“Sono ore decisive ma, purtroppo, il destino di questa manovra appare segnato: è stata sì riscritta ma è stata riscritta male. Come ha detto oggi il presidente di Confindustria Veneto Matteo Zoppas, questa manovra non mette al centro l’economia ed io – aggiungo – colpisce anche il sociale tagliando gli sconti Ires per il mondo del volontariato e dell’associazionismo”. Lo afferma il senatore e presidente nazionale Udc Antonio De Poli che, intervenendo nel dibattito sulla Legge di Bilancio, oggi all’esame di Palazzo Madama, fa notare: “Le scelte di politica economica sono sbagliate: si fa una manovra tutta in deficit per coprire il reddito di cittadinanza e si accetta di inserire un aumento delle clausole di salvaguardia con gli aumenti Iva. Sono personalmente preoccupato perché il settore del commercio rischierebbe di subire un colpo fatale. Come ha ammesso lo stesso ministro Tria, per coprire queste clausole serve uno sforzo molto maggiore: si rimanda tutto al 2020 e 2021 quando per evitare l’aumento Iva al 26% bisognerà sborsare fino a 50 miliardi in due anni. E’ una manovra in deficit di stampo assistenzialista. Con il reddito di cittadinanza non si crea lavoro, con il rischio di aumento Iva si deprime l’economia”, conclude De Poli.