Intervista al Gazzettino: «Fare squadra per sviluppare la città»

Una vita sempre al centro quella di Antonio De Poli che da enfant prodige della Dc si ritrova veterano al parlamento, senatore eletto a Padova, insomma il più alto in grado. Già sindaco di Carmignano, europarlamentare nel 2004, poi assessore al Sociale della Regione fino al 2006 quando entra in Senato. Eletto nel 2013 per la lista Monti, quest’anno nell’uninominale per la coalizione di centrodestra, ha stracciato il centrosinistra e i grilli, venti punti avanti, 152mila voti.

De Poli, come ha fatto?

«Con la politica vecchia maniera, sul territorio. E grazie ai rapporti consolidati in questi anni. E poi le proposte: far ripartire il lavoro, tutelare le piccole imprese, ridurre il cuneo fiscale di 6 punti».

Ora tutti chiedono stabilità…

«É chiaro che il centrodestra rimane l’unica alternativa credibile per garantire stabilità politica e governabilità al Paese, come oggi ci chiedono in maniera unanime le categorie economiche, a partire dal presidente Confindustria Zoppas. Ai grillini che hanno fatto una proposta assistenzialistica come il reddito di cittadinanza noi risponderemo abbassando la pressione fiscale sulle imprese, per far ripartire il lavoro, e sulle famiglie per far ripartire i consumi».

Basterà per la politica? Noi con l’Italia-Udc non è andata benissimo…

«Vede, io ho fatto campagna per la coalizione non per il mio partito. Ma sono d’accordo sul fatto che occorre dar vita a un nuovo soggetto politico sul modello del Ppe, allargarci al centro, coinvolgendo cattolici e moderati».

Anche sull’autonomia?

«Certamente. E anche sulla sicurezza, con la certezza della pena».

Veniamo a noi. Padova rischia l’isolamento e dunque lo stop ai fondi ministeriali con un governo del centrodestra?

«No, mi faccio garante del fatto che dialogherò con tutte le istituzioni per garantire lo sviluppo della città. Che non è solo risorse, ma anche fattori sociali e culturali. Ci sono opere pubbliche che devono proseguire, come l’ospedale. C’è l’hub dell’innovazione da costruire in fiera, c’è da sostenere l’Università e l’offerta turistica della città e del termalismo. Sarò l’ambasciatore di Padova».

Propositi che possono andare a nozze con un sindaco civico e per di più imprenditore come Giordani, meno con una parte della sua maggioranza decisamente di sinistra…

«Io dò la mia massima disponibilità a collaborare. La politica è dialogo perché i problemi non hanno colore. Se si punta alla divisione c’è miopia, io sono per il bene dei cittadini e lo ricorda la mia esperienza come assessore al Sociale in Regione».

Dunque non farà come quegli onorevoli che una volta eletti spariscono?

«Credo di essere uno dei pochi che ha sempre battuto il territorio. Io voglio esserci».

Lei ha sconfitto Bisato, sindaco di Noventa e segretario regionale del Pd. Che succede dall’altra parte?

«Bisato è un bravo sindaco ma non ha responsabilità. Quella è tutta di una leadership che non l’ha aiutato».

Ma anche il Pd non ha ben figurato…

«Dati alla mano il centrodestra ha aumentato del 13 per cento rispetto all’anno scorso e il centrosinistra ha perso il 25 per cento dei voti. Molti sono andati ai 5 Stelle ma altri, sono sicuro che siano tornati al centrodestra, rassicurato dopo le turbolenze degli ultimi anni quando abbiamo cambiato troppi sindaci, da Zanonato a Rossi e Bitonci».

E a lei piacerebbe fare il sindaco di Padova?

«Sarebbe un grande onore».M.G.

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