità, così come sono concepiti, non rispondono al dettato costituzionale, all’art 38 che dice ‘ogni cittadini inabile al lavoro e sprovvisto di mezzi ha diritto al mantenimento e all’assistenza’. Il Governo ponga rimedio: non si può andare contro la Costituzione”, conclude De Poli.