

Cari amici,
è stato un grande onore per me celebrare in Senato un’eccellenza del nostro territorio: il Vino Friularo di Bagnoli. Un vino che ha una storia lunga 800 anni, radicata nella cultura e nelle tradizioni della nostra terra, e che da 30 anni è riconosciuto con la denominazione
Erano presenti: Nicola Zaggia (presidente del Consorzio DOC Bagnoli e Friularo di Bagnoli DOCG); Filippo Torsello (vicepresidente del Consorzio DOC Bagnoli e Friularo di Bagnoli DOCG); Matteo Ruzzon (sindaco Bagnoli di Sopra); Roberto Lorin (presidente della Cooperativa di Conselve, Vigneti e Cantine) e Nicolò Calore (storico e autore).
Le origini del Vino Friularo di Bagnoli affondano le radici nel nostro passato. Questo prodotto, che nasce dal grande amore e dalla straordinaria passione che le genti del nostro territorio hanno sempre avuto per la coltivazione della vite, ha una storia importante alle spalle. Veniva chiamato “Vin da viajo” dai veneziani, che se ne approvvigionavano prima delle lunghe peregrinazioni sui mari. Il Friularo viene prodotto nelle campagne della Bassa Padovana.
Donato in grande quantità dai monaci benedettini di Santa Giustina a Federico II di Svevia, durante il suo soggiorno a Padova nel 1239, consumato e apprezzato sulle tavole dei Carraresi, questo vino è citato, non a caso, nell’opera di Angelo Beolco detto il Ruzante, di cui ascolteremo più tardi una lettura dei suoi brani da parte di Ferruccio e Remigio Ruzzante, che saluto e ringrazio per la loro presenza qui stamattina.
Il Friularo ha saputo conquistare il palato degli intenditori, grazie alla sua personalità forte e inconfondibile, e che oggi continua a raccontare una storia di tradizione, passione e legame con il territorio.
Siamo di fronte a un prodotto che incarna la generosità delle campagne venete, in particolare quelle dei Colli Euganei, dove il suolo fertile e il clima favorevole hanno permesso, secolo dopo secolo, di perfezionare un vino unico nel suo genere. Un vino che, grazie all’estro e alla maestria dei viticoltori, è giunto fino a noi mantenendo intatta la sua identità e il suo carattere distintivo.
Non a caso, questa eccellenza del Veneto è protagonista di uno degli eventi più prestigiosi del settore vitivinicolo: il Vinitaly di Verona. Un palcoscenico internazionale che offre al Friularo di Bagnoli l’opportunità di raccontare la propria storia, fatta di oltre 800 anni di tradizione e di 30 anni di denominazione DOCG, ai più importanti operatori del settore e agli amanti del buon vino di tutto il mondo.La sua presenza al Vinitaly è la conferma di un successo che non si è mai arrestato.
Il Friularo di Bagnoli non è solo un vino, ma il simbolo di un’identità territoriale, un legame indissolubile tra passato e futuro, tra tradizione e innovazione. Ed è proprio guardando al futuro che il Friularo si presenta oggi come un prodotto sempre più legato ai valori della sostenibilità, mantenendo al tempo stesso quell’anima autentica che da sempre lo contraddistingue.
Con orgoglio celebriamo dunque un vino che ha attraversato i secoli, che ha fatto innamorare gli antichi e che continua a conquistare il mondo. Un patrimonio del Veneto, un’eccellenza italiana.
Parliamo di un prodotto che è molto più di un semplice vino: è un simbolo dell’identità veneta, in particolare della provincia di Padova, ed è il frutto della passione e del lavoro di ben 35 aziende, la maggior parte delle quali afferenti alla Cooperativa Conserve, Vigneti e Cantine, che oggi produce circa il 90% del Friularo di Bagnoli. Un comparto che conta 250.000 bottiglie ogni anno, dimostrando quanto questa eccellenza sia radicata e significativa per l’economia locale.
Il Friularo di Bagnoli non è solo un grande vino, ma è anche un vero volano di sviluppo per il nostro territorio, un biglietto da visita che racconta il Veneto al mondo. La sua unicità nasce dal legame indissolubile con la terra e con il saper fare dei nostri viticoltori, custodi di una tradizione che, però, guarda al futuro con fiducia.
Ed è proprio sul futuro che oggi vogliamo soffermarci. Innovazione e sostenibilità sono le parole chiave per i prossimi anni. Il mondo del vino sta cambiando e noi dobbiamo saper affrontare le sfide con una visione strategica, puntando sulla qualità, sulla valorizzazione dei vitigni autoctoni e su una produzione sempre più attenta all’ambiente.
La conferenza stampa in Senato di oggi vuole essere un segnale di attenzione da parte delle istituzioni a un settore strategico, che ha bisogno di sostegno per continuare a crescere e a farsi ambasciatore del Made in Italy nel mondo.
Questo è e deve rimanere il nostro impegno come istituzioni, tutelare e promuovere un prodotto d’eccellenza che è anche motivo di orgoglio per il patrimonio culturale del nostro Paese.
Viva il Friularo di Bagnoli, viva il Veneto!
Antonio
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