“La vicenda che vede protagonista una giovane donna di 32 anni, assunta a tempo pieno nonostante avesse comunicato che fosse incinta, è un esempio straordinariamente positivo. Mi auguro che, un giorno, l’assunzione di una donna incinta non faccia più scalpore. La maternità non può e non deve più rappresentare un ostacolo: parliamo di diritti delle donne, visto che dobbiamo celebriamo l’8 marzo. Il diritto alla conciliazione tra lavoro e maternità è uno di questi e su cui l’Italia deve fare ancora molta strada”. Lo afferma il senatore UDC Antonio De Poli commentando il caso di una donna incinta assunta da uno studio di consulenza di Padova. “Non è un caso se in Italia la maternità continua a rappresentare il motivo principale dell’abbandono del lavoro da parte delle donne. E’ un problema culturale: la gravidanza e la maternità sono ancora oggi viste come un problema, non come una condizione portatrice di ricchezza sociale. La legge prevede il divieto di discriminazione delle donne in gravidanza nell’accesso al mercato del lavoro. A Simona, la giovane di 32 anni, e a tutte le donne vorrei rivolgere i miei più sentiti auguri”.