La digitalizzazione al servizio del Paese

Oggi pomeriggio in Sala Zuccari al Senato si è tenuto un convegno, da me promosso, dal titolo “LA DIGITALIZZAZIONE AL SERVIZIO DEL PAESE“.

Sono intervenuti il sottosegretario allo Sviluppo economico, Mirella Liuzzi, il senatore Alberto Barachini che è presidente della Commissione per la vigilanza dei servizi radiotelevisivi; Gianni Potti, founder di Digitalmeet; Mauro Fioroni Direttore Servizio informatica del Senato; Cristiano Cannara Ad CONSIP; Marco Gaeta chief information officer gruppo Cassa depositi e prestiti; Gianpaolo Araco capo ufficio strategie informatica del Senato; Paolo Ghezzi direttore generale Infocamere.

Il nostro intento è quello di fare da TRAIT-D’UNION TRA LA POLITICA, chi ha la responsabilità di decidere (in inglese i POLICY MAKERS) e chi, invece, POSSIEDE UN BAGAGLIO DI COMPETENZE CHE È FONDAMENTALE PER PRENDERE QUESTE DECISIONI che riguardano il futuro di ciascuno di noi e anche delle nuove generazioni.

L’ALFABETIZZAZIONE DIGITALE E’ UNA SFIDA CULTURALE CHE METTE AL CENTRO L’UOMO.

Il digitale, infatti, non può essere strumento di pochi ma deve essere strumento di tutti, delle nostre comunità, al servizio delle comunità.

D’altronde, la TRASFORMAZIONE DIGITALE oggi ha invaso tutti i campi e HA UN IMPATTO A 360 GRADI SULLE NOSTRE VITE. Oggi questa conferenza si svolge in Senato e proprio Palazzo Madama è stata protagonista di una vera e propria rivoluzione in chiave 4.0: dalle app utili ai senatori per seguire i lavori parlamentari in Aula alla dematerializzazione degli atti parlamentari che ci fa risparmiare 2 milioni di euro, solo per fare alcuni esempi.

Qui in Senato siamo gli unici in Europa ad avere adottato la tecnologia del Cloud Computing che consente, oggi, a tutti noi di lavorare in remoto e accedere virtualmente nei nostri uffici, grazie ai virtual desktop.

Proprio questa settimana, in Senato, abbiamo presentato uno strumento innovativo che è nato dalla sinergia con ISTAT.

Si tratta del RAF, Register based Analytics Framework, che è uno strumento utile per il Legislatore in quanto consente al Parlamento, grazie alla tecnologia dell’intelligenza artificiale, di “interrogare” attraverso il linguaggio verbale l’Istat e avere dati oggettivi “certificati” Istat. Uno strumento importante e innovativo.

LA NOSTRA SOCIETÀ OGGI È SEMPRE PIÙ 4.0!

I LINGUAGGI SONO CAMBIATI, CE NE ACCORGIAMO TUTTI I GIORNI.

Al di là di questo aspetto, però, è fondamentale che, IN QUESTO PROCESSO DI DIGITALIZZAZIONE, CI SIA SEMPRE L’UOMO AL CENTRO DI TUTTO.

Ecco perché io ritengo sia FONDAMENTALE PORRE IL TEMA DEL DIGITAL DIVIDE, ovvero il divario esistente tra chi ha accesso effettivo alle tecnologie dell’informazione e chi ne è escluso.

Oggi ci troviamo di fronte a una nuova sfida che è quella di NUOVA ALFABETIZZAZIONE.

Negli anni Sessanta, con l’avvento della televisione, c’era l’esigenza di alfabetizzare il Paese, diffondendo la conoscenza della lingua italiana. Penso al ruolo svolto da programmi come “Non è mai troppo tardi” sulla Rai che aveva un ruolo sociale ed educativo, senza dubbio!

Oggi siamo di fronte alla SFIDA DI UNA NUOVA ALFABETIZZAZIONE che è quella INFORMATICA.

L’ITALIA E’ AL QUARTULTIMO POSTO IN EUROPA, davanti a Bulgaria Grecia e Romania per il livello di competenze digitali.

Il 31% degli italiani NON utilizza Internet regolarmente

Solo l’8% delle imprese italiane vende prodotti sul Web.

Come sappiamo, oggi, IL DEFICIT DI COMPETENZE DIGITALI E’ UN FRENO PER L’OCCUPAZIONE.

Lo è anche nel pubblico, dove è importante cogliere la sfida del digitale nella Pubblica amministrazione.
Ricordo a tutti che, secondo alcuni studi, una PA DIGITALE FAREBBE SCENDERE LA SPESA PUBBLICA DI 8 MILIARDI DI EURO.
E FAREBBE, DI CONTRO, AUMENTARE DI 0,5 PUNTI IL PIL ITALIANO.
Sono numeri eloquenti.

La rivoluzione digitale, oggi, non si può ridurre alla tecnologia.
Oggi il digitale è anche e prima di tutto una “filosofia”.

Bisogna costruire “ponti”, “connessioni” tra mondi diversi, concettualmente distanti tra loro.
Per vincere la SFIDA della NUOVA ALFABETIZZAZIONE DIGITALE bisogna mettere intorno a un tavolo attori diversi: istituzioni, policy makers, P.A., imprese, università e start up.

Con lo sviluppo e la diffusione delle nuove tecnologie, i 28 Paesi europei potrebbero vedere crescere il Pil di 2,7 miliardi (+19%) entro il 2030.

Con evidenti ricadute positive sull’occupazione.
Per capire ciò, basta riflettere sulla distanza che oggi, ancora, purtroppo, permane tra l’Italia e il resto del mondo.

Se facciamo un confronto tra Italia-Europa e Cina-Stati Uniti, notiamo che il contributo del digitale al PIL, in Italia, resta fermo all’1,2%. In Europa all’1,6%.

Dall’altra parte, in Cina il contributo del digitale al PIL sale al 2,2%
E negli Stati Uniti al 3,3%.
C’è un gap che va certamente colmato.

IL DIGITALE E’ QUINDI UNA GRANDE OPPORTUNITA’!

Tocca a noi coglierla, “cavalcare l’onda”, per un’INNOVAZIONE CHE SIA AL SERVIZIO DEL PAESE!

Antonio

 

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