Stamane ho partecipato a Verona ad un convegno organizzato da Assoindipendenti “Frodi nel settore carburanti. Una questione penale e una questione morale”.
Nel corso del mio intervento ho ribadito la necessità che il Governo si attivi per contrastare quella che sta diventando una frode colossale – il contrabbando di carburanti – spesso riconducibili alla criminalità organizzata.
Ho reso noto pertanto di voler presentare un’interrogazione parlamentare indirizzata al Ministro dell’Economia Padoan con cui chiedere di inserire la categoria di prodotti petroliferi nella lista di beni che portano alla solidarietà passiva nel pagamento dell’Iva.
In altre parole, nel caso di vendite sottocosto di carburanti con contestuale mancato pagamento dell’Iva da parte di chi vende, anche chi compra sia chiamato ad essere responsabile in solido per il mancato pagamento dell’imposta.
Parlare oggi delle frodi nel settore dei carburanti, come sintetizza il titolo del convegno, non è solo una questione penale ma anche morale che deve richiamare la politica e le istituzioni ad affrontare finalmente un “cancro dell’illegalità” che si è diffuso in modo significativo negli ultimi anni: secondo le Fiamme gialle nel mercato italiano, negli ultimi due anni (2015-2016) oltre 400 milioni di litri di benzina sono stati immessi illecitamente, per un valore di 360 milioni di euro. In 2 anni l’illegalità ha provocato un danno per l’erario che è stimabile in 3-4 mld di euro l’anno, metà dei quali per la sola evasione Iva.