Il volontariato, la più grande infrastruttura dell’Italia

Venerdì si accendono i riflettori su Padova capitale europea del volontariato alla presenza del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.

Lo slogan  ‘Ricuciamo insieme l’Italia’ sintetizza bene l’idea di un ‘cantiere’ – quello del volontariato – che ora ha bisogno di nuove risorse. La più grande opera sociale del nostro Paese – 5 milioni di volontari in tutta Italia- merita la massima attenzione da parte delle istituzioni e dalla politica.

La cerimonia che celebra un valore – quello della solidarietà  – che è nel Dna dei veneti, sarà un’occasione importante solo se si supera lo schema delle retorica.

L’operosità è una caratteristica dei veneti: abituati a rimboccarsi le maniche. Basti guardare ai numeri: 6.466 associazioni solo a Padova, praticamente una ogni 143 abitanti.

Ricordo bene le parole del Capo dello Stato. ‘Quell’elogio all’Italia silenziosa che non ha mai smesso di darsi da fare’  è un monito più che mai attuale. Non esiste sviluppo senza il valore generativo del capitale sociale.

Padova 2020, dunque, non vuole essere una cerimonia ma un ‘cantiere’. L’auspicio è che da tutti, a prescindere dai colori politici, possa arrivare un impegno concreto affinché si possano tagliare dei traguardi importanti, a partire dal completamento dell’attuazione della Riforma del Terzo Settore (legge delega n. 106/2016) che attende ancora il varo di importanti decreti attuativi.

La riforma da sola non basta: la politica ha il dovere di garantire progettualità al volontariato. Per le associazioni più grandi i contributi pubblici rappresentano il 22%, per quelle più piccole i fondi da parte dello Stato sono essenziali: senza si rischia di chiudere i battenti .

Il 2020 sia l’anno del volontariato: al Governo chiediamo che arrivi un segnale concreto forte, superando il ‘tetto’ del Cinque per mille, fissato per legge e aumentare, di riflesso, le relative risorse. Il volontariato è un investimento sul futuro dell’Italia.

Antonio