L’intelligenza artificiale non è fantascienza!

Questa mattina si è tenuto presso la Sala Capitolare al Senato, un convegno da me promosso dal tema “L’intelligenza artificiale al servizio della democrazia. Register Analytics Framework”.

Vi hanno partecipato Maria Elisabetta Alberti Casellati, Presidente del Senato della Repubblica, Gian Carlo Blangiardo, Presidente dell’Istituto Nazionale di Statistica, Massimo Fedeli, Direttore centrale per le tecnologie informatiche e della comunicazione dell’Istituto Nazionale di Statistica, Gianpaolo Araco, Capo Ufficio Organizzazione – Strategia dell’informatica del Senato della Repubblica, Renato Loiero, Direttore del Servizio di Bilancio del Senato della Repubblica e Roberto Monducci, Direttore Dipartimento per la produzione statistica dell’Istituto Nazionale di Statistica.

Quando parliamo di digitale, molti, oggi, parlano di quarta rivoluzione industriale.

La prospettiva che vede il collega di lavoro sgomitare al proprio fianco con un robot che pensa e agisce accanto a noi, non è più fantascienza ma uno scenario sempre più vicino alla realtà. Ciò che è certo è che parliamo di un processo che è destinato a rivoluzionare, nell’arco di pochi anni e per sempre, le nostre vite e quelle delle nuove generazioni.

Dai robot autonomi per trasportare e consegnare beni a casa nostra, a un esame medico eseguito con intelligenza artificiale che riesce a diagnosticare una malattia grazie a un potentissimo software che vede ciò che sfugge all’occhio umano.

Sono tanti gli ambiti in cui l’intelligenza artificiale può essere applicata.

Fino ad ieri, il “DATO” ERA CONSIDERATO COME QUALCOSA DI “FREDDO”. OGGI, GRAZIE AL DIGITALE, IL “DATO” PRENDE VITA.
Il dato può essere estrapolato dal contesto e messo in relazione con altri dati e quindi assumere un nuovo significato.

La tecnologia, d’altronde, apre sempre di più nuovi scenari e L’INNOVAZIONE “CONTAGIA” SEMPRE DI PIÙ E SEMPRE PIÙ SPESSO SETTORI DIFFERENTI che, prima, pensavamo come compartimenti stagni, separati, CONCETTUALMENTE DISTANTI L’UNO DALL’ALTRO.

Grazie all’intelligenza artificiale che, oggi, sbarca a Palazzo Madama, tutto questo è reso possibile. L’intelligenza artificiale, come diremo più avanti, non è fantascienza.

Ma è qualcosa di tangibile. Gli scenari sono imprevedibili, come sappiamo.

Sono diversi gli ambiti in cui le grandi potenzialità dell’Intelligenza artificiale possono trovare applicazione.

Siamo convinti che le istituzioni debbano sfruttare le potenzialità dell’intelligenza artificiale.

Il convegno è stato anche un’occasione per mettere in evidenza LA SINERGIA TRA IL SENATO DELLA REPUBBLICA E L’ISTAT CHE HA ELABORATO IL COSIDDETTO RAF, una sigla curiosa che sta per REGISTER ANALYTICS FRAMEWORK.

E’ un servizio innovativo che l’Istat – la più autorevole fonte di dati in Italia – ha appena realizzato e di cui Palazzo Madama sarà il primo utilizzatore.

E’ UN SISTEMA GRAZIE AL QUALE LE ISTITUZIONI POTRANNO INTERAGIRE, ATTRAVERSO APPUNTO L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE, CON L’ENORME MOLE DI DATI CHE STA DENTRO L’ISTAT.

In altre parole, con questa piattaforma qualsiasi senatore potrà interrogare l’Istat, ponendo un quesito in linguaggio naturale, come se stesse interagendo con un’altra persona.

E LA NOVITÀ STA NEL FATTO che, una volta ottenuto il risultato dell’interrogazione, questi dati SARANNO BOLLINATI DALL’ISTITUTO NAZIONALE DI STATISTICA.

Dicevo, LA PIATTAFORMA RAF E’ UNO STRUMENTO PARTICOLARMENTE UTILE ED EFFICACE.

Lo è perché si tratta di uno strumento che CONSENTE AL LEGISLATORE DI PRENDERE DELLE DECISIONI O FARE DELLE VALUTAZIONI SULLA BASE DI INFORMAZIONI OGGETTIVE.

Va detto, tra l’altro, ai non addetti ai lavori quanto meno, che il Senato ha già una convenzione con l’Istat per lo scambio di dati. La novità starà proprio nell’apporto che arriverà grazie all’intelligenza artificiale.

INTELLIGENZA ARTIFICIALE CHE DUNQUE NON È FANTASCIENZA.

Ma è un fatto tangibile, concreto che ENTRA IN RELAZIONE CON UN’ISTITUZIONE COME IL SENATO.

Dunque anche PALAZZO MADAMA INTENDE STARE AL PASSO CON I TEMPI e non intende sottrarsi alla rivoluzione delle nuove tecnologie.

Tra l’altro in Senato stiamo valutando diverse progettualità e quali siano gli ambiti verso i quali declinare l’intelligenza artificiale, a dimostrazione del fatto che ANCHE LE ISTITUZIONI – NEL LORO PICCOLO – POSSONO CAVALCARE L’ONDA DELL’INNOVAZIONE E MAI SUBIRLA!

Per favorire LO SVILUPPO DELL’A.I. (ARTIFICIAL INTELLIGENCE) È NECESSARIO COLMARE IL DIVARIO DIGITALE.

Innanzitutto PARTENDO DALLE COMPETENZE. Penso a quanto è stato fatto e a quanto ancora bisogna fare in termini di COMPETENZE DIGITALI E DI ALFABETIZZAZIONE DIGITALE.

L’INNOVAZIONE TECNOLOGICA HA SENSO SOLO SE DIVENTA PATRIMONIO COMUNE, di tutta la società.

LA CARATTERISTICA PIÙ IMPORTANTE DELL’INNOVAZIONE: DEVE ESSERE APERTA A TUTTI.

La Rete, la globalizzazione e le nuove tecnologie oggi permettono a sempre un maggior numero di persone di scambiarsi idee e conoscenze.

L’innovazione da sola non basta.

L’innovazione è un ecosistema aperto, dove BISOGNA FAVORIRE LA CONTAMINAZIONE, anche favorendo l’interazione tra soggetti diversi come imprese, start up, attori istituzionali, università etc.

La rivoluzione dell’A.I. avviene in uno spazio – potremmo dire una ‘piazza’ – dove robot e uomo sono sempre più connessi.

Paesi come la Cina e gli States che credono nella quarta rivoluzione industriale hanno scommesso e stanno scommettendo sulla trasformazione digitale e sull’integrazione tra uomo e robot nella vita quotidiana.

In questo contesto, sarà fondamentale il fattore della formazione. I recenti dati sull’andamento di INDUSTRIA 4.0 dimostrano che, a fronte di un investimento in macchinari, ancora LE IMPRESE ITALIANE NON HANNO AFFRONTATO FINO IN FONDO LA SFIDA DELLA TRASFORMAZIONE DIGITALE investendo nella formazione delle persone. Le istituzioni, a tutti i livelli, devono fare la propria parte e promuovere azioni tese a “traghettare” tutto il sistema della formazione, partendo dalla scuola e dall’Università, verso una formazione 4.0.

Perché dietro una fredda macchina – come ben sappiamo – c’è sempre una persona.

Secondo l’ultimo rapporto “the Future of Job“, entro il 2022 l’intelligenza artificiale e i robot creeranno 133 milioni di posti di lavoro, mentre ne verranno meno 75 milioni, con un saldo di 58 milioni. Tutto questo a patto che i lavoratori vengano adeguatamente formati.

L’innovazione, come dicevo, ha senso se diventa un patrimonio comune, un patrimonio di tutti! L’innovazione da sola non basta. L’innovazione, per definizione, è aperta!

Aperta alle contaminazioni tra aziende e istituzioni.

E la giornata di oggi, in Senato, è stata una “prova” che possiamo e dobbiamo “contaminarci”, scambiandoci competenze e con un obiettivo comune: il digitale e l’A.I. al servizio della nostra democrazia!

Antonio

SLIDE

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INTERVISTA SENATO TV AL SENATORE DE POLI 

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PARLANO DI NOI. LA SCOMMESSA DIGITALE. CONVEGNO AL SENATO CON DE POLI E ISTAT – MATTINO PADOVA