Cari amici,
stamani presso la Sala Caduti di Nassirya in Senato, abbiamo presentato il progetto “E-voice”, la voce dei territori in Europa.
Si tratta di un’iniziativa che è stata promossa dal comune di Gazzo, uno dei pochissimi Comuni italiani di piccole dimensioni selezionato dalla Commissione UE fra i beneficiari del progetto CERV (Citizen Equality Rights and Values).
Citizen = Cittadini
Equality = Uguaglianza
Rights = Diritti
Values = Valori
Sono questi 4 pilastri a costruire l’Europa di cui facciamo parte.
Erano presente il Sindaco di Gazzo Ornella Leonardi; Paola Pilotto (giornalista e coordinatrice del progetto); Manuela Todeschini (gruppo Giovani E-Voice); Manuela Marsano (direttore CERV Italia) e Pierluigi Zarantonello (consigliere comunale di Gazzo con delega alle Politiche europee).
Sono stati loro, i protagonisti di E-Voice, a raccontare questo progetto attraverso i volti e le “voci” di chi ha fatto questa bellissima esperienza, a partire dai giovani e dalle associazioni.
Qualche giorno fa, leggevo una ricerca di Demos (a cura di Ilvo Diamanti).
Secondo questo studio, i Cittadini sono consapevoli dell’utilità di rimanere nelle istituzioni europee (il 70% si dice favorevole all’Europa) ma, tante volte, le persone e le nostre comunità faticano a trovare entusiasmo, a sentire fiducia nell’Europa.
La fiducia nelle istituzioni europee ha registrato il picco, non a caso, negli anni del Covid, nel 2021 e 2022, grazie alla risposta importante e positiva dell’Europa con i fondi del Recovery.
Questa fiducia è calata nell’ultimo anno al 42%.
Rimane da chiedersi: perché?
L’Europa, a volte, troppo spesso, ci appare distante, qualcosa di non tangibile, che non possiamo “toccare con mano” appunto.
Ecco perché io credo che ci sia sempre di più l’esigenza di costruire un’Europa dei popoli, non dei palazzi.
Un’Europa dei cittadini, che dà voce alle comunità nei territori. Non un’Europa fatta di numeri.
Questa è la mission di E-Voice.
Progetti come “E-Voice”, grazie alla determinazione del Sindaco Leonardi e della sua squadra, ci dimostrano che invece l’Europa c’è, esiste e soprattutto può e deve continuare a dare voce ai territori.
Dare voce soprattutto ai Comuni più piccoli che, magari, hanno meno possibilità, rispetto agli altri, di sfruttare le opportunità e di mettersi in gioco.
Dare voce ai giovani.
Perché sono loro il nostro futuro.
Sono la garanzia del nostro futuro, grazie a comunità resilienti.
Mi piace molto l’immagine dei giovani che, in gruppo, si abbracciano fra di loro.
Se notate, questi ragazzi non ci guardano.
Ci danno le spalle.
Ci danno le spalle perché loro, i giovani, guardano avanti e sono protesi verso il futuro.
E ci insegnano, ancora una volta, che solo stando uniti – se facciamo rete, come avete fatto voi con E-Voice, abbattendo i muri e oltrepassando i confini dei propri territori – si può costruire l’EUROPA DEI POPOLI.
Antonio
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