Regionali Veneto. Il senatore Antonio De Poli ospite a Buongiorno Regione – Radio Veneto 24

Il senatore Antonio De Poli ospite a Buongiorno Regione – Radio Veneto 24

Veneto 24 – Le interviste da Roma
Con la politica nazionale

Ben ritrovate e ben ritrovati. Questo è un momento importante dei nostri lunedì, perché incontriamo Antonio De Poli, senatore questore e segretario nazionale dell’UDC, l’Unione di Centro.
Ben ritrovato senatore, grazie di aver accettato ancora il nostro invito.

De Poli:
Grazie a voi e buona giornata, buon lunedì a tutti coloro che ci stanno ascoltando.

Intervistatore:
Senatore, con lei potremmo parlare di tanti argomenti. Tuttavia è inevitabile immaginare di cosa discutiamo questa mattina: ci stiamo avvicinando, sebbene l’appuntamento sia ancora lontano, alle elezioni regionali. Siamo ormai nel vivo della campagna elettorale e si attende il candidato del centrodestra. Ne abbiamo parlato anche sabato con il ministro Urso, qui a Padova in occasione di un convegno.
C’è la volontà di trovare una convergenza, ma un nome ancora non emerge. Secondo lei, senatore, ci sono divergenze tra le forze della coalizione o il centrodestra è più unito di quanto sembri?

De Poli:
Come ho sempre detto, la coalizione è unita. Certo, c’è discussione, ma è normale: come in tutte le famiglie, serve il confronto per individuare il candidato migliore, capace di costruire il Veneto del futuro.
Oggi è una giornata importante: si vota nelle Marche. Sono convinto che verrà confermato il candidato del centrodestra Francesco Acquaroli. Sarebbe un passaggio significativo a livello nazionale. Credo che siamo ormai al momento decisivo: entro questa settimana verranno annunciati i candidati mancanti nelle tre regioni al voto – Veneto, Campania e Puglia – il 23 e 24 novembre.
Per il Veneto troveremo certamente il candidato migliore, capace di garantire quell’unità che è sempre stata il tratto distintivo del centrodestra. Come Unione di Centro saremo presenti con la nostra lista e i nostri candidati in ogni provincia. Vogliamo essere, ancora una volta, fondamentali non solo dal punto di vista elettorale, ma soprattutto per portare avanti i valori e i principi che rappresentano la nostra società: salute e sanità, politiche sociali, sostegno alle famiglie e agli anziani. Nessuno deve essere lasciato indietro: questo è il nostro motto.

Accanto alla sanità – da sempre priorità della programmazione regionale – non dobbiamo dimenticare il mondo dell’impresa: senza lavoro non c’è dignità. Parliamo di artigianato, commercio, agricoltura, industria e turismo – la prima impresa in assoluto per il Veneto. Questi settori sono fondamentali per guardare al 2030 e ai prossimi dieci anni.
Il nuovo presidente e questa maggioranza dovranno programmare oggi la società di domani, che è già cambiata sotto il profilo sociale, economico e infrastrutturale. Non possiamo dimenticare scuola, formazione e università: dobbiamo creare le condizioni perché i nostri giovani, formati e competenti, rimangano qui e contribuiscano allo sviluppo del Veneto, che deve continuare a essere una delle prime regioni d’Italia e d’Europa.

Intervistatore:
Senatore, agli albori della sua brillante carriera politica è stato anche assessore alla Sanità e ai Servizi sociosanitari della Regione Veneto. Qualcuno – detto tra noi – la rimpiange ancora, con tutto il rispetto per chi oggi ricopre quella carica. Qual è la sua valutazione sull’attuale situazione sanitaria, tra carenza di personale e liste d’attesa?

De Poli:
Ribadisco che, al di là delle criticità, la sanità del Veneto è ancora tra le migliori d’Italia e tra le prime d’Europa. Questo è un patrimonio che dobbiamo difendere.
Oggi però, con le risorse e gli indirizzi del PNRR, serve rafforzare il territorio, la prevenzione e l’integrazione sociosanitaria – la nostra storica forza che altre regioni stanno copiando. Penso al rapporto tra cittadino e strutture territoriali: case di comunità, ex distretti sociosanitari, presidi locali.
Bisogna investire nelle università e ampliare le borse di studio per le specializzazioni mediche. Oggi laureiamo molti medici ma ne mandiamo in specialità troppo pochi. Dobbiamo rendere il settore sanitario di nuovo attrattivo, anche economicamente.

Al di là del ruolo che può avere la sanità privata, la sanità pubblica resta il cuore pulsante della nostra società. Serve un nuovo piano sanitario nazionale e, di conseguenza, uno regionale che guardi alle nuove esigenze di una società cambiata: popolazione che invecchia, nuove problematiche, necessità di riprogrammare servizi territoriali e ospedalieri. Questa è la sfida del futuro.

Intervistatore:
Prima di salutarci, le chiedo una valutazione veloce: non sarebbe stato meglio creare un “election day” per tutte le regioni al voto?

De Poli:
Assolutamente sì. Io sono per riportare tutte le elezioni a una stessa data – dai comuni alle province (che spero tornino di primo livello) fino alle regioni.
Non è possibile votare oggi in Calabria, la settimana prossima in Toscana, a novembre in altre tre regioni e poi a maggio nelle amministrative. Così siamo sempre in campagna elettorale e questo non fa bene alla programmazione.
Come già previsto dal TUEL per i comuni, bisognerebbe normare – anche a livello costituzionale – un periodo unico per tutte le elezioni, con commissari straordinari o vicesindaci a garantire la continuità fino al voto. È una delle riforme su cui dovremmo lavorare per il futuro.

Intervistatore:
Grazie ad Antonio De Poli, senatore questore e segretario nazionale dell’UDC – Unione di Centro. Senatore, da parte nostra l’augurio di un buon inizio di settimana e di buon lavoro.

De Poli:
Grazie a voi.