Cari amici,
oggi pomeriggio al Centro Congressi in Fiera a Padova per intervenire all’evento “L’impresa intelligente” organizzato da Ascom Padova Confcommercio Imprese per l’Italia.
La politica e le istituzioni hanno il dovere di ascoltare il “rumore” che oggi è arrivato da questo evento straordinario in occasione degli 80 anni di Ascom Padova.
Padova è la provincia veneta che vale di più a livello economico: il suo Pil territoriale è superiore a 30 miliardi di euro.
Abbiamo il dovere di porre all’attenzione dell’agenda politica questo territorio che ha un ruolo di traino in tutti i comparti, in modo particolare nei settori del commercio, del turismo e in generale dei servizi.
Cito un dato. La provincia di Padova si contraddistingue per il contributo elevato dei servizi che valgono i 2/3 del valore aggiunto della provincia patavina (quasi il 66%). Parliamo di una quota che è inferiore solo a Venezia (72%) e a Verona (69%) dove il comparto turistico è rilevante.
Le tematiche poste dagli imprenditori sono in linea, direi in sintonia, con le priorità di questo Governo e di questa maggioranza in Parlamento.
Il commercio, il turismo, i servizi, i trasporti sono comparti chiave per lo sviluppo socioeconomico delle nostre comunità. Penso alla funzione sociale (insostituibile) dei piccoli negozi e delle botteghe nei piccoli centri!
Con questo Governo e con questa maggioranza c’è stato un cambio di mentalità.
Abbiamo archiviato l’assistenzialismo del passato.
La ricchezza non la fa lo Stato ma le aziende e i lavoratori.
Questa è stata l’impostazione che abbiamo dato come Centrodestra al Governo, concentrando ad esempio 2/3 delle risorse della legge di Bilancio su riforma Irpef e taglio del cuneo fiscale.
Una manovra che ha consentito di lasciare fino a 120 euro in busta paga in più a milioni e milioni di lavoratori (14 milioni) e alle loro famiglie. Lasciare più soldi in busta pagare vuol dire porre le premesse per rilanciare aumentare il potere d’acquisto delle famiglie e quindi rilanciare i consumi.
I consumi sono l’aspetto più delicato.
Non siamo ancora tornati ai livelli pre-Covid. E’ questo un dato che, purtroppo, condiziona negativamente soprattutto le piccole medie imprese a conduzione magari familiare e che rappresentano il cuore e l’anima del nostro tessuto economico e sociale.
I consumi certamente vanno rafforzati attraverso la tanto attesa riforma fiscale.
Inoltre, abbiamo mantenuto Transizione 4.0 e messo in campo Industria 5.0, finanziata con 6,5 miliardi, che deve aiutare le imprese a fare un passo ulteriore per la transizione digitale e ambientale.
Di passi in avanti ne sono stati fatti, certamente non possiamo fermarci qui ma dobbiamo guardare avanti e continuare a lavorare.
I nodi da affrontare ci sono: penso alla questione dell’accesso al credito e, ancora, al tema della carenza di personale che caratterizza in modo particolare il settore terziario: nel turismo e nel commercio, mancano, ad esempio, rispetto al 2022, circa 480 mila lavoratori soprattutto per la mancanza di competenze. Sono questi nodi che dovremo affrontare con determinazione e coraggio.
Dobbiamo continuare a lavorare, consapevoli che non è incentivando le persone a stare a casa sul divano…che si crea lavoro.
Il lavoro si crea sostenendo e rafforzando le politiche per l’impresa.
Questa è la strada che abbiamo intrapreso. Abbiamo invertito la rotta e dobbiamo proseguire in questa direzione!
Antonio