Intervista al Gazzettino: «Nasce un partito parallelo a FI»

Il presidente dell’Udc, Antonio De Poli conferma la creazione di un nuovo soggetto ancorato nel centrodestra.  Il “viatico” di Berlusconi e dei Popolari europei.  Ci sono Tosi e Costa, non Alfano. L’obbiettivo? «Il 25% in totale»

De Poli, Tosi e Ghedini: c’è un terzetto veneto alla base della svolta che dovrebbe, nelle intenzioni di Berlusconi, riportare il centro al “centro” del centrodestra.

E quelli che fino a ieri erano sospetti, pourparler, oggi sono una realtà confermata da uno degli artefici del piano, il presidente nazionale dell’Udc Antonio De Poli: «È vero: nasce un nuovo partito in cui confluiranno l’Udc e molti esponenti di formazione e cultura di centrodestra e popolare».
Di chi è l’idea?
«La spinta è arrivata da un livello europeo: dai colloqui tra il presidente del Ppe Joseph Daul con Berlusconi e il segretario dell’Udc Cesa, e la sponda del presidente del Parlamento Europeo Tajani. Poi è toccato a Ghedini e al sottoscritto rendere operativa l’idea».
In che cosa consiste?
«C’è la necessità di rappresentare nel prossimo Parlamento quella tradizione popolare e liberale che fa parte del nostro Dna e che, sono certo, porterebbe alle urne migliaia di italiani che nelle ultime elezioni sono rimasti a casa».
Un partito parallelo a Forza Italia?
«Populismi a parte, in Italia come nel resto d’Europa, stiamo tornando verso lo schema centrodestra e centrosinistra. In questo contesto un centro autoreferenziale che non guarda da nessuna parte è destinato a sciogliersi come neve al sole. Bisogna essere pragmatici, fare chiarezza altrimenti gli elettori non capiscono. Serve un’area di centro riferibile al Ppe che sia però ancorata al centrodestra. Con Forza Italia abbiamo condiviso battaglie importanti su temi concreti come famiglia, giovani, imprese, biotestamento».
Tutti temi che vi hanno allontanato da Renzi e dal governo.
«Noi siamo i delusi della prima ora di Matteo Renzi: su temi come fisco e famiglia abbiamo assunto posizioni molto critiche e ci siamo espressi chiaramente per il no al referendum del 4 Dicembre interpretando bene il volere della maggioranza degli italiani. Noi difendiamo il simbolo dello Scudo crociato che rappresenta la nostra storia e il nostro futuro. Oggi dobbiamo chiederci: come i valori della Dottrina sociale della Chiesa di Don Sturzo e De Gasperi possono continuare ad essere rappresentati in Parlamento? Per fare questo serve un’apertura verso chi, come noi, condivide valori che già ci uniscono in Europa, nel Ppe».
Ci sarà anche Tosi?
«È della partita ma non sono ancora definite le modalità con cui entrerà».
La Lega non la prenderà bene…
«Il rapporto con la Lega è importante, perché è una costola del centrodestra. Ma è ovvio che nel momento in cui il centro è rappresentato da due forze che interpretano il 25% dell’elettorato, la conduzione del centrodestra è al centro».
Chi altro entrerà nel nuovo partito?
«L’ex ministro Costa, che non va in FI ma viene con noi. Oggi poi il governo perderà un altro pezzo, un sottosegretario (è il pugliese Massimo Cassano, ndr.)».
E Alfano?
«Ci sono veti di vario tipo. Credo che stia lavorando con Casini, Verdini, Zanetti e altri a una realtà di centro ma non schierata. Ma è quello che non serve all’Italia in questo momento. È evidente che tocca a Forza Italia e a Berlusconi prendere un’iniziativa politica promuovendo un soggetto politico popolare e liberale che riunisca le forze che, in Europa, condividono un percorso valoriale ma in Italia restano divise da sigle politiche e colori di partito».

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