“Come si evince oggi dal rapporto della Cgia di Mestre e che come è emerso ieri nel convegno con Ascom Padova, in Senato, il mondo del commercio e delle imprese ha ragione a chiedere una strutturale riduzione del cuneo fiscale. Utilizziamo le risorse del reddito di cittadinanza per diminuirlo di 3 punti”. Lo afferma il senatore e presidente nazionale UDC Antonio De Poli commentando il report della Cgia di Mestre secondo cui l’Italia, quando si parla di cuneo fiscale, è al terzo posto dopo Belgio e Germania. “Il problema delle nostre imprese, come abbiamo detto ieri, è data dall’eccessiva pressione fiscale che, in Italia, era al 31,4% nel 1980, mentre oggi è salita al 42,3%. Negli ultimi 40 anni essa è aumentata di 11 punti. Basta fare un confronto con il resto del mondo: nel 1965 il livello delle tasse era al 24,9% nei Paesi OCSE, mentre in Italia viaggiamo più o meno sulle stesse cifre, cioè al 24,7%. Nel 2017 il confronto è impietoso: nei Paesi OCSE il livello delle tasse è aumentato al 34,2%; mentre in Italia siamo arrivati al 42,4%. In Italia la pressione fiscale è salita di 17,7 punti contro i 9,3 punti della media degli altri Paesi OCSE”, aggiunge De Poli secondo cui “il problema va affrontato facendo leva sulla domanda interna”. “La priorità – spiega il senatore UDC – è invertire la tendenza sui consumi: come dice la Cgia di Mestre, mentre in Francia e Germania i consumi, nel 2018 rispetto al 2017, sono cresciuti rispettivamente del 6% e del 16%; in Italia e in Spagna si sono ridotti del 19 e del 20%. Bisogna neutralizzare le clausole Iva! Ogni famiglia, ogni anno, spenderebbe 500 euro in meno. Il potere d’acquisto delle famiglie è fermo a 8 anni fa e così non si aiutano le nostre imprese a crescere. Serve una riduzione delle tasse seguendo un ‘doppio binario’ – conclude De Poli che ieri ha promosso in Senato un convegno dal titolo ‘Fiscalità e settore terziario’ con Ascom Padova e Cgia di Mestre – : agire sul cuneo fiscale (-3 punti sulle imprese) e spingere così le assunzioni e, dall’altro lato, sulle famiglie per ridare slancio ai consumi interni. Serve uno chof fiscale, altrimenti dietro l’angolo c’è il rischio di una recessione che ci porterà ancora più indietro come sistema-Italia. Difendiamo il mondo del commercio, per creare lavoro e sviluppo”.