Diciamo no al rimpallo di responsabilità.
Sui ritardi per il bonus mamma, il chiarimento del ministro Costa (“i diritti maturati non si mettono in discussione”) è importante ma chiedo al Governo di farsi garante assicurando che in tempi brevi la questione venga definitivamente risolta.
In Senato ho presentato un’interrogazione parlamentare destinata al Ministro della famiglia, Enrico Costa: A distanza di 3 mesi dall’entrata in vigore della legge il contributo previsto dalla Legge di Bilancio che destina 800 euro alle prime spese legate alla nascita di un bebè non è ancora partito. L’Inps non ha predisposto la piattaforma per presentare la richiesta.
Sulla stampa apprendiamo che, secondo l’Inps, è colpa della burocrazia ministeriale.
Purtroppo desta sconcerto apprendere che la prima risposta del Dipartimento per la famiglia alle richieste di chiarimento sui criteri per accedere al bonus arriva solo il 25 gennaio.
E ulteriori chiarimenti dal Ministero sono arrivati con delle circolari l’8 e il 16 marzo. Oggi un figlio, secondo il dossier pubblicato da La Repubblica, costa 7.000 euro solo nei primi 12 mesi di vita; per arrivare a 20 anni ce ne vogliono 140.000 euro. Sono 750.000 le mamme interessate che attendono un segnale concreto dal Governo e non – come è avvenuto in questi giorni – un ping pong sulle responsabilità.