Intelligenza artificiale: De Poli, investire su cultura e formazione o capitale umano rischia di trovarsi inadeguato

“Dobbiamo investire sull’intelligenza artificiale, non soltanto sulle infrastrutture tecnologiche, ma anche e soprattutto sulla cultura e sulla formazione. Come Centrodestra, grazie all’azione del Governo con una legge-delega strategica, abbiamo deciso di destinare oltre 1,5 miliardi di euro a questo settore. L’innovazione non va mai frenata ma gestita. La parola d’ordine è farsi trovare pronti. Così il senatore Udc Antonio De Poli nel corso del convegno promosso dall’Ordine degli Ingegneri “Il confine tra intelligenza artificiale e capitale umano”, in corso a Padova. “La macchina da sola non è mai neutrale. L’algoritmo da solo non basta”, ha evidenziato De Poli che ha posto l’accento sulla “centralità dell’essere umano. Dobbiamo superare il vecchio paradigma che contrappone l’uomo e la macchina”, ha aggiunto. “Secondo autorevoli studi, nel 2040 9,9 milioni di persone andranno in pensione in Italia; sempre in quell’anno, 6,2 milioni di giovani entreranno nel mercato del lavoro. A causa del fenomeno della denatalità, ci sarà un gap di 3,7 milioni lavoratori in meno. In questo contesto l’intelligenza artificiale potrà compensare in parte la carenza di forza lavoro”, ha detto De Poli secondo cui “l’IA potrà portare ad un incremento della produttività per le aziende e, al tempo stesso, a un maggior benessere del lavoratore, garantendo soprattutto una migliore conciliazione tra genitorialità e vita lavorativa”. “Dobbiamo dare massimo stimolo allo sviluppo di questa tecnologia. Se non lo facciamo, il nostro capitale umano rischia di trovarsi inadeguato. Ecco perché a mio avviso è centrale investire sulle competenze”, ha concluso De Poli.