La figura di Giacomo Matteotti, non solo come martire per la sua opposizione al fascismo, ma anche come riformista sociale, che ha ispirato il pensiero della Cisl. A promuovere una conferenza, in Senato, in ricordo del martire polesano – di cui si celebrano quest’anno i 100 anni dalla tragica morte – è stato il senatore Antonio De Poli che ha evidenziato “il suo coraggio di esporsi, di dare ascolto alle fasce sociali più della popolazione”. “Ripercorrere la storia di Matteotti vuol dire ripercorrere la storia di tutti noi. Matteotti, come tutti sanno, era di Fratta Polesine, in provincia di Rovigo, dove si trova anche una casa museo a lui dedicata. In occasione dei 100 anni dalla scomparsa, a Rovigo, si svolgerà una mostra promossa dalla Fondazione Cariparo, fino al 7 luglio. Celebrare la figura di Matteotti oggi vuol dire celebrare il valore della libertà che è un valore irrinunciabile della nostra democrazia”, ha evidenziato De Poli che ha poi rimarcato l’importanza di diffondere la conoscenza soprattutto ai giovani e alle nuove generazioni: “Dobbiamo restituirgli la giusta importanza. Il coraggio di esporsi – che fu proprio di Giacomo Matteotti – dovrebbe essere nel Dna di tutti i politici”. Sulla stessa scia anche il segretario nazionale Cisl Andrea Cuccello secondo cui “la figura di Matteotti come martire dell’antifascismo non deve mettere in ombra il suo pensiero e il suo messaggio politico, legato alle sue origini, in un polesine molto povero. E’ importante ragionare in termini riformistici, soprattutto in un momento come questo, segnato da profondi cambiamenti sociali, e ridare luce a questa personalità storica”. A Fratta Polesine, “la casa museo riconosciuta come monumento nazionale ripercorre l’attività politica di Matteotti per il territorio. Fin dalla più giovane età, Matteotti sente il dovere morale di essere in prima linea, responsabile delle condizioni che aveva davanti agli occhi, soprattutto quelle dei braccianti agricoli”, afferma Maria Lodovica Mutterle (direttrice Casa Museo Giacomo Matteotti). “Oltre alla ricostruzione storica, è importante riflettere anche sull’attualità del pensiero di Matteotti che ha scelto di stare dalla parte degli ultimi, con una radicalità che ha segnato tutta la sua vita”, ha evidenziato Gianfranco Refosco (segretario Cisl Veneto) – . Un’altra scelta importante è stata quella del riformismo, in un periodo di forti contrapposizioni ideologiche. I suoi peggiori detrattori venivano dall’estrema destra e anche dall’estrema sinistra. Si è battuto per l’alfabetizzazione delle masse. Infine, una grande scelta è stata il coraggio di esporsi in prima persona per denunciare”, ha detto. A concludere i lavori è stato il sindaco di Fratta Polesine, paese natìo del martire polesano: “Matteotti – ha detto Giuseppe Tasso, primo cittadino – è stato strenuo difensore delle istituzioni. Cominciò la sua opera nei Consigli Comunali, di cui fece parte. Matteotti non ebbe dubbi sull’estrema necessità di riforme per costruire un Paese moderno e democratico. All’avventura di una rivoluzione preferì la strada lunga e difficile delle riforme. Penso che culturalmente sia stato nemico di un concetto medievale di società, che relega le classi disagiate al loro ruolo. Il sindacato è il nemico naturale di questa concezione”. Ecco perché oggi la sua figura è estremamente attuale, come ha evidenziato Samuel Scavazzin (Cisl Padova-Rovigo) che organizzerà un convegno il prossimo 16 aprile a Fratta Polesine. “Ringrazio il Senato della Repubblica per il patrocinio. Come Cisl la nostra visione sindacatale è basata su una sintesi tra la dottrina sociale della Chiesa e il riformismo sociale di cui Matteotti è uno degli esponenti più acuti e stimati. Ecco perché per noi, questa ricorrenza rappresenta quindi anche l’occasione per ritrovare le nostre origini e motivazioni ideali e per guardare al futuro con la consapevolezza che le idee sopravvivono alle persone e restano attuali in tutti i contesti sociali ed economici. Con questo convegno la Cisl vuole sottolineare di voler unire e non dividere”.