

Elezioni Regionali: De Poli, Veneto guardi avanti, basta specchiarsi
Senatore Antonio De Poli, cominciamo con una regione del Veneto che ormai, dopo la sentenza della Consulta, possiamo dire inaugura la campagna elettorale.
Manca qualche mese e si tornerà al voto.
Ma sicuramente sì: dopo il no al terzo mandato e la definizione di quando si vota – quindi in questo autunno, quindi tra l’ultima di settembre e il 22-23 di novembre – in quei 60 giorni ci sarà il voto del rinnovo delle regionali.
Oggi chiaramente, sicuramente, ormai si è – fra virgolette – in campagna elettorale.
Ma io credo che dobbiamo scegliere il miglior presidente, perché possa dare quelle risposte importanti che chiedono i nostri cittadini, le nostre imprese, quindi il nostro tessuto socioeconomico.
Però dobbiamo pensare di guardare al futuro.
Non potremo continuare ad essere un po’ i nobili decaduti, no? Che siamo i più bravi, i più belli, quelli che sanno far tutto…
Io credo che oggi dobbiamo rimetterci a correre e a guardare e programmare, fare un programma strategico per il nostro Veneto, che guardi chiaramente al futuro, a quelle che sono le innovazioni, quelli che sono i cambiamenti nazionali e internazionali – che lo abbiamo sotto gli occhi di tutti.
E io credo che oggi dobbiamo ritornare ad essere la regione trainante d’Italia ed Europa.
E su questo abbiamo di fronte a noi una bella scommessa, ma siamo sicuri di poterla vincere.
A cinque mesi dal voto, che aria tira nella maggioranza di centrodestra? Come si arriverà a un accordo e in che tempi, soprattutto?
Ma io sono certo che il candidato, come dicevo prima, sarà il candidato migliore per il nostro territorio, per il nostro Veneto, per guardare al futuro.
Quindi, come sempre, c’è discussione, ma nulla di tutto questo… serve, ribadisco, il miglior candidato per riprogrammare e dare un futuro il migliore possibile ai nostri veneti.
Secondo lei è la scelta giusta quella di andare a votare in autunno? O si doveva fare un ragionamento forse anche un po’ più complessivo? E condivide i timori di Zaia sull’affluenza?
Ma io credo che oggi il fatto di portare alle urne gli elettori sia un fattore italiano – quindi nazionale – ma anche internazionale.
Lo vediamo su tutte le elezioni che ci sono state in tutti gli stati europei e a livello anche internazionale.
Assodato questo, la legislazione è chiara, no?
Il terzo mandato… e la legislazione nazionale prevede che le regioni devono andare al voto entro i 60 giorni dell’ultima votazione.
Quindi, su questo, al di là di quello che possiamo pensare ognuno di noi, la legge prevede questo.
E quindi noi andremo a votare sicuramente tra ottobre e novembre.