Cari amici,
questa mattina in Sala Caduti di Nassirya, in Senato, si è svolta, su mia iniziativa, la conferenza stampa “Candidatura del volontariato a patrimonio culturale immateriale Unesco“.
Sono intervenuti fra gli altri, Emanuele Alecci (presidente di Padova capitale europea del volontariato 2020); Riccardo Bonacina (Fondatore VITA non profit); Francesco Rocca (presidente Croce Rossa Italiana); Antonino La Spina (presidente nazionale Pro Loco UNPLI); Fabrizio Pregliasco (presidente nazionale Anpas); Paola Capoleva (presidente CSV Lazio ); Cristina De Luca (vicepresidente Fondazione Italia sociale); Giuseppe Lumia (ass. Luciano Tavazza) e, in collegamento da remoto, Andrea Carandini (presidente FAI – Fondo Ambiente Italiano ) e Andrea Orlando (ministro del lavoro e delle politiche sociali)
In occasione della cerimonia di chiusura di Padova Capitale europea del volontariato, il presidente Emanuele Alecci, come sapete, ha annunciato la candidatura del volontariato quale patrimonio culturale immateriale Unesco. Come ultimo atto ufficiale, Padova Capitale europea del volontariato si è costituito come comitato promotore di questa iniziativa.
Ringrazio per questo il presidente Alecci. E’ un’iniziativa lodevole che, certamente, merita di essere sostenuta da parte delle istituzioni.
Come ha detto il presidente della Repubblica, “il volontariato è energia irrinunciabile della società“, “un patrimonio generato dalle nostre comunità che si riverbera sulle nostre vite“. Era il 7 febbraio 2020 quando il Capo dello Stato pronunciava queste parole di fronte alla platea delle migliaia di volontari presenti in fiera a Padova, in occasione dell’apertura di Padova capitale europea del volontariato.
Ricordo la grande emozione di quell’evento, la ricordo insieme all’amico e presidente Alecci.
Neppure un mese dopo, tutto il Paese sarebbe stato bloccato dal lockdown.
E’ stato un periodo durissimo, non possiamo nascondercelo.
In questo anno di pandemia, il volontariato è stata l’ancora di salvezza dell’Italia.
L’esperienza di Padova capitale europea del volontariato ci ha insegnato quanto questo “mondo” sia stato indispensabile per rispondere anche ai nuovi bisogni generati dall’emergenza sanitaria.
Va, infatti, ricordato che i volontari, mettendo anche a rischio la propria salute, hanno continuato a svolgere con dedizione e altruismo il proprio compito, dedicando spontaneamente il loro tempo alle persone in difficoltà, rimanendo vicino a chi soffre, ai più deboli, a chi ha bisogno di aiuto.
Come sarebbe stato l’anno di crisi pandemica senza l’apporto delle centinaia di migliaia di volontari che si sono messi a disposizione dei più fragili e di chi ha subito le ricadute più pesanti dal Covid 19?
La risposta è una e oggi dobbiamo dirlo con forza!
Senza il volontariato non si sarebbe potuto far fronte all’emergenza Covid!
Apro una breve parentesi.
Non può essere un vero Piano di Ripresa e Resilienza senza il mondo del volontariato che è un fattore essenziale per generare nuovo capitale sociale. Alla fragilità e all’isolamento messi in luce da questa pandemia e da questo virus che ancora oggi stiamo combattendo – grazie ai nostri medici infermieri e sanitari negli ospedali e anche all’impegno dei nostri militari e forze dell’ordine – dobbiamo rispondere con un investimento sul mondo del volontariato che è l’unico in grado di rinsaldare i legami sociali
Questa crisi pandemica ci ha insegnato una cosa.
Al volontariato va riconosciuto il ruolo di soggetto strategico per una politica di ripresa e resilienza.
Perché candidatura il volontariato a Patrimonio UNESCO?
Il volontariato – ce ne siamo resi conto, ogni giorno – è un importante volano di solidarietà che, lavorando in stretta sinergia con i territori e le amministrazioni locali, ha promosso un profondo cambiamento sociale che ha migliorato la qualità di vita dei cittadini e ha generato un capitale sociale inestimabile.
Il volontariato è un bene prezioso, un patrimonio da proteggere.
A mio avviso il mondo istituzionale – ecco perché oggi eravamo nell’autorevole cornice istituzionale del Senato della Repubblica – deve sostenere con forza la candidatura del volontariato come patrimonio culturale immateriale dell’Unesco. E’ una candidatura che è partita da Padova, come sappiamo, è arrivato oggi a Roma, in Senato, ma vuole assolutamente travalicare qualsiasi confine. Sapete perché? Perché i valori della solidarietà, dell’altruismo e della gratuità non hanno confini.
Penso a quanto è accaduto solo qualche giorno fa, in Sud Sudan, dove due missionari medici del Cuamm (una realtà che nasce proprio a Padova ma che è nota a livello globale per il suo impegno a tutela della salute nelle aree più difficili del mondo) sono stati uccisi.
Colgo l’occasione ancora per esprimere il mio cordoglio e la mia vicinanza al direttore del Cuamm Medici con l’Africa, don Dante Carraro. Questo tragico episodio ci fa capire quanto il volontariato sia un bene dell’intera Umanità.
Il mondo del volontariato, come dicevo, non ha confini.
Sono più di quanto immaginiamo i volontari nel mondo, secondo i dati dell’ONU (Organizzazione delle Nazioni Unite), sono oltre un miliardo di persone che a vario titolo e in diversi contesti sociali operano spinti dal desiderio di essere utili agli altri. Il loro lavoro – si è calcolato – è pari a quella di 109 milioni di lavoratori a tempo pieno. E’ un esercito di uomini e donne che è sempre in prima linea nella risposta ai bisogni delle persone. E’ l’esercito della solidarietà.
Se guardiamo all’Italia, come ha messo in evidenza il presidente del Consiglio Mario Draghi, in un passaggio cruciale delle sue dichiarazioni programmatiche qui in Senato, quando il Governo si è insediato, “dobbiamo essere più orgogliosi, più giusti e più generosi nei confronti del nostro Paese. E riconoscere i tanti primati, la profonda ricchezza del nostro capitale sociale, del nostro volontariato, che altri ci invidiano”.
Il volontariato nel nostro Paese ha radici lontane.
Come ha detto Papa Francesco, “il volontariato è una delle grandi bellezze della società italiana”.
Secondo gli ultimi dati ISTAT, circa il 10% della popolazione si dedica ad attività di volontariato per un totale di 6 mln persone che operano in oltre 350.000 associazioni.
Questi numeri ci fanno capire quanto il volontariato sia un valore universale appunto.
Ecco perché oggi dal Senato abbiamo lanciato la candidatura del volontariato Patrimonio culturale immateriale Unesco dell’umanità.
E’ una candidatura che come ha detto il presidente Alecci, insieme agli altri relatori, si poggia su solide motivazioni:
- Il volontariato è un elemento di crescita morale e civile di ogni Nazione;
- E’ un bene prezioso, un capitale e un patrimonio che dobbiamo proteggere e sostenere;
Per questo è necessario che il volontariato ottenga il riconoscimento Unesco quale bene immateriale.
Un grande e straordinario in bocca a lupo a tutto il mondo del volontariato!
Antonio
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