Antonio De Poli

Il lavoro apre la strada all’inclusione!

È stato con grande piacere ed è stato per me un onore, intervenire oggi pomeriggio al Convegno “Promuovere e integrare” , iniziativa promossa dall’Ente nazionale per il microcredito, alla presenza del presidente della CEI (Conferenza episcopale italiana), Cardinale GUALTIERO BASSETTI, al ministro dell’INTERNO LUCIANA LAMORGESE, al presidente dell’Ente nazionale per il microcredito Onorevole MARIO BACCINI e al rettore dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, FRANCO ANELLI e ad autorità civili, militari, religiose e personale diplomatico.

Questa occasione ha rappresentato la prima visita ufficiale in Parlamento per il Cardinale Bassetti e, pertanto, sono stato onorato di riceverlo in uno degli ambienti più prestigiosi di Palazzo Madama, Sala Koch.

In un contesto come quello attuale, sempre più globale, sempre più apparentemente connesso grazie ad esempio alle opportunità del digitale, eppure non mancano divisioni, ingiustizie, squilibri economici e sociali, sia su scala locale che globale appunto. A farne le spese, purtroppo, quasi sempre sono le persone più svantaggiate, le cosiddette categorie “più deboli”.

Tra questi, di certo, ci sono i migranti e i rifugiati, vittime di un’esclusione sociale che, tante volte, è frutto anche di un’ignoranza.

I migranti, infatti, spesso, sono caricati di un giudizio negativo che li considera come mali sociali. Troppo spesso, nel Paese si respira un clima di ostilità nei confronti dello straniero, che alimenta l’intolleranza.

Basti pensare che, in un’indagine promossa dal PARLAMENTO EUROPEO, circa la metà degli intervistati ha dichiarato di nutrire SENTIMENTI NEGATIVI non solo nei confronti dei migranti economici (51%) ma anche verso i rifugiati (49%).

Eppure, come disse PAPA FRANCESCO lo scorso maggio IN OCCASIONE DELLA GIORNATA MONDIALE DEL MIGRANTE E DEL RIFUGIATO, “NON SI TRATTA SOLO DI MIGRANTI”. Oggi le persone più vulnerabili, nella nostra società, in un mondo sempre globale, sono vittime di quei “muri” che sono barriere culturali che ci impediscono di “andare verso l’altro”.

Penso appunto ai migranti, ma anche – se mi consentite – alle persone con disabilità, agli anziani, ai malati. LA DIMENSIONE DELL’UMANITÀ, come ci insegna il Pontefice, è fondamentale PER “FARSI PROSSIMO NEI CONFRONTI DI CHI, PIÙ IN GENERALE, È IN DIFFICOLTÀ”.

La nostra società ci impone un modello. Chiunque non rientri nei canoni previsti dalla società è di fatto fuori. Isolato, escluso.

Non è un caso  – e mi fa piacere sottolinearlo ancora una volta – che il titolo di questa giornata riprenda il monito lanciato dal PONTEFICE – PAPA BERGOGLIO – in occasione della GIORNATA MONDIALE DEL RIFUGIATO.

“ACCOGLIERE , PROTEGGERE, PROMUOVERE, INTEGRARE”.

‘ACCOGLIERE E PROTEGGERE’ è quanto già viene fatto e ringrazio, a questo proposito, per l’impegno profuso, i rappresentanti delle nostre forze dell’ordine, a partire da Guardia costiera, Guarda di finanza, Polizia di Stato, Arma dei Carabinieri e Protezione Civile. ‘PROMUOVERE E INCLUDERE’, INVECE, SONO I VERBI PIÙ DELICATI. TROPPO SPESSO DISATTESI.

E’ in questo contesto che si inserisce l’azione DELL’ENTE NAZIONALE DEL MICROCREDITO E DEL PROGETTO FASI (FORMAZIONE, AUTO IMPRENDITORIALE E START UP), un’iniziativa che è finanziata dal Ministero dell’Interno grazie ai Fondi del PON Legalità (fondi europei destinati alle regioni cosiddette meno sviluppate Basilicata, Campania, Puglia, Calabria e Sicilia).

Si tratta di un progetto che premia la CULTURA DELL’INCLUSIONE contro la CULTURA DELLA DISCRIMINAZIONE e della superiorità dell’uno rispetto all’altro.
LA CULTURA DELL’INTEGRAZIONE contro la CULTURA DELLE DIVISIONI E DEI “MURI”.
LA CULTURA DELLA SOLIDARIETA’ CONTRO QUELLA DEGLI EGOISMI.

Parlo di solidarietà, non a caso. E mi avvio alle conclusioni.

In Italia esistono ad oggi circa 5,2 MILIONI DI CITTADINI STRANIERI REGOLARI, PRATICAMENTE L’8,7% DELLA POPOLAZIONE (stando alle cifre del rapporto Caritas Migrantes su immigrazione). Di questi 841.000 sono studenti, ovvero ragazzi e ragazze che – grazie allo strumento della scuola – possono integrarsi nelle nostre comunità.
Dei 5 milioni di cittadini stranieri in Italia, SOLO 2,4 MLN HANNO UN’OCCUPAZIONE.
In questo contesto, dunque, l’iniziativa dell’Ente per il microcredito è interessante e positiva in quanto CONSENTE IL SOSTEGNO E L’AVVIAMENTO PROFESSIONALE DI OLTRE 3000 IMMIGRATI REGOLARI E TITOLARI DI PROTEZIONE INTERNAZIONALE, NELLE CINQUE REGIONI DEL SUD

Il LAVORO DEGLI STRANIERI IN ITALIA è spesso descritto con 4 P: pesante, precario, pericoloso, poco pagato. I lavoratori, in media, guadagnano il 30% in meno rispetto agli italiani. Solo il 23% dei lavoratori stranieri si dichiara soddisfatto del proprio salario.
E ricordiamoci sempre che un lavoratore straniero che NON è occupato potenzialmente può diventare MANOVALANZA PER IL MONDO DELL’ILLEGALITA’ E DELLA DELINQUENZA.

Quindi, più che mai, LAVORO in questi casi vuol dire anche SICUREZZA.

Non solo, LAVORO vuol dire APRIRE LA STRADA ALL’INCLUSIONE.

Consentitemi questo slogan. E’ questo ciò che fa l’Ente nazionale per il microcredito con questa iniziativa.
CREARE LAVORO CHE REALIZZA L’INCLUSIONE.

D’altronde, sono proprio i principi comuni sull’integrazione dell’UNIONE EUROPEA – nei quali l’italia si riconosce pienamente – a definire il “LAVORO COME FATTORE CHIAVE NEL PROCESSO DI INTEGRAZIONE”.Il PROGETTO FASI – realizzato dall’Ente per il microcredito – VA PROPRIO IN QUESTA DIREZIONE.

Perché promuovere percorsi finalizzati all’autoimprenditorialità e alle start up vuol dire PROMUOVERE LA PERSONA.

Promuovere I SOGGETTI PIU’ DEBOLI E VULNERABILI.

Promuovere e includere, per realizzare una società più equa.
Dove si POSSA FINALMENTE RECUPERARE LA DIMENSIONE FONDAMENTALE DELLA NOSTRA ESISTENZA: L’UMANITA’.

Perché come giustamente dice Papa Francesco “prendersi cura di loro” vuol dire “primariamente prendersi cura di noi”.

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