Cari amici,
ieri sera, a Lupia di Sandrigo (Vicenza), ho promosso una serata sugli aspetti giuridici e applicativi del Decreto Salva-casa, approvato di recente dal Parlamento. All’incontro, in una sala strapiena di persone, hanno partecipato, fra gli altri, il presidente della Provincia di Vicenza, Andrea Nardin, il sindaco di Sandrigo Marica Rigon, il sindaco di Bressanvido, Luca Franzè; il presidente della Consulta Urbanistica, Politiche abitative e lavori pubblici dell’Anci Veneto, Massimo Cavazzana; Antonio Ferretto (consulente Anci Veneto) e gli avvocati Mauro Panzarino e Francesco Fortran.
Vogliamo l’Italia del sì, della sburocratizzazione e della semplificazione. Questo è lo spirito che ci ha mosso in Parlamento con l’approvazione del decreto Salva-casa, che avrà un effetto positivo, amplia gli interventi di edilizia libera, semplifica le procedure e consente di rimettere in circolo in maniera virtuosa moltissimi immobili.
Le misure introdotte sono finalizzate a rimuovere gli ostacoli ricorrenti nella prassi che determinano lo stallo delle compravendite, soprattutto a causa di irregolarità formali.
In Italia esistono 12 milioni di abitazioni, di cui il 70% è stato costruito prima del 1980, mentre il 50% prima del 1970.
Circa 6 milioni di edifici sono stati costruiti prima dell’entrata in vigore della legge Bucalossi del 1977 (che stabilisce fra l’altro l’edificabilità dei suoli).
Le piccole difformità creano problemi al cittadino che non può accedere agli incentivi per la riqualificazione ma anche alle Amministrazioni, visto che le pratiche rischiano di appesantire il lavoro della macchina amministrativa dei Comuni.
Il Decreto Salva-casa è un punto di partenza. Serve una riforma organica sul Testo unico dell’edilizia, normativa disallineata rispetto alle caratteristiche del nostro patrimonio immobiliare.
Antonio