L’Idrovia Padova-Venezia non resti nell’elenco delle opere incompiute e non diventi una piccola Salerno-Reggio Calabria del Nordest. La decisione di rinviare l’avvio dei cantieri al 2021 è un pessimo segnale di immobilismo. Le notizie di stampa sul Documento dell’Autorità di Bacino delle Alpi orientali sono molto scoraggianti.
Lo scorso 13 gennaio nel corso di un punto stampa il Governatore Zaia, in compagnia dell’assessore Bottacin, rivelava che l’opera in questione sarebbe rientrata tra quelle cantierabili. Ora arriva la marcia indietro con il mancato inserimento dell’Idrovia nel Piano dell’Autorità di Bacino delle Alpi orientali, che ne ha previsto da qui al 2021 la sola progettazione. Visti i gravi rischi di inondazione che corrono le province di Padova e Venezia attraversate dai fiumi Brenta e Bacchiglione, è necessario che Regione e Governo si attivino urgentemente per inserire il completamento dell’Idrovia Padova-mare nella fase 2016-2018 rivedendo al rialzo gli importi previsti (92 milioni finora le cifre previste dal Piano).
Si tratta di un’opera che è stata completata già al 60%, come è noto, e che attende di essere completata ormai dal 1992. Sono stati già spesi 50 miliardi delle vecchie lire, ne serve un altro mezzo miliardo ovvero 534 milioni di euro. Ho chiesto al Governo se non ritenga opportuno attivarsi considerando che questi ulteriori slittamenti potrebbero compromettere l’accesso ai fondi comunitari, essenziali per il completamento dell’opera stessa.
INTERROGAZIONE PARLAMENTARE SU IDROVIA PADOVA-VENEZIA AL MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE